Le avventure di Marius Grebb

La mia prima ff

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Pell
     
    .

    User deleted


    continuo a pubblicare la mia ff nella speranza di qualche commento
    CODICE
    Capitolo 8
    Il mondo dei maghi e quello Babbano

    Fu come Leana aveva previsto: il professor Flincher si rivelò particolarmente tosto, ma questa non era una sua prerogativa, bensì della materia in generale. La lezione l'avrebbero frequentata con i Tassorosso, e il profesor Flincher dopo un discorso di apertura, spiegò loro come trasformare un fiammifero in un ago, e poi invitò la classe ad eseguirlo. Al termine della lezione nessuno era riuscito a trasformare il fiammifero completamente, molti non avevano cambiato nulla entrando completamente nel pallone. Marius dal suo canto fu orgoglioso di notare che il suo fiammifero aveva una punta pungente, tipica di un ago.
    Dopo la cena tutti i Grifondoro di tutti gli anni erano riuniti ma all'interno della sala comune, a studiare o a chiacchierare o a giocare agli strani giochi dei maghi ( Matt gli aveva spiegato che loro giocavano a Gobbiglie o a Sparaschiocco). Marius era seduto su delle poltrone insieme a Matt, Bruce, Michelle e Lucy, discutendo del primo loro giorno di scuola
    - Di certo tu Marius non ti puoi lamentare - affermò Bruce
    - Perchè? - chiese Marius
    - E me lo chiedi pure? - rispose stizzito Bruce - sei uno di quelli che è riuscito meglio in Trasfigurazione, e da quanto ho capito è una delle materie più toste, e inoltre hai l'interesse di Samantha -
    - Ancora con Samantha?? - ribattè Marius - ho già detto che non mi piace -
    In quel momento Lucy scoccò uno sguardo verso Michelle, che però non ci aveva fatto caso. Marius invece lo aveva notato e lo ricollegò subito al fatto che Lucy pansava che a Marius piacesse Michelle. In verità non era così, pensava Marius, certamente Michelle gli piaceva come persona, ci si trovava bene come amica, ma non provava verso di lei una particolare attrazione, un po come con Tonia.
    - Avete visto Leana? - chiese Michelle
    - E' andata a dormire presto, era stanca e si sentiva un grande mal di testa - spiegò Lucy - e credo che presto anche io seguirò il suo esempio -
    - Già, anche io credo che andrò a dormire - disse Matt
    - Anch'io - si unì Bruce
    - Tu Marius che fai? - chiese Michelle. Ma Marius non rispose, perchè era impegnato a seguire una discussione tra James Potter ed un ragazzo del secondo anno, riguardo il Quidditch.
    - Ah!! - esclamò Lucy con una risata - quello è Albus, il fratello piccolo di James, ora che ha un manico di scopa vuole provare ad entrare nella squadra di Quidditch, ma James lo sta prendendo in giro dicendogli che secondo lui non ce la farà mai -
    Marius sorrise e continuò ad osservare i due fratelli litigare; notò che Albus e James si somigliavano moltissimo, anche se Albus aveva dei lucenti occhi verdi diversi da James. A poco a poco Matt, Bruce e Lucy andarono a dormire e Marius rimase con Michelle nella sala comune
    - Allora questo primo giorno? - chiese Michelle
    - Non lo so - disse Marius pensieroso - sembra tutto così diverso, però alla fine non mi sembra sia cambiato nulla
    - In che senso? - chiese Michelle
    - Cioè io vedo che sto in un posto dove si usano ancora le penne di piuma d'oca, in un castello che sembra medievale - rispose Marius - Ma nello stesso tempo quando sto con i miei amici mi sembra di non essermi mai allontanato da casa -
    - Questo a significare che l'unica differenza che c'è tra Babbani e maghi - disse Michelle con un sorriso - è che i maghi sano maneggiare bene un pezzo di legno -
    - Eh già - disse Marius ridendo
    - Ora però vado a dormire pure io - fece Michelle quando smisero di ridere - Tu che fai?
    - Resto ancora un po qui - rispose Marius - credo che scriverò una lettera ai miei genitori, così gli racconto cosa mi è successo -
    - Ho capito - disse Michelle - Allora ci vediamo domani, buonanotte -
    - Buonanotte - la salutò Marius
    Dopo che Michelle salì le scale per andare nel suo dormitorio, Marius notò che nella sala comune erano rimaste poche persone; prese foglio e penna di piuma d'oca (con la quale si doveva abituare a scrivere) e cominciò a buttare giù la lettera da spedire ai suoi genitori

    Cari mamma e papà,
    come state? Io ho terminato oggi il mio primo giorno di scuola, è tutto diverso da dove stiamo noi, sembra di essere nel medioevo, pensate che usiamo addirittura le penne d'oca. Comunque io mi trovo bene, sono stato smistato nella casa di Grifondoro e ho conosciuto tanta gente simpatica. Le materie sono interessanti, anche se domani ne faremo di nuove. Vorrei che portaste i miei saluti a Klare.

                                                                                                           Aspetto una vostra risposta con il gufo che vi manderò, vostro figlio
                                                                                                                   Marius

    Credeva di aver finito con la lettera, ma poi si ricordò

    P.s. Potreste tenermi aggiornati sul campionato del Birmingham

    Era nel mondo dei maghi, pensava Marius, ma in fondo una parte di lui era legata al mondo Babbano e non voleva rimanere ignaro di ciò che accadeva alla sua squadra del cuore.
    - Sono d'accordo con te - disse una voce alle spalle di Marius, che lo fece trasalire
    - Come scusa? - chiese Marius girandosi e vedendo che a parlare era un ragazzo, probabilmente del settimo anno, che sedeva su una poltrona vicino a lui. In realtà il ragazzo sembrava troppo grande per essere di Hogwarts; Marius gli avrebbe dato almeno 19 anni, visto e considerato che aveva la barba, che un po stonava con la sua faccia che sembrava pulita come quella di un bravo ragazzo
    - Sul fatto che un mago cresciuto con i Babbani resterà sempre in parte legato al loro mondo - disse il ragazzo
    - Ma perchè lo dici a me? - chiese Marius - come fai a sapere che io provengo da famiglia babbana? Lo do a vedere? -
    - No, no - disse sorridendo il ragazzo, un sorriso che infastidì Marius, poichè mostrava una specie di aria di superiorità del ragazzo - semplicemente l'ho letto -
    - Scusa, ma come hai fatto a leggerlo? E' scritto da qualche parte? - domandò Marius
    - Nella tua testa - rispose il ragazzo - ho letto nella tua testa -  
    - Ma scusa, come hai fatto a leggere nella mia testa? - chiese Marius completamente spazientito; un conto erano le magie, ma un conto era il fatto di non avere privacy neanche nella sua testa
    - Con la legilmanzia - spiegò il ragazzo - una pratica che utilizzano i maghi per leggere nella mente degli altri maghi. Io da poco ho imparato ad usarla e sto facendo un po di pratica -
    - Ma perchè proprio su di me? - chiese Marius arrabbiato
    - Non lo so - si scusò il ragazzo - eri il primo che mi è capitato a tiro, comunque non preoccuparti non sono penetrato a fondo nei tuoi pensieri -
    Questa notizia non rincuorò affatto Marius che non riusciva ad accettare l'idea che qualcuno senza che lui se ne accorgesse, poteva leggere nella sua testa.
    - Scusa - proseguì poi il ragazzo - non mi sono ancora presentato, mi chiamo Goran Mulciber -
    - Io sono Marius Grebb - rispose Marius con diffidenza, ancora non riusciva a stargli simpatico quel ragazzo
    - E questo è a conferma che non sei cresciuto tra noi - insistè Goran con un sorriso - ora vado buonanotte - e sparì su per le scale.
    Marius rimase nella Sala Comune, immobile e anche abbastanza irritato dall'atteggiamento del ragazzo: era quello il prezzo che bisognava pagare ad essere maghi? Ad avere la propria testa come oggetto di studio del primo ragazzo che passa? Alla fine decise che ci doveva per forza essere un modo per impedire che ciò accadesse, e lui lo voleva imparare al più presto, prima però doveva scrivere a Tonia

    Cara Tonia,
    come stai? io bene, e a quanto pare ho già rimorchiato. Tu come ti trovi nella scuola nuova, io ho conosciuto un sacco di gente simpatica ma poco fa ho conosciuto un tizio che mi ha letteralmente fatto imbufalire. Vabbè aspetto una tua risposta al più presto, poi ci vedremo nelle vacanze di Natale

                                                                                                                           Marius

    Fatto questo Marius prese le due lettere e le mise in una busta indirizzata ai suoi genitori, che poi avrebbero pensato a recapitare a Tonia. Poi decise di andare a dormire, visto che si era fatto molto tardi. Mentre si vestiva Marius pensava al suo primo giorno di scuola, tutto diverso rispetto a prima nel mondo dei Babbani; qui ogni momento era una scoperta e qualcosa di nuovo, e Marius era certo che avrebbe imparato tanto del mondo dei maghi nei giorni a venire.


     
    Top
    .
  2. Pell
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Capitolo 9
    Goran Mulciber

    Il mattino dopo Marius, prima di andare a colazione prese le due lettere e andò a cercare la guferia. Gli avevano detto che era all'ultimo piano, ma una delle prime cose che Marius aveva imparato il giorno prima è che ad Hogwarts è praticamente possibile orientarsi, e ogni giorno puoi trovare davanti a te uno scenario diverso. Mentre vagava nei corridoi dell'ultimo piano, fu salvato da Nick - Quasi - Senza - Testa, il fantasma dei Grifondoro, che vedutolo in difficoltà gli indicò la strada per arrivare alla guferia. Arrivatovi scoprì di non essere il solo, infatti dietro a lui stava arrivando Juliet Stone
    - Buongiorno - la salutò Marius con un sorriso
    - Ciao Marius, come stai? - gli rispose Juliet
    - Bene, bene - le rispose Marius, in parte mentendole perchè era ancora infastidito dalla conversazione della sera prima con Goran Mulciber - Devi spedire una lettera? -
    - Sì, i miei genitori si erano raccomandati che gli scrivessi appena avevo un po di tempo - rispose Juliet - erano molto interessati a questa storia della scuola di magia, e il giorno della partenza erano più emozionati loro di me - Marius rise
    - Piuttosto sai come si fa? - chiese Marius
    - Non lo so - rispose Juliet - so che i gufi della scuola sono a disposizione di tutti, quindi prendiamone due e mettiamogli le nostre lettere -
    Seguendo il consglio di Juliet, Marius cercò di prendere un grosso gufo semiaddormentato sul trespolo, il quale, per sfortuna di Marius, non appena il ragazzo cercò di prenderlo, reagì rabbioso, graffiò il viso di Marius e volò su un trespolo più in alto. Juliet tentava invano di reprimere una risata, e Marius si rese conto che la scena doveva essere stata piuttosto ridicola.
    - Mi sa che quello era un gufo che non si poteva prendere - disse Juliet, che poi notando che il taglio sulla guancia di Marius sanguinava, prese un fazzoletto e si diresse verso l'amico - Aspetta che ti tampono un po la ferita -
    - Grazie - le disse Marius - certo sono aggressivi questi gufi -
    - Eh già - ribattè Juliet ridendo - piuttosto come facciamo a prendere questi gufi -
    - Non lo so - rispose Marius pensieroso - certo ce lo potevano spiegare meglio -
    - Proviamo a chiamarli - propose Juliet - tanto qui funziona tutto in modo assurdo, e poi tanto vale provare, anche se non abbiamo tanto tempo che tra un po iniziano le lezioni -
    - Li chiamo io dai - disse Marius - Ci servono due gufi della scuola per spedire due lettere -
    In quel momento due gufi partirono dal loro trespolo e si andarono a posare sulla spalla di Marius tendendo le zampe, probabilmente per prendere le lettere.
    - Hai visto! ha funzionato - disse Juliet esultante.
    Dopodichè i due legarono le loro lettere alle zampe dei gufi e li videro partire verso le case dei loro genitori
    - Chissà quando ci risponderanno - si chiese Juliet mentre scendeva con Marius nella Sala Grande per fare colazione - chissà quanto è efficiente qui il servizio postale -
    - Senti Juliet - disse Marius - tu quanto ti senti legata ancora il mondo Babbano? -
    - Perchè mi chiedi questo? - chiese preplessa Juliet
    Marius decise di raccontarle la conversazione che aveva avuto la sera precedente con Goran Mulciber, e del suo discorso sui con legami che non potranno mai scomparire con il mondo in cui viveva precedentemente.
    - E che problema c'è? - disse Juliet con semplicità
    - In che senso? - chiese Marius
    - Io anche se sono una strega, resto comunque figlia dei miei genitori, non ho intenzione di rinnegarli, e se a qualcuno crea problemi questa cosa, peggio per lui - rispose Juliet
    Marius le sorrise, convinto che quella che Juliet aveva affermato era la giusta via da seguire. I due raggiunsero la Sala Grande e, dopo essersi salutati, si recarono ognunoo al proprio tavolo; Marius individuò il gruppo dei suoi compagni di classe, e si mise a sedere vicino a Matt
    - Che ti sei fatto in faccia Marius? - chiese Matt notando la ferita sulla guancia di Marius
    - Niente, ho semplicemente avuto un incontro ravvicinato con un gufo - rispose Marius
    Finita colazione, il gruppetto dei Grifondoro del primo anno si recò al terzo piano per la prima lezione di difesa contro le arti oscure
    - Sembra che abbiamo un ex auror come insegnante - disse Matt eccitatissimo
    - Sì - intervenne Lucy Weasley - mio padre mi ha detto che è un tipo davvero in gamba
    - Cos'è un auror - chiese Marius, che aveva ancora molto da imparare riguardo il mondo dei maghi
    - Gli auror sono cacciatori di maghi oscuri, coloro che si occupano della sicurezza dei maghi - spiegò Lucy
    - Chi meglio di uno che combatte le forze oscure può insegnarci la difesa contro le arti oscure? - intervenne allegro Bruce Sandon
    Quando arrivarono, l'insegnante era già in classe e si presentò loro come il profesor Dawlish. Sembrava molto simpatico, raccontò alla classe la sua esperienza con le Arti oscure, spiegò che le Arti Oscure possono sembrare molto attraenti, almeno in apparenza, ma che bisogna starne alla larga il più possibile. Dopodichè chiese a tutta la classe di presentarsi e spiegò il programma che la classe avrebbe seguito per il primo anno.
    Al termine della lezione, dopo che tutti i compagni furono usciti, Marius andò dal suo professore chiedendogli
    -Professore posso disturbarla un attimo? -
    -Dimmi tutto signor... - rispose il professor Dawlish
    - Grebb, Marius Grebb - rispose Marius, un po imbarazzato e un po insicuro, soprattutto per quello che voleva chiedergli - lei conosce la legilmanzia? -
    - La legilmanzia? Certamente - disse il professore - ma come fai tu a sapere della legilmanzia? Non sei un po troppo giovane?
    - No, è solo che l'ho letta su un libro che avevo comprato quest'estate - si affrettò a dire Marius - Io vengo da una famiglia di Babbani e quindi per non trovarmi troppo indietro quest'estate avevo letto dei libri di magia - il che non era neanche troppo falso, pensò Marius, anche se non gli era mai capitato di imbattersi nel concetto di legilmanzia, ma raccontargli di Mulciber non credeva fosse la cosa migliore
    - Beh, se conosci la legilmanzia si può dire che sai più di molti ragazzi cresciuti tra i maghi - constato il professor Dawlish con un sorriso - ma cosa ti interessava sapere? -
    - Io ho visto che chi pratica la legilmanzia può leggere nel pensiero - disse Marius - a me questa cosa al pensiero mi infastidisce; ma c'è un modo per evitarlo questo? -
    - Sì, ma si tratta di magia avanzata, oltre che implica un grande sforzo di volontà - sipegò il professore - Se tu sai che sei a rischio di legilmanzia, cerchi di bloccarla in qualche modo, te ne dovresti anche accorgertene, ma i potenti Legilmens per un mago del tuo livello sono impossibili da fermare -
    - Grazie mille professore - disse Marius. Sicuramente Mulciber non è un legilmens potentissimo, anche per la sua giovane età, pensava Marius, d'ora in poi ogni volta che mi passerà vicino voglio vedere se riesce a leggermi nella testa.
    Uscito dall'aula di difesa, raggiunse Matt e Bruce, che si stavano dirigendo nei sotterranei per la prima lezione di Pozioni.
    - Forte il professor Dawlish vero? - affermò Bruce
    - Sì - rispose Marius - è un tipo davvero in gamba -
    La lezione di pozioni era tenuta da un vecchio mago che, a detta di Marius, sfiorava l'ottantina, chiamato Horace Lumacorno, il quale era molto interessato a sapere le storie delle famiglie dei suoi allievi.

    Al termine della giornata, Marius, Matt, Bruce, Michelle, Lucy stavano nella Sala Comune a chiacchierare sulla giornata passata. Marius era piuttosto distratto, si preoccupava di trovare con lo sguardo Mulciber, e vedere se provava a leggergli i pensieri. Ma probabilmente Mulciber in quel momento pensava a tutt'altro che alla legilmanzia, visto che era impegnato in una violenta discussione con Victoire Weasley, la ragazza che il giorno prima aveva aiutato Marius e gli altri a raggiungere la Sala Grande.
    - Sempre a litigare quei due - disse una voce che risultò provenire da James Potter che si era avvicinato a loro
    - Perchè sempre? - chiese Marius
    - Mulciber e Victoire litigano sempre, ma mia cugina non è l'unica ad avercela con lui - spiegò James
    - Io quello ieri l'ho conosciuto, in effetti non è molto simpatico - disse Marius
    - Quello è il Grifondoro meno Grifondoro che abbia mai visto - disse James con disgusto - e lo credo bene vista la famiglia da cui proviene. Quello che non capisco è perchè il Cappello Parlante lo ha mandato qui... -
    - Perchè che ha la sua famiglia? - chiese Marius curioso
    - Devi sapere che ai tempi di Lord Voldemort, vi erano molti maghi che avevano deciso di seguirlo, ed erano detto Mangiamorte - spiegò James - e il padre di Mulciber era uno di quelli, e se non sbaglio si trova ancora nel carcere dei maghi ad Azkaban -
    - Non conosco molto bene la storia di quel periodo - disse Marius - ma posso dedurre che era un bel criminale il padre di Goran -
    -Eh già! - disse James - ed è proprio per questo che Goran ebbe molti problemi ad essere ammesso a scuola. Si diceva infatti di non voler più persone legate ai Mangiamorte ad Hogwarts, ma Goran non ha accettato questa decisione e quindi si è battutto fortemente per essere ammesso ad Hogwarts, finchè quando lui aveva tredici anni, il ministero della magia ha acconsentito ad ammetterlo ad Hogwarts.
    - Ma ha iniziato dal terzo anno? - chiese Marius
    - No - spiegò James - lui ha iniziato i corsi regolarmente dal primo anno, solo che aveva due anni in più degli altri, e da quanto so poteri magici particolarmente sviluppati -
    - Hey James - disse la voce di un ragazzo dai capelli rossi, che stava parlando con il fratello di James - ti muovi che dobbiamo andare da Lumacorno!!-
    - E' vero me ne ero scordato! - esclamò James - Vabbè, ora devo andare, ti saluto Marius -
    E James fuggì via dal buco del ritratto con suo fratello e il suo amico. Marius tornò quindi dal suo gruppo, che nel frettempo stava parlando del professor Vitious. Marius però era ancora assolto nei suoi pensieri, pensava a Mulciber e alle sue difficoltà di essere ammesso a scuola, in parte provava pena per lui anche se quando pensava alla sera prima cambiava idea, perchè uno che pratica la legilmanzia sugli studenti a caso non è un tipo completamente a posto.

    Tanto tempo che non postavo la mia ff... o meglio era tanto tempo anche che non passavo ho sofferto un po la mancanza di commenti :D ... comunque ci riprovo :D
     
    Top
    .
  3. Pell
     
    .

    User deleted


    Capitolo 10 - Eliminare il passato

    La prima settimana per Marius era finita, e ripensandoci, poteva ritenersi piuttosto soddisfatto: riusciva a capire bene tutto ciò che gli veniva spiegato e addirittura era stato il primo della classe a riuscire a trasformare un fiammifero in un ago, tantochè il professor Flincher lo aveva premiato con 5 punti per Grifondoro. Anche la temuta lezione di volo non era andata poi così male, anche se non era assolutamente ai livelli di Matt: l'amico infatti sembrava nato per volare; tutto ciò che spiegava madama Johnson, l'insegnante di volo, lui la eseguiva subito senza difficoltà. La sera della lezione Matt spiegò ad un ammirato Marius che già tempo prima era riuscito a prendere una scopa del padre e aveva provato a volare.
    Nella mattina di sabato, Marius ricevette finalmente la risposta dei suoi genitori alla lettera, e anche quella di Tonia; da quanto era scritto stavano tutti bene, e anche il Birmingham andava bene in campionato, e questo rese Marius felice.
    - Hey Marius - lo chiamò Michelle mentre finiva di fare colazione.
    - Dimmi - le rispose Marius.
    - Ti va tra un pochino di venire giù al lago che mi sono data appuntamento con Juliet? C'è anche Robert - gli chiese Michelle.
    - Ok - acconsentì Marius - ci vediamo tra un po' in sala comune.
    Gli faceva piacere incontrarsi con Robert e Juliet, e avrebbe trascorso volentieri una mattinata all'aperto, perchè temeva che il pomeriggio lo avrebbe dovuto passare sui libri a studiare, visto che tutti i professori, fin dalla seconda lezione, avevano iniziato ad assegnargli molti compiti, anche piuttosto lunghi.

    Marius e Michelle uscirono insieme dal castello, dirigendosi verso il lago, ove Juliet era già li ad aspettarli.
    - Ciao! - li salutò Juliet.
    - Robert non è venuto? - chiese Marius.
    - Sì adesso arriva - rispose Juliet - doveva fare una cosa.
    - Allora questa settimana? - disse Michelle.
    - Beh è divertente - disse Juliet con un sorriso - anche se c'è ancora molto da imparare, soprattutto riguardo gli atteggiamenti dei gufi - aggiunse poi indicando i graffi di Marius sulla guancia.
    - L'importante è che le cose prima o poi si sanno, in modo che la prossima volta non avremo problemi - affermò saggiamente Marius.
    I tre rimasero seduti in riva al lago a parlare dei loro primi giorni di scuola ad Hogwarts; Robert arrivò poco dopo e si unì entusiasta alla discussione. Il tempo era ideale per passare una mattinata all'aria aperta, e Marius era davvevo felice di trovarsi con i suoi nuovi amici a parlare del più e del meno, e cominciava a rendersi conto che Hogwarts per lui stava diventando come una nuova famiglia in un nuovo mondo.
    - Direi che adesso è tempo di andare a tavola - disse Juliet guardando l'orologio.
    - Ok andiamo - disse Michelle alzandosi - Voi oggi pomeriggio che fate?
    - Tocca fare i compiti, a noi ci hanno veramente dato tanta roba - rispose Juliet.
    - Abbiamo un destino comune - sentenziò Marius.
    I quattro si diressero verso il castello per pranzare, quando l'attenzione di Marius fu attirata da Goran Mulciber che, con la bacchetta sfoderata era chino su una ragazza che sembrava priva di sensi. Marius, seguito da Robert, Juliet e Michelle, si avvicinò a Mulciber.
    - Ehi! - chiamò Marius - Che succede?
    Mulciber alzò gli occhi e guardò verso Marius, il quale notò solo in quel momento che la ragazza a terra era Leana, una sua compagna di Grifondoro.
    - Credo che questa ragazza abbia avuto un malore - spiegò Mulciber - ho provato a soccorrerla.
    - Non era meglio portarla subito in infermieria? - chiese Juliet.
    - Sono appena arrivato - disse Mulciber - Marius puoi darmi una mano a tirarla su?
    Marius si avvicinò ad aiutare Mulciber, ma la ragazza si stava riprendendo, e sembrava solo un po rintronata.
    - Guarda si stà riprendendo - disse Marius.
    - Era prevedibile - bisbigliò Mulciber.
    - Cosa? - chiese Marius che aveva sentito Mulciber parlare.
    - Niente, niente... - tagliò corto il ragazzo - Ehi! Ti senti bene?
    Leana dopo aver aperto gli occhi si guardò intorno, come alla ricerca di qualcuno.
    - Ehi Leana, ti senti bene? - le chiese Marius.
    - Dov'è Lucy? - chiese la ragazza.
    - Perchè Lucy? - le chiese Marius.
    - Era con me prima, poi lei è andata al bagno - dissè Leana parlando piano - io credo di essermi addormentata.
    - Forse non era niente, ora conviene che vai a tavola - intervenne Mulciber.
    - Non credi che sia meglio che vada in infermieria? - chiese Marius - non sappiamo bene cosa le è successo.
    - Fai come credi, per me non è necessario - rispose Mulciber - Ora vado a tavola - e rientrò spedito verso il castello. Marius rimase un po interdetto dal comportamento di Mulciber, sembrava quasi volesse evitare di andare in infermieria.
    Furono Marius e Michelle ad accompagnare Leana in infermieria, che nel frattempo sembrava stare bene visto che camminava senza problemi. A metà percorso incontrarono Lucy che stava tornando dal bagno
    - Che succede ragazzi?- chiese - dove state andando?
    - In infermieria - spiegò Michelle - mentre eri via Leana ha avuto un malore.
    - Davvero? - Lucy fece una faccia spaventata.
    - Non preoccuparti - la rassicurò Leana - ora mi sento meglio.
    I quattro raggiunsero l'infermieria (ancora con qualche difficoltà perchè dopo una settimana ancora non avevano imparato a muoversi per il castello). Marius spiegò a Madama Chips, l'anziana direttrice dell'infermieria, cosa era accaduto. L'infermiera diede a Leana una tisana, dicendole di non preoccuparsi e che probabilmente era tutto dovuto allo stress della prima settimana di scuola. Dopodichè scesero a pranzo, con Marius che si mise seduto vicino a Matt e Bruce.
    - Marius proprio te cercavo - disse Matt dopo che l'amico si fu messo a tavola.
    - Che succede? - chiese.
    - Ti va questa sera di provare a giocare a quidditch? - gli propose Matt.
    - Sinceramente non ci ho mai giocato - ammise Marius.
    - Non ti preoccupare, giocheremo con madama Johnson - spiegò Matt - la scuola ha autorizzato gli studenti del primo anno più abili a volare, a muovere i primi passi nel Quidditch sotto la guida di madama Johnson.
    - Uffa, avrei voluto giocare pure io - sbuffò Bruce.
    - Perchè te non giochi? - chiese Marius.
    - Madama Johnson ha detto che te eri l'unico insieme a me, di Grifondoro, che riesci a destreggiarti benino sulla scopa - spiegò Matt - per gli altri non è ancora il momento di giocare a Quidditch.
    Marius provò un moto di orgoglio, in fondo già volava meglio di Bruce che proveniva da una famiglia di maghi, inoltre nelle materie a scuola era particolarmente brillante. Non che volesse entrare competizione con gli altri suoi compagni, o che volesse sentirsi superiore, semplicemente si era finalmente convinto delle parole che gli erano state dette, sul fatto che una volta arrivati a scuola, tutti sarebbero partiti dallo stesso livello, figli di maghi e non.
    Verso la fine del pranzo venne al tavolo di Marius Juliet, che evidentemente voleva parlare con lui in privato. Mentre Marius si accingeva a seguirla, vide Bruce e Matt sghignazzare... chissà cosa pensavano.
    - Che succede? - chiese Marius.
    - Il ragazzo che oggi stava vicino alla vostra amica era quel Mulciber di cui mi avevi parlato vero? - incalzò Juliet guardandolo con sguardo penetrante.
    - Sì... - rispose Marius - ma te lo avevo fatto vedere per caso?
    - No, però ci sono arrivata - ribattè Juliet - più che altro per la tua reazione quando l'avevi visto con la bacchetta puntata.
    - Ah! - esclamò Marius - allora immagino che avrai notato un'altra cosa che a me è parsa strana.
    - Che voleva evitare di andare in infermieria? - domandò Juliet.
    - Già - assentì Marius - a me dava questa impressione.
    - Credi che stava rirpovando a leggergli nella mente? - chiese Juliet.
    - Non lo so - disse pensieroso Marius - forse Madama Chips se ne sarebbe accorta.
    - Ma devi anche considerare che probabilmente nessuno immagina che ad Hogwarts ci sia qualcuno che pratichi queste arti - disse Juliet.
    - Anche questo è vero - fece Marius - sta di fatto che quello è un tipo da stargli lontano, non mi sembra uno a posto.
    - Più che altro se è così pare si accanisca verso quelli del primo anno - riflettè Juliet - prima te, poi Leana... bisogna stare attenti.
    - Non credo comunque che con i professori di mezzo riesca a muoversi più di tanto - disse Marius - per lui è pericoloso, inoltre ha un cognome troppo ingombrante per non essere guardato con circospezione.
    - In che senso il cognome? - chiese Juliet, e Marius le spiegò ciò che James gli aveva raccontato tempo prima, riguardo la sua famiglia.
    - Senti una cosa, ti va se un giorno andiamo in biblioteca, io te e anche Michelle, e ci leggiamo qualcosa della recente storia dei maghi? - propose Juliet - a me scoccia un pochino non sapere cose che altri sanno e che per giunta, dicono che sono fatti molto noti.
    - Sono d'accordo con te - assentì Marius - allora facciamo che appena abbiamo un po di tempo libero andiamo in biblioteca.
    - Va bene - disse Juliet - ora vado in Sala Comune a studiare, dillo te a Michelle.
    - Vado anche io, ci vediamo - Marius si diresse verso la torre di Grifondoro. Gli piaceva Juliet, una ragazza simpatica con cui si poteva parlare tranquillamente, gli ricordava Tonia, anche se in questo caso Marius stava notando anche che era piuttosto carina. Immerso nei suoi pensieri, raggiunse Matt e Bruce, e insieme cominciarono a fare i compiti.
     
    Top
    .
17 replies since 19/8/2008, 23:14   283 views
  Share  
.