La vendetta undici anni dopo!

La mia prima FF!! Siate buoni!!

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  1. desdeus
     
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    Molto Diverte il chap aspetto il prossimo.
     
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  2. Koala3
     
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    Quando pensi di postare?Così per curiosità!!!
     
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  3. lex_ti amo
     
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    Ora!!! Ecco a voi la prima parte del secondo capitolo!

    CAPITOLO 2 [parte prima]

    James corse giù per le scale con una tale foga che per poco non si ribaltava finendo a faccia in giù. Sentì Andy ridere “Non fiatare Park! O ti aggiusto io.” Lui sogghignò e si avvicinò al suo baule. “Jay dov’è il tuo baule?” lui fece un cenno verso le scale “Arriva con mio padre. I tuoi non ti accompagnano?” Andy scrollò le spalle “Si può darsi. Se vengono saranno qua a minuti.” James si stiracchiò e lanciò uno sguardo fuori dalla finestra, mentre il sole di settembre li osservava tranquillo. Era il primo settembre e si dirigevano verso il binario nove e tre quarti a King’s Cross. Suo padre scese seguito a ruota dal baule volante e prese la giacca “Forza ragazzi si parte, Andy i tuoi?”
    “Arrivano, credo.”
    “Okay non c’è problema andiamo.” Ma d’un tratto il camino si incendiò di luce verde e un uomo alto e affascinante entrò nella stanza. Aveva un portamento elegante e un viso amichevole e molto bello. Gli occhi scuri come quelli di Andy gli davano un’aria da persona di classe difficilmente eguagliabile. “Andiamo Andy? Scusa il ritardo, tua sorella ha dormito troppo come al solito. Ciao Harry, tutto bene? Sono sempre felicissimo di vederti.” Harry sorrise amabile e strinse la mano che Montgomery Parker gli porgeva. “Anche per me è sempre un piacere Mont, ma mi dici così tutte le volte. Educatissimo come sempre.” Lui chinò lentamente la testa e posò una mano sulla spalla del figlio. “Ciao James, sei eccitato?” James sorrise “Si un po’, lo ammetto.” Andy fece un cenno all’amico. “Ci vediamo sul treno Jay. Ciao Harry, grazie di tutto.” E sparirono nel camino uno dopo l’altro. Harry e James uscirono e si diressero in fretta a Londra in macchina. “Non so perché non possiamo volare.” Harry guardò nello specchietto e svoltò a destra “Babbani Sirius, babbani. Semplice, non ti devi far notare dai babbani, chiaro?” James annuì e aspettò pazientemente di essere alla stazione. Una volta li, fu facile passare attraverso la barriera. “Ciao James.” Sussurrò una voce di ragazza. James si voltò e vide Joanne Parker che lo salutava allegro. Aveva un anno in più di Andy e frequentava il secondo anno a Corvonero e, esattamente come Andy, era molto bella. “Ciao Joe! Tutto bene? Hai passato una buona estate?” lei annuì e scherzo “E Andy? Che tu sappia, ha passato una buona estate da te?” James rise e spinse il baule insieme al padre. Sentì nuovamente qualcuno chiamarlo alle sue spalle e si voltò quasi pigramente. Remus Lupin, il suo padrino, aveva appena passato la barriera. James sorrise felice “Remus!” esclamò correndogli incontro. Era quasi una settimana che non lo vedeva, da quando avevano cenato tutti insieme a casa dei nonni di James e lo abbracciò felice. “Ciao James.” Disse Remus allegro. “Sei pronto per andare a scuola?” James annuì e si separarono. “Come stai?” gli chiese. Remus finse di ponderare sulla domanda “Hm… vediamo… si sto bene devo dire. Sai, non ci vediamo da tanto tempo.” James rise. Poi estrasse la bacchetta. “Guarda.” Disse rivolto a Remus “Lo presa da Olivander. Non è uno spettacolo?” Remus la afferrò curioso. “Io l’ho già vista” sussurrò “Questa bacchetta è uguale a quella che…” alzò lo sguardo su James che sorrideva. “Si” confermò “è quella di mio nonno. Cioè, non è la sua, ma la sorella della sua bacchetta.” Remus annuì compiaciuto “Ora avete anche le bacchette uguali?” James non ebbe il tempo di rispondere perché spuntarono altre persone dal passaggio nel muro, persone che, come Remus, aveva visto una settimana fa. “Ron!” esclamò stringendogli la mano. D’un tratto sentì qualcuno che lo abbracciava stretto. “Zia, ciao…” disse cercando di respirare. Fortunatamente lo zio intervenne “Hermione lascialo respirare per diamine.” Hermione Weasley lo lasciò andare e lo guardò compiaciuta. “Oh sei cresciuto così tanto James. Tra un po’ di anni anche Corinne sarà a scuola con voi, ma tu sarai già al sesto anno quando lei arriverà. Oh Harry!” gridò rivolta a Harry e andò da lui per abbracciarlo. Corinne Weasley era sua cugina, la figlia di Ron e Hermione e al momento aveva solo sei anni. James sentì due colpi sulla testa, si voltò e vide i suoi zii, Fred e George che lo guardavano allegri. “Ecco il futuro combina guai di Hogwarts.” Disse allegro uno dei due.
    “Il prossimo casinista che farà impazzire Gazza!” aggiunse l’altro guardando il fratello.
    “E la McGranitt…”
    “Per non parlare del modo in cui lo guarderà Piton…”
    “Te lo credo, Harry assomigliava a James ma lui è la fotocopia! Ti troviamo bene!”
    “Benissimo…”
    James scoppiò a ridere mentre veniva nuovamente strapazzato dai suoi nonni, i genitori della madre.
    Andy apparse all’improvviso dal muro della stazione insieme a suo padre e fischiò quando vide il treno “Ce l’hai fatta Park! Non oso immaginare come te la sei fatta nei pantaloni mentre correvi verso il muro.” Buttò li James e Andy gli lanciò dietro una borsa con della roba da mangiare che James schivò prontamente. Harry fece un veloce incantesimo ai loro bauli e all’improvviso scomparvero.
    ”Sono sul treno in uno scompartimento vuoto. Okay ragazzi, ci vediamo a Natale, verremo tutti a casa dei nonni. Scrivete e non cacciatevi nei guai.” Disse Harry
    “Se ci riuscite.” Aggiunse Ron mentre la moglie e la madre lo guardavano con rimprovero e tutti gli altri ridevano. I ragazzi si lanciarono uno sguardo perplesso e corsero sul treno insieme a Joe. “Ciao papà! Ti scriverò non appena mi avranno preso in squadra!” Harry annuì e si voltò verso il signor Parker. “Facciamo il Natale insieme quest’anno Mont? La mia famiglia sarebbe felicissima di vedere te e Lane insieme a noi questo Natale.”
    “Volentieri Harry. Molto volentieri. Anche se non credo che sarebbe salutare tenere uniti i ragazzi anche durante le feste.” Rispose l’uomo mentre salutava il figlio “Mi raccomando Andy, fai una strage a scuola, e voglio sapere in che casa sarete! Sperando che vi mettano insieme.”
    “Ti scriverò James! Voglio che tu mi dica chiaro e tondo cosa ti dirà Piton appena ti vedrà! D’accordo?” disse Remus agitando la mano.
    “Chi?” urlò James perplesso di rimando ma gli altri si limitarono a ridere mentre il treno scompariva alla vista.
     
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  4. Koala3
     
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    Prima!!!!
    Cmq complimenti!!!!Proprio bello il cap!!! Adesso le coppie sono tutte chiare!!! Sono super contenta!!!
    Continua cosi!!!!
    CITAZIONE
    “Chi?” urlò James perplesso di rimando ma gli altri si limitarono a ridere mentre il treno scompariva alla vista

    Presto lo scoprirai!!
     
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  5. desdeus
     
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    Molto divertente mi è piaciuto molto. Hermione stile Molly poi è eccezionale.

    Ciao Dea.
     
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  6. lex_ti amo
     
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    Eccomi di nuovo.. scusate l'assenza ma ho avuto problemi con il pc..Si prosegue!
    L'ultima parte del secondo capitolo.

    CAPITOLO 2 [parte seconda]

    I due ragazzi andarono alla ricerca dello scompartimento con i loro bauli. James si rivolse a Joe “Vieni con noi?” lei scosse la testa e i lunghi capelli castani le ricaddero sugli occhi verdi dandole un’aria davvero affascinante. “Devo andare dalle mie amiche. Ci vediamo James, ciao sgorbio.” Aggiunse dando un pugno al fratello prima di correre via. Andy si rivolse all’amico “Credi che potremmo essere in case diverse? Insomma, sarebbe un incubo.”
    “No, non credo. Beh io… non lo so! Spero di no!”
    Ma non sarebbero stati in case diverse. Raggiunsero la stazione di Hogsmade e poi Hogwarts. James e Andy entrarono nel salone pronti a fare lo smistamento come da manuale. Rimasero ad aspettare parecchio e videro la professoressa che li aveva accompagnati li scambiare parole entusiaste con un altro insegnante dai capelli neri, unticci che gli incorniciavano il viso. A un certo punto quell’insegnante gli rivolse un’occhiata penetrante e gli sembrò di essere perforato dall’esterno, come se qualcuno stesse fissando nella sua mente. La sensazione di gelo che provò non gli piacque affatto. Distolse lo sguardo finche la professoressa McGranitt non chiamò il suo nome. “James Sirius Potter”. Mentre si sedevano entrambi al tavolo di Grifondoro sapeva che stava per iniziare una delle avventure più entusiasmanti della sua vita. Notò con disappunto che il professore di prima lo stava di nuovo fissando. Il suo sguardo era gelido, cattivo, quasi spaventato per un attimo. James si chiese se quell’uomo avesse conosciuto suo nonno. Forse per questo lo osservava tanto, per la somiglianza. Si passò una mano tra i capelli e lo vide sussultare. James si convinse che doveva essere per suo nonno. Suo padre gli aveva detto che anche lui si passava una mano tra i capelli. Corse con gli occhi lungo il tavolo degli insegnanti e vide il preside, Armando Finder che parlava animatamente con una donna bassa e con un cappello tutto rattoppato. Sembrava un discorso su una pianta. James sbadigliò e lanciò un’occhiata a Andy “Ehi Park.” Sussurrò stanco e sazio. “Per un attimo ci ho pensato davvero sai? Al fatto che avremmo potuto essere in due case differenti.” Lui sorrise e lo guardò con compassione “Ma come sei ingenuo Jay! Davvero hai preso sul serio l’dea?” Scosse la testa come se parlasse con un bambino un po’ troppo piccolo e si mise a ridere. A un certo punto, il preside si alzò e il mormorio della sala sparì. “Benvenuti a tutti quanti e salve ai nostri vecchi studenti. Un nuovo anno è iniziato e io voglio ricordare, come faccio tutti gli anni, il nostro vecchio preside, colui che dirigeva questa scuola prima di me. Albus Silente. Ucciso tragicamente da Lord Voldemort. [questa cosa può essere o non essere inventata rispetto alla realtà dipinta dalla Rowling, per cui non prendetela come oro colato. NdA] Lo voglio ricordare come lo ricordereste voi. Un preside, un compagno, un amico. E ora, voglio spiegare brevemente le regole ai nuovi arrivati. Il nostro Argus Gazza ha una lista completa di tutti gli oggetti banditi sulla porta del suo ufficio e su tutte le bacheche della scuola. L’accesso alla foresta proibita è naturalmente proibito, come dice la parola e per chiunque voglia far parte della squadra di Quiddich della sua casa si rivolga ai capitani. Richard Cormac per Grifondoro” un ragazzo biondo alzò la mano dal tavolo di Grifondoro, era alto e aveva un’aria simpatica. “Julianne Hooper per Corvonero” fu il turno di una ragazza decisamente bruttina con corti capelli neri di alzare la mano. “Carolina Digger per Tassorosso e Simon Grove per Serpeverde.” Una ragazza molto carina con capelli neri come la pece e occhi verde chiaro e un ragazzo alto con l’aria truce e gli occhi scurissimi alzarono la mano a turno. “Bene.” Continuò Finder pacato “Ora suggerisco a tutti di andare a letto. I prefetti di ogni casa hanno il compito di guidare gli studenti del primo anno verso i dormitori. Buona notte a tutti.” Si alzò un trambusto incredibile mentre tutti si alzavo e mentre i piatti sparivano dal tavolo. James si stiracchiò e, insieme a Andy, seguì Richard (che a quando pare doveva essere prefetto oltre che capitano della squadra di Quiddich) e una ragazza dall’aria solenne che a James non piacque per niente. Il dormitorio di Grifondoro era nella torre più alta e impiegarono un paio di minuti ad arrivarci. James non vedeva l’ora di scrivere una lettera a suo padre per raccontargli che era diventato un Grifondoro. Sussurrò qualcosa a Andy e affrettò il passo verso Richard. “Ehm…” gli sussurrò a fianco. Non sapeva che tipo era e come l’avrebbe presa. Lui si voltò a guardarlo sorridente “Dimmi tutto.” James sorrise a sua volta e disse “Io sono James, James Potter. Ecco io…” lui lo interruppe “Sei parente con Harry Potter?” James annuì “Si! Lui è mio padre.” Richard fischiò “Wow… beh che cosa c’è James?”
    “Puoi chiamarmi Jay. Io… volevo chiederti se posso entrare nella squadra di Quiddich quest’anno.” Lui lo guardò perplesso “E in che posizione vorresti giocare?”
    “Cercatore!” disse subito James. Richard annuì. “Si, la stazza del cercatore ce l’hai, piccolo e veloce. Oltretutto abbiamo proprio bisogno di un cercatore, sembra che nessuno sappia giocare a Quiddich qui dentro. Io sono Cacciatore, ma non ti ho mai visto prima, di che anno sei?” James sospirò temendo che i sospetti del padre fossero fondati “Del primo. Allora posso?” il prefetto scosse la testa dispiaciuto “No, quelli del primo anno non possono entrare in squadra, è impossibile. Mi dispiace.”
    “Ma dai Richard! Ti prego non si potrebbe fare un’eccezione? Mio padre c’è entrato al primo anno e mio nonno al secondo, entrambi come cercatori. Io sono bravo, non puoi fare uno strappo alla regola?” Richard scosse la testa “Il mio nome fa schifo. Chiamami Rich. Mi dispiace Jay ma non credo di potere. A meno che io non abbia un permesso speciale dalla professoressa McGranitt per la tua presenza ma è difficile averlo. Dovresti essere proprio un fenomeno. Che tu sia bravo lo immagino ma tuo padre era qualcosa di eccezionale, avrebbe potuto andare in nazionale se non fosse andato a caccia di Tu-Sai-Chi.” James annuì sconsolato “Sarà per l’anno prossimo Jay.” Disse Rich fermandosi davanti a un ritratto. Si girò verso la sua amica “La parola? L’ho dimenticata.” Lei gli lanciò un’occhiata penetrante e disse, rivolgendosi ai ragazzini del primo anno, “Ascoltatemi bene. La parola d’ordine è: Mandragola d’accordo? Tenetela a mente perché non verrà ripetuta e vi sarà comunicato quando la parola d’ordine cambierà. E ora…” si rivolse al ritratto di una Signora Grassa e sussurrò la parola d’ordine. Lei scattò di lato lasciando aperto un passaggio nel muro. “Entrate. Troverete sui vostri letti l’orario delle lezioni di ognuno di voi che cominceranno domattina. Se farete tardi e se non rispetterete le regole farete perdere punti alla vostra casa e potreste essere puniti. Quindi cercate di comportarvi bene ed evitate lo scontro con le altre case. Non dobbiamo sfigurare!” Aggiunse lanciando un’occhiata a James, come se avesse trovato intollerante che uno del primo anno avesse parlato con tanta confidenza a un prefetto
    “Madonna Lavanda come sei fiscale! Mi stavo per addormentare.” Disse Rich ad alta voce e tutti scoppiarono a ridere. Lavanda gli scoccò un’occhiata truce e entrò nel buco del ritratto come se fosse stata offesa. Lui si girò verso tutti “Bene, così è meglio. Anche se l’ha detto in modo molto borioso ha ragione. Non mettetevi nei guai ragazzi. Dobbiamo vincere la Coppa delle Case quest’anno e dobbiamo prendere a calci i Serpeverde.” Tutti annuirono e entrano subito dopo di lui nella Sala Comune. Era grande e spaziosa, con un camino, alcuni tavoli e molte poltrone. Ai lati c’erano le scale che portavano rispettivamente nel dormitorio femminile e maschile della casa. James sorrise e andò con Andy verso la loro camera. I ragazzi del suo anno a Grifondoro erano sei in tutto, compresi lui e Andy. Entrarono uno dopo l’altro depositando la giacca sul proprio letto. Ognuno aveva il letto con le iniziali del nome incise sul legno e aveva il proprio baule alla fine. James era talmente stanco che non riusciva nemmeno a stare in piedi. Aprì il suo baule dalla parte dei vestiti ed estrasse il suo pigiama nuovo. Gliel’aveva messo dentro suo padre prima che partisse. Lo estrasse e notò che era scarlatto con il simbolo di Grifondoro sul petto. Sorrise, suo padre sapeva che sarebbe finito a Grifondoro. Se lo infilò e si mise sotto le coperte. Scrutò nell’ombra per un po’ prima di addormentarsi. Fece un sogno strano. Lavanda, il prefetto della sua Casa gli diceva che era un perdente e che non aveva senso che lui stesse nella loro casa ma a un certo punto lei si trasformò nel professore che aveva sussultato quando si era passato una mano nei capelli che gli diceva che avrebbe dovuto andarsene dalla scuola o l’avrebbe cacciato lui. poi sognò qualcuno con la faccia nera che cercava di vendergli una cioccorana per mille galeoni. Per il resto, James Potter passò una notte tranquilla.


    CHE NE DITE?
     
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  7. Koala3
     
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    Dico chè è semprepiù bellina questa ff!!!Mi è piaciuto molto il cap sopratutto quando James ha parlato con Rich...Molto, molto carino...
    Continua così!!!
     
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  8. lex_ti amo
     
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    Ormai posto solo per te ma dato che ti piace lo faccio volentieri. Ecco a te l'intero capitolo 3:

    Capitolo 3

    “Jay... dai… Jay.. JAY!!” urlò qualcuno. James sussultò e si voltò di scatto. “Cosa… come?” Andy lo fissava mentre cercava di vestirsi il più in fretta possibile. “Non è più come quando dormivamo fino a mezzogiorno a casa tua Jay! Siamo in ritardo! Abbiamo pozioni le prime due ore e mancano due minuti alle otto!” James trasalì e cadde dal letto. si tolse il pigiama di Grifondoro e si vestì velocemente, il più velocemente che poteva. Si misero la borsa in spalla e corsero il più velocemente possibile giù per le scale di Grifondoro. L’aula di Pozioni era la più distante dal dormitorio. Si trovava nei sotterranei del castello e ci volevano come minimo cinque minuti per arrivarci. Corsero talmente forte che sentirono quasi il fiato mancargli. A un certo punto James entrò velocemente nella segreta dove, a malincuore, vide la classe già disposta e il professore con i capelli unti che lo fissava malignamente felice “Potter! Potter che ci degna della sua presenza. Che cosa magnifica, Potter e il suo amico Parker che desideravano fare un’entrata trionfale. Come stai, signor Potter? Hai dormito bene questa notte?” James decise di dire qualcosa di avventato, non sapeva come ma quell’uomo lo irritava e, ancora inconsciamente, sapeva di essere molto ampiamente odiato. “Si, a dire il vero si. Ho dormito molto bene. Ho fatto un sogno strano ma ho dormito bene. Grazie.” Molti risero di gusto o almeno i Grifondoro lo fecero. Facevano lezione con la classe di Serpeverde che li fissava arrabbiata. “Sei soddisfatto di te Potter?” James annuì, sempre deciso a non mollare “Si.”
    “Si, Signore!”
    “Non c’è bisogno che lei mi chiami Signore, Professore.” Quell’uomo impallidì e la classe di Grifondoro rise di nuovo. James si guardò intorno compiaciuto. Andy rideva come un matto “Ora basta!!” Gridò lui all’improvviso e tutti tacquero. “Io sono il professor Piton, James Sirius Potter.” Inarcò le labbra mentre pronunciava il suo nome completo. James mise le mani dietro la schiena “E mi devi chiamare signore o professore quando siamo qui perché io non sono come quelli con cui hai a che fare. Mi devi rispettare o saranno guai. Siamo stati chiari?” James sorrise amabile “Certo, professore. Cristallini direi, ma, se mi permette, vorrei essere chiaro anche io con lei.” Piton lo guardò sempre più arrabbiato, come se non potesse sopportare la sua vista ma James fece finta di niente e continuò “Sul registro il mio nome dovrebbe essere scritto James Potter. Gradirei che lei mi chiamasse così, grazie.” Lui sorrise maligno “Non ti piace il tuo secondo nome, Potter?”
    “No, no mi piace! Mi piace molto, solo che l’unico che mi chiama Sirius è mio padre, e gradirei che continuasse ad essere così.”
    “Tuo padre ti chiama Sirius?”
    “è quello che ho detto. Non l’ho appena detto? Pensavo di si.” I Grifondoro risero di nuovo e lui si crogiolò nelle loro risate. Era piacevole. “Ora basta. Andate al posto tutti e due, e venti punti in meno per la vostra insolenza! E altri dieci punti in meno per il ritardo” James andò verso gli unici due posti vuoti vicini e si sedette. Andy, invece rimase in piedi. “Signore non sono d’accordo con la sua decisione.” nuove risate. Una ragazza lo guardava ammirata, come se non avesse mai visto un ragazzo. “Prego Parker? Puoi ripetere?”
    “Professore, scusi se posso permettermi ma lei ha dei problemi di udito a parer mio. Insomma, prima non ha capito quello che il mio amico James, il mio caro amico James diceva e ora mi chiede di ripetere. Io sono un amico dei disabili. Aiuto sempre le persone in difficoltà, le compatisco ma lei dovrebbe farsi controllare.” James scoppiò a ridere e si chinò con la faccia sul banco per cercare di nascondere il rumore e subito dopo tutti gli altri Grifondoro scoppiarono a ridere di gusto. I Serpeverde guardavano Andy disgustati, come se fosse malato e terribilmente contagioso. Piton, invece, lo guardava con un odio che faceva quasi paura. “Vai a sederti Parker. Tu e Potter in punizione da me domenica mattina. Vi insegnerò io a essere così insolenti. La musica cambia qui ragazzi, io ve la farò cambiare.” James sorrise e batté il suo pugno contro quello dell’amico e subito dopo si passò una mano nei capelli, spettinandoli di più. Alle loro spalle due ragazze li guardavano come se fossero appena scesi dal regno dei cieli. Il professor Piton cominciò a spiegare che Pozioni era una materia molto difficile e che bisognava avere acume per riuscire a prendere voti alti. A un certo punto iniziò a spiegare gli ingredienti per una pozione d’amore potentissima e James si stava annoiando a tal punto che sbadigliò talmente rumorosamente che, come prima, tutti i Grifondoro scoppiarono a ridere. Piton lo guardò come se avesse intenzione di ucciderlo, come se lo premeditasse da anni. Si alzò di scatto ed estrasse la bacchetta, tutti trasalirono. James sostenne il suo sguardo con indifferenza, non avrebbe osato stregarlo. Oppure si? Cercò di non far vedere quel leggero timore che si stava risvegliando nel suo corpo e mosse appena la testa di lato. Piton sussurrò irato: “Vieni fuori Potter. Andremo dalla direttrice della tua casa. Io ti faccio buttare fuori prima della fine della scuola” James alzò un dito “Ecco! Era una cosa così che ho sognato questa notte. Un tizio che mi diceva che me ne dovevo andare. Ma non mi viene in mente chi era, forse eri tu…” aggiunse rivolto all’amico.
    “Io?” chiese lui con finta indignazione “Io non ti vorrei mai fuori di qui James! Come ti salta in mente?”
    “Non lo so… non decido mica io quello che devo sognare!” Piton gli puntò la bacchetta addosso ed entrambi tacquero all’istante, tremava di rabbia. “Esci Potter, ora!” gridò, il volto deformato in un ringhio di rabbia. James si alzò e mentre usciva lanciò un’occhiata alla ragazza che stava dietro di lui e si passò una mano nei capelli, lo faceva sempre non poteva evitarlo. Lei gli scoccò uno sguardo di disgusto e si voltò dall’altra parte. Sentì la porta della segreta chiudersi alle sue spalle e Piton che lo afferrava per il collo e lo sbatteva contro il muro. James fece fatica a respirare. Afferrò con una mano il braccio di Piton e intravide qualcosa di nero, ma nella posizione in cui era non riusciva a vederlo bene. “Ti avverto Potter, ti avverto una volta per tutte. Non mi importa che tu ti senta un Dio, che tu ti senta un essere invincibile. Non puoi fare il furbo con me come puoi fare con i tuoi amichetti. Posso diventare molto cattivo se voglio.” Poi, vedendo che James stava diventando blu in viso lo lasciò andare e lo osservò mentre si afflosciava a terra ansante “Io andavo a scuola con tuo nonno, e insegnavo a tuo padre.”
    James alzò lo sguardo per la prima volta interessato a quello che diceva. Suo nonno… era andato a scuola con suo nonno, ma James dubitava che fossero amici. “Fisicamente siete tutti molto simili ma tu e tuo nonno siete due gocce d’acqua e, incredibile ma vero, ti chiami proprio come lui, a parte il tuo secondo nome. Andavo a scuola anche con Sirius Black sai? E anche con Remus Lupin, credo che tu lo conosca. Li ho conosciuti tutti e conoscerò anche te. Ma come ho già visto sei identico a loro. Arrogante e presuntuoso. Inizierai a pavoneggiarti in giro per la scuola, inizierai a giocare a Quiddich e molti ti ammireranno per niente. Sei e sarete tutti semplicemente dei palloni gonfiati.” James sentì improvvisamente le forze riprenderlo. Si alzò di scatto e si trovò faccia a faccia con Piton, anche se lui era decisamente più alto. “Lo ripeta se ha il coraggio.”
    “Che cosa hai detto Potter? Come osi…”
    “Non le permetto di offendere la memoria di Sirius e di mio nonno, per non parlare di mio padre e di Remus. Mi ha portato qui fuori solo per prendermi al collo oppure doveva dirmi dell’altro? Perché mi sto stancando.” Piton fece un passò verso di lui e James sentì il cuore gonfio di paura. Aveva la sua bacchetta nella veste ma non sapeva nemmeno da dove cominciare a usarla. Nonostante questo, non si mosse. Piton mosse lentamente la sua e ne uscì un foglio di pergamena sigillato. Lo porse a James “Portalo alla professoressa McGranitt. E quando hai fatto torna in classe. Muoviti!” urlò alla fine e James si diresse a passo di corsa verso l’ufficio della McGranitt. Non era una buona media, una punizione il primo giorno di lezioni. E probabilmente anche Andy era citato. James si ripeté nella testa che aveva fatto bene, che se l’era meritato, che non avrebbe potuto permettergli di offendere suo padre e suo nonno. Quando fu davanti all’ufficio della professoressa di Trasfigurazione bussò alla porta. Sentì la sua voce invitarlo ad entrare e così fece “Ehm… professoressa, mi scusi se la disturbo, ma avrei questo da consegnarle, da parte del professor Piton.” E gli porse la pergamena. La McGranitt la osservò per un lungo istante poi lesse velocemente il foglio bianco. “Potter, qui dice che sei in punizione domenica per tutta la mattina e …” diede un’occhiata alla pergamena “Anche il signor Parker è con lei. È vero?” James annuì
    “Incredibile…” sussurrò la McGranitt.
    “Cosa professoressa?” si affrettò a chiedere James.
    “Incredibile che tu e Parker siate in punizione dopo la prima ora del primo giorno di scuola. Qui il professor Piton dice che l’hai insultato. È vero?” sussurrò come se non volesse crederci. James annuì “Aveva insultato mio padre e mio nonno, Remus e Sirius e io gli ho semplicemente risposto.. tutto qua. Non l’ho insultato.” La McGranitt lo scrutò si nuovo e posò il foglio sulla scrivania. “Bene Potter. Sarete in punizione domenica mattina, è inevitabile, ma dovete cercare di evitare lo scontro con Severus Piton d’ora in avanti. Tu sei la fotocopia di tuo nonno, James. Non c’è nulla fuori posto. Mentre il tuo amico Andrew accanto a te ricorda terribilmente Sirius Black. L’accoppiata James-Sirius. E il professor Piton non era decisamente amico loro. Evitalo James, e quest’anno filerà liscio come l’olio. Non sono molto contenta dei guai che dovrò passare a corrervi dietro se siete come il vecchio James Potter e il vecchio Sirius Black.” James annuì e sorrise. Era contento di quel paragone. “Mi scusi professoressa. D’ora in avanti cercherò di farmi punire da qualcuno che non sia il professor Piton.” La McGranitt si lasciò sciogliere in un breve sorriso e fece cenno a James di andare. Il colloquio era terminato. James sorrise e uscì dall’ufficio. Si diresse di nuovo verso l’aula di pozioni. Quando entrò tutti si voltarono a guardarlo e ogni singolo Grifondoro gli sorrise cercando di farsi notare. “Siediti Potter.” Disse Piton guardandolo. James si passò una mano nei capelli e si sedette accanto a Andy che voltò lentamente la testa perso di lui “Che cos’è successo Jay?” lui sorrise guardando Piton che aveva ricominciato a parlare “Di tutto Park, di tutto.”

    Settembre passò molto velocemente. Se James aveva pensato che sarebbe stato fantastico e che avrebbe imparato degli incantesimi bellissimi e facilissimi si sbagliava di grosso. Gli insegnanti sembravano essersi dimenticati che loro possedevano anche una bacchetta e di conseguenza non facevano che studiare teoria. La professoressa McGranitt, che a primo impatto gli era sembrata simpatica, ora si stava ricredendo. Riusciva con facilità a mantenere il silenzio in classe e tutti gli studenti capirono subito che sarebbe stata una materia complicata. James passeggiava con Andy per il parco. Era pomeriggio e non avevano lezioni. Loro due erano diventati parecchio popolari tra tutti i Grifondoro dopo quello che avevano combinato nell’aula del temuto professore di Pozioni e non si faceva che parlare di loro. Si sedettero sull’erba a guardare due ragazzi che volavano sulle loro scope e si passavano una palla in aria. Non erano molto bravi, probabilmente non facevano parte di una squadra. James spostò lo sguardo invidioso verso destra e vide Rich, il Capitano, che scherzava sull’erba con alcuni amici. Notò anche che i ragazzi gli lanciavano parecchie occhiate mentre si passavano la palla e Harry presumesse che cercassero di attirare la sua attenzione. A un certo punto una ragazza dietro di lui strillò. James e Andy si voltarono di scatto e videro il suo libro che volava via e lei che gli correva dietro esasperata. Uno dei ragazzi sulla scopa la raggiunse e così fece James. Intanto il libro era volato a venti metri di altezza. “Che succede?” chiese lui con la palla ancora tra le mani. Lei lo guardò implorante “Hai la scopa! Puoi andare a riprendere il mio libro? Gli ho fatto un incantesimo per sbaglio!” lui la guardò indignato “No! Non mi va”
    “Dai! Cosa ti costa?”
    “Ci vado io!” James era spuntato da dietro di loro e entrambi si erano voltati a guardarlo. Andy, accanto a lui, fece un respiro profondo e andò a sdraiarsi su un albero vicino.
    “Cos’è che vuoi fare?” chiese il ragazzo con fare sarcastico ancora sulla scopa. “Voglio andare a prendergli il libro!” rispose James sicuro di se. Lui si mise a ridere “Ma per favore, un pivellino del primo anno che…”
    “Dieci galeoni che ci riesco.” Disse subito James, sempre deciso a montare su quella scopa. Lui sorrise e sghignazzò “I soldi più facili della mia vita. Ecco.” Scese dalla scopa e gliela porse. James la inforcò e scalciò per salire. Il libro schizzò avanti. Il ragazzo a terra rise. Quella scopa non era come quella di suo padre ma non era neanche male. Mise i piedi all’indietro e scattò come un saetta verso il libro che subito si apprestò a scappare. Lo inseguì per molto parco, virando e sterzando anche all’improvviso con molta maestria. Il ragazzo a terra non rideva più. A un certo punto il libro si spostò vero il centro del lago e James lo seguì velocemente. Trasalì quando lo vide scendere in picchiata e sorrise. Le picchiate erano la sua specialità. Si buttò all’inseguimento del libro e sentì la scopa vibrare: stava acquistando velocità. Il vento gli scompigliava i capelli facendo stare bene. Sentiva l’aria entrare nei vestiti e un desiderio di onnipotenza lo pervase. Come poteva rinunciare a tutto quello? Lui voleva volare, lui doveva volare. Si stava per avvicinare alla superficie del lago e si appiattì più che poté sulla scopa. Posò un piede sul manico e stacco un braccio. Lo tese verso il libro. Era a pochi centimetri dal libro e a pochi metri da terra. Non appena le sue dita si serrarono sul libro il braccio che teneva la scopa arrestò la picchiata e il piede che aveva posato sul manico fece leva per fermarsi con più foga. La scopa tornò in posizione verticale. Posò i piedi a terra e li sentì prendere a leggerissimi schiaffi l’acqua. Si alzò in alto e volò verso i due ragazzi con il libro stretto tra le mani, mentre molti applaudivano. Decise di strafare e mentre si librava lasciando il contatto con l’acqua fece una capriola all’indietro e si staccò per un attimo dalla scopa. Un’impresa perfetta che andava a collimare con l’immagine già famosa di James Potter. Atterrò vicino alla ragazza e le porse il libro. Lei lo guardò con un grande senso di ammirazione, come se stesse per baciarlo. Il ragazzo invece era scioccato. James scese dalla scopa e si voltò per raggiungere Andy, che era ancora sdraiato sull’erba ma si trovò davanti Rich Corner. “Ora so cosa intendevi Jay. Cavolo, non ho mai visto uno volare così a parte tuo padre. Farò richiesta per farti entrare come cercatore. Picchiata e arresto perfetto comunque.” Aggiunse allo sguardo estasiato di James “Ci si vede Jay! Ciao Andy” Andy alzò un braccio per salutare e James lo raggiunse sull’erba ancora sorridente per l’impresa.
     
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  9. desdeus
     
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    Divertentissimo mi è piaiciuto molto il pezzo con Piton poi è eccezionale.

    Ciao Des
     
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  10. Koala3
     
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    E' troppo bello il pezzo con Piton, stò anocra muorendo dalle risate!!!!Complimenti anche per il secondo pezzo!!!E' stupendo...
    Continua per favore perchè sei bravissimo a scrivere, e poi non ce ne sono di storia di questo tipo!!!!
    Continuaaaaa!!!!!!!!
     
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  11. lex_ti amo
     
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    Grazie, davvero!!
    Ecco la prima parte del quarto capitolo.. intero era troppo lungo.. smile.gif

    Capitolo 4 [parte prima]

    James decise che si sarebbe impegnato al massimo per non deludere le aspettative di tutti, da Remus a suo padre e decise che avrebbe dato il meglio anche in pozioni. Per uscire con il massimo dei voti. Purtroppo, con gli allenamenti di Quiddich tre sere la settimana e l’incredibile mole di compiti si ritrovò a passare insieme a Andy parecchie notti insonni per svolgere egregiamente ogni tema che gli veniva assegnato, ogni incantesimo sul quale si doveva esercitare e si rese ben presto conto che in pozioni doveva sgobbare il doppio degli altri per ottenere buoni voti. La pressione che Piton faceva su di lui era impressionante e il modo in cui lo maltrattava stava rasentando l’incredibile. Ogni lezione che passava peggiorava sempre di più James iniziò a pensare che prima della fine dell’anno avrebbe sicuramente cercato di ucciderlo. Ora era seduto in biblioteca con Andy a finire il tema per il professor Rùf: l’insegnante fantasma di Storia della Magia. La materia più noiosa che avesse mai solcato quella scuola. Stava finendo l’ultima frase su Guelindo il Burlone che aveva da solo sterminato un centinaio di Goblin durante una rivolta del 1652 quando sentì qualcuno sedersi alla sedia davanti a lui. Alzò lo sguardo dalla foto di Guelindo per trovarsi faccia a faccia con Rich Corner. “Ehi Jay! Ciao Andy.” Andy lo saluto con la mano senza staccare lo sguardo dal libro e Rich si rivolse a James “Scusa se ti disturbo ma ti volevo comunicare che ho aggiunto un allenamento per questa sera.” James lasciò andare la penna. “Cosa? Io pensavo di fare il tema di Piton questa sera, Rich!” lui lo guardò severo “Beh lo farai un altro giorno. La prima partita del campionato è stata anticipata a Domenica subito dopo le vacanze e avremo poco tempo per allenarci così ho dovuto aggiungere un allenamento. Giochiamo contro Serpeverde e non sarà semplice Jay, quindi preparati al peggio.” James annuì riprendendo in mano la piuma. “Non ti preoccupare Rich vinceremo. Ne sono sicuro, anche perché credo che morirei se dovessi guardare la faccia di Piton mentre mi faccio fregare il boccino da quel Miggs.” Rich sorrise compiaciuto e disse: “Questo è lo spirito giusto Jay! A proposito, tuo padre ti ha mandato la Firebolt? Per gli allenamenti puoi ancora usare la Stella Freccia della scuola ma non puoi cavalcare quel ciocco arrugginito alla partita contro Serpeverde!” James sospirò esasperato “Gliel’ho detto a mio padre! Gliel’ho detto! Ma dice che ha avuto da fare… ma ho tutte le vacanze per prendergli la scopa. Non ti preoccupare.”
    “Bene d’accordo, per questa sera userai quel catorcio. Allora ci vediamo. Ciao Andy!” Andy alzò nuovamente la mano e James guardò Rich imbronciato mentre se ne andava “Fantastico” sbottò “Se faccio il tema di Pozioni questa notte, dopo l’allenamento, rischio di prendere un voto basso.”
    “Non ti preoccupare Jay.” Rispose Andy alzando la testa per la prima volta “Lo faccio io dopo cena poi ti faccio copiare. Non c’è problema.” James lo guardò sorpreso.
    “Dici sul serio?” sussurrò. “Certo!” esclamò Andy “Per chi mi hai preso?” James sorrise e gli lanciò uno sguardo compiaciuto. “In questo momento ti sposerei.”
    “Non sei il mio tipo.” Sghignazzò Andy mentre mettevano i libri di Storia della Magia nella borsa e insieme si diressero verso l’aula di Trasfigurazione per le lezioni del pomeriggio.
    “Buongiorno ragazzi.” Li salutò lei mentre si mettevano seduti. James lanciò uno sguardo a Rails a cui lei non rispose e guardò la McGranitt sconsolato. Era la ragazza più carina che avesse mai visto ma naturalmente lei non sembrava interessata a lui. era lei che lo aveva guardato disgustata durante la prima lezione di Pozioni. Si sforzò di concentrarsi su quello che stava dicendo la McGranitt. “Natale si sta avvicinando quindi non faremo niente di nuovo. Voglio solo che vi esercitiate a trasfigurare quell’ago come nella lezione precedente. Ricordate, deve diventare un fiammifero. Poi voglio che per le vacanze mi facciate un tema completo sulla trasfigurazione degli animale che dovrà essere minimo di cinquanta centimetri. Quindi due fogli di pergamena. E ora cominciate.” Tutti si concentrarono per fare ciò che gli veniva richiesto ma era più facile a dirsi che a farsi. James ci riuscì al quarto tentativo e Andy al terzo. Il resto della classe (a parte Rails, notò James con piacere) non riuscì ad ottenere qualcosa di più di un ago di legno. “Bene. Voglio anche che vi esercitiate in quest’operazione durante le vacanze. Solo Potter, Parker e Rails sono riusciti a farcela quindi esercitatevi! Arrivederci” aggiunse un attimo prima del suono della campana. James guardò l’orario “Abbiamo la Sprite poi possiamo andare a cenare.”
    Il mattino dopo a colazione James, ancora distrutto per l’allenamento della sera prima, vide che, con la posta del mattino, si avvicinava una candida civetta che conduceva verso di lui: Edvige.
    Sorrise mentre apriva la lettera del padre e mentre Edvige si appallottolava allegra sulla sua spalla. Aprì la lettera e la lesse.

    Caro Sirius,

    Spero che questo inizio d’anno sia andato bene e dalla lettera che Remus ha ricevuto i nostri sospetti erano fondati su Piton. Mi dispiace che tuo nonno ti crei tanti problemi di convivenza con i professori ma sono sicuro che te la caverai ugualmente. Volevo comunicare a te e a Andy che passeremo il Natale alla Tana tutti insieme. Ci sarà un bel casino ma ti sei sempre abituato alle situazioni più scomode. Contando i partecipanti
    mentalmente per ora ci siamo noi quattro (io, te, Andy e la mamma) più i nonni e la famiglia di Andy (tranne Joe, lei va da un amica). Remus, gli zii (Bill, Fleur e Charlie non ci
    saranno), Tonks e Moody. Pensavamo di invitare anche Piton e la McGranitt visto che hanno fatto parte dell’Ordine ma non sono sicuro della loro presenza. Voglio dire, la McGranitt potrebbe anche venire ma sono fermamente convinto che Piton non si farà vedere. Forse non dovrei nemmeno invitarlo…pensa se cade in un momento di follia e decide di venire.


    James rise compiaciuto e così fece Andy, che leggeva la lettera da sopra la sua spalla.

    Comunque ci vediamo tra poco. Fatevi trovare la mattina del 23 Dicembre alla stazione di Hogsmade. Non immagini nemmeno come sono emozionati i nonni. Non vedono l’ora di riempirti di domande sulla scuola. Bene…il Natale si passa in famiglia! Dovresti esserne contento perché io ho fatto tutti i miei Natali a Hogwarts insieme a Ron e a Hermione, a parte gli ultimi due. Ciao Sirius stammi bene,
    A presto, Harry (tuo padre)


    James rise di nuovo e alzò lo sguardo su Andy. “Bene. Non avevo voglia di rimanere a Hogwarts. Vuota deve essere altamente deprimente.” Andy annuì “Già. E pensa se invitano Piton e quello viene veramente. Ci sarebbe da ridere.” James rise. “Gliene farei passare io delle belle. Dopo tutto non può mica punirci mentre siamo a casa nostra.”
    “No ma può farlo dopo.”.
    Più le vacanze di Natale si avvicinavano più i professori si agitavano e li riempirono di compiti. James e Andy riuscirono a farne qualcuno la sera prima di partire per la Tana ma dovettero lasciare il tema della McGranitt a metà dal momento che avevano ancora da fare i bagagli. La mattina del 23 si fecero trovare alla stazione di Hogsmade con i bagagli pronti. Non avendo idea di chi sarebbe venuto e come per un attimo si chiesero se avrebbero dovuto passare il Natale seduti sui bauli alla stazione. A un certo punto videro una macchina svoltare di getto davanti a loro, apparendo dal nulla. Remus scese sorridendogli. “Remus!” esclamò James salendo in piedi sul suo baule. “Sono felice che sia venuto tu. Ma come mai non c’è mio padre?” Remus alzò le spalle. “Aveva da fare. Allora, vuoi aspettare che tuo padre finisca di fare quello che deve o vuoi caricare i bauli e montare in macchina?” James sorrise e Remus fece un incantesimo ai loro bagagli per caricarli senza sforzo e salì in macchina seguito a ruota da Andy e James. “Allora…” cominciò Remus mentre l’auto svoltava e spariva alla vista “Come ti va la vita a Hogwarts, James?” James sorrise e accese la radio. “Niente male… me la cavo, insomma, prendo voti alti! Ho solo qualche piccolo problema in pozioni.” Remus rise. “Mi dispiace James, ma era inevitabile considerando il nostro rapporto, l’identità di tuo padre, quella di tuo nonno, il nome che porti e il tuo aspetto. Un aspetto che Piton ha invidiato e odiato per sette anni quand’era a scuola. Abituatici e dai il meglio. Non potrà darti un voto basso davanti a un tema perfetto.”
    “è quello che ho pensato anche io. Senti Remus devo chiederti una cosa. Sai qualcosa della scopa di mio padre?” Remus rimase in silenzio per un attimo come se valutasse la sua risposta. “La… ehm… scopa di tuo padre dici? Cosa dovrei sapere su una scopa? Sei nella squadra di Quiddich ho saputo!”
    “Non cambiare discorso, sei un po’ troppo furbo per i miei gusti.” Remus rise e fece quasi finta di non averlo sentito, ma con scarso successo. “Comunque si, sono nella squadra. Bene, ora mi parli del perché mio padre non ha avuto tempo” sottolineò accuratamente la parola. “Per spedirmi semplicemente la sua scopa.” Remus si voltò verso James e gli sorrise in modo affettuoso “Ti assicuro che non so assolutamente nulla della scopa. Magari non voleva dartelo perché… non lo so! Quando ci vediamo non parliamo del tuo manico di scopa.” James lo guardò guardingo e quando si accorse che Remus stava cambiando argomento iniziando a parlare di formaggi capì che sapeva qualcosa. Una volta alla Tana James vide suo padre che faceva un veloce incantesimo alla neve per levarla dal vialetto. “Papà!” gridò James scendendo in fretta dalla macchina e precipitandosi dal padre “Sirius!” esclamò lui di rimando stringendolo a se brevemente. “Ti dico subito che Piton ha risposto all’invito per il pranzo di Natale.” James alzò gli occhi preoccupato. Se Piton fosse venuto non era sicuro che avrebbe passato un buon Natale.
    “Mi ha scritto che preferirebbe partecipare a una festa di Orchi che venire a casa Potter.”
    “Beh poco male. Anzi meglio così.”
    “Si ma la McGranitt verrà.” James ponderò la cosa. Non era una cosa così terribile, in fondo la McGranitt era severa ma simpatica. Entrò in casa seguito a ruota dal padre e vide Andy che veniva letteralmente strapazzato dalla madre. Quand’era entrato? James si fermò sulla soglia aspettando che tutti si girassero a vederlo. Dentro c’erano i suoi nonni, Fred e George, Hermione e Ron e Moody seduto in angolo che fumava la pipa. Quando Molly Weasley si voltò verso di lui emise un urlo talmente alto che tutti si voltarono. James non riusciva a capacitarsi del fatto che per corrergli incontro riuscisse a catapultare tre sedie e a spostare il tavolo di almeno tre metri; e non si capacitò nemmeno del fatto che lo strinse talmente forte da fermargli la circolazione “Nonna…” disse con voce strozzata. “Mamma lascialo! Non vogliamo che muoia asfissiato” sbottò Fred Weasley. Lei lo lasciò andare “Come stai James? Hai tante cose da raccontarmi! Come va a scuola? Hai già conosciuto nuove persone immagino! Sei a Gridonforo lo sapevo! E con le lezioni? Piton ti tartassa vero? Oh James che meraviglia!”
    “Mamma!” esclamò George “Ti prego povero James! Andrà in giro a raccontare che siamo degli svitati!”
    “Ma noi siamo degli svitati” lo corresse Fred e George lo guardò con rimprovero “Lo siamo fratellino ma non vorrai mica che si sappia in giro, vero?” James rise insieme a tutti gli altri. Così, dopo che ebbe passato quasi dieci minuti a salutare tutti i possibili presenti alla Tana e ripetuto cento volte che a scuola andava benissimo si ritrovò in camera con Andy.
    “Mamma mia che strazio.” Sussurrò Andy lasciandosi cadere sul letto.”Sono in coma.” James annuì e iniziò a tirare fuori i suoi vestiti dal baule.


    Leggete e commentate!! laugh.gif

    Edited by lex_ti amo - 8/2/2006, 16:53
     
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  12. Koala3
     
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    Commento che è sempre più bella questa ff...Fanno troppo schiantare Fred e George....E' bellissima...
    Cmq ti dico una cosa. Non sarebbe niente male se ci fosse anche una traza persona, sopratutto femmina...Io te l'ho detto però...boh...forse non serve a nulla drilo visto che ti sarai fatto già una traccia....però...boh...
    Aspetto il segiuto!!!
     
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  13. lex_ti amo
     
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    Vuoi una ragazza? E chi ha detto che presto non arriverà... chi ti dice che presto James non si innamorerà pedutamente di una ragazza? laugh.gif
    Ecco a te la seconda parte del quarto capitolo:

    Capitolo 4 [seconda parte]

    La vigilia di Natale passò senza molti sbandamenti da parte della sua famiglia. Passarono una piacevole serata a ridere mentre Remus raccontava alcuni aneddoti di suo nonno e di Sirius mentre erano a scuola e, notò James con piacere, in molti era presente anche Piton.
    “Ricordo anche quando James ha appeso Piton per un piede nel parco e faceva a turno con Sirius per farlo ruotare su se stesso.” Tutti risero e James si fece cullare nel dolce ricordo di suo nonno che appendeva Piton per un piede e ritornò alla realtà quando i gemelli Weasley iniziarono a raccontare della loro infanzia e dei tormenti che suo zio Ron doveva sopportare.
    “Ti ricordi poi quando hai fatto diventare il suo orsacchiotto un ragno?” ridacchiò Fred.
    “Quello è il motivo della mia paura per i ragni! Non è proprio il caso di riderci sopra.” Ma considerando che tutta la sala stava ridendo a crepapelle Ron ci rinunciò voltandosi dalla parte opposta. A un certo punto Remus si alzò “Credo che sia ora di andare a letto.” sbadigliò e si rivolse a sua nonna. “Grazie mille della cena Molly. Era tutto ottimo. Adoro i Natali passati in famiglia… anche se non sono della famiglia.” James notò che a quella affermazione il nonno sembrò molto indignato. Infatti si alzò per guardare Remus dritto negli occhi. “Non voglio sentirtelo ripetere Remus.” Sbottò il nonno. “Tu sei della famiglia come chiunque altro qui dentro, così come lo è Tonks. Potrai andare e venire da casa Weasley…” si voltò verso Harry “E da casa Potter, credo di parlare anche a nome di Harry.” Harry annuì amabile “Certamente.” Confermò. Il nonno continuò con il suo discorso: “Che puoi andare e venire da questa famiglia quando vuoi perché ne fai ovviamente parte.” Remus sorrise e lanciò uno sguardo a James che strizzò l’occhio comodamente acciambellato sulla sua poltrona mentre il gatto di sua zia, Grattastinchi, gli faceva le fusa. La nonna si alzò e tutti capirono che era davvero ora di andare a dormire. “James, tu dormirai in camera con Remus e con Andy nella vecchia camera di Ron come vi ho già mostrato. Harry e Ginny dormiranno al secondo piano nella camera degli ospiti, Ron e Hermione dormiranno della vecchia camera di Fred e George e per Fred e George ho preparato la soffitta… Tonks, cara, sei proprio sicura di non voler restare? E tu Alastor? Signori Parker?” entrambi fecero segno di diniego la testa. “No Molly cara. Preferisco andare a casa. Ho lasciato Manuel con mia madre ma preferisco passare la notte con lui.” Ovviamente si riferiva al figlio di tre anni suo e di Remus. Lanciò un’occhiata al marito che sorrise e si diresse allegra verso la porta. Fu il turno di Moody di parlare “Anche io devo andare a casa. Devo tenere d’occhio i miei oggetti magici. A domani, se verrò.” E uscì a sua volta dietro Tonks. Anche i signori Parker erano prontissimi a rifiutare con gentilezza. “Grazie dell’invito Molly ma se per te va bene ci basta il fantastico pranzo di Natale che ci avete offerto. A domani.” Conclusero uscendo anche loro.
    James salì le scale subito dopo Remus e seguito a ruota da Andy. Una volta nei meandri della stanza non gli ci volle molto per levarsi i vestiti e mettersi i pigiami. Remus si lasciò cadere esausto sul letto sfregandosi la faccia mentre i capelli striati di grigio gli ricadevano sulle dita. “Buona notte James, notte Andy.” Entrambi mormorano un debolissimo buonanotte e si addormentarono all’istante. Un sogno strano invase la mente di James. Era in una stanza buia e l’unica fonte di luce era una lampada tascabile al centro della stanza. Un uomo incappucciato gli disse che aveva intenzione di vendicarsi e che l’avrebbe ucciso non appena avesse abbassato la guardia. James non seppe cosa fare, cercò di allontanarsi da quell’uomo che lo terrorizzava e cercò disperatamente di nascondersi ma lui diventò sempre più grande e gli urlò che se non si fosse sacrificato lui avrebbe ucciso Andy, suo padre, Remus e Rails… James cadde in ginocchio e sussurrò di non fare del male alle persone che amava, disse che poteva prendere lui se avesse promesso di non toccare i suoi amici. L’uomo si avvicinò e accanto a lui comparve una donna con il volto incavato e gli occhi perfidi come non mai. Lei aveva il cappuccio abbassato “Mi vendicherò. Ti distruggerò come tuo padre ha distrutto il mio signore.” E, detto questo, si voltò a guardare il suo compagno che si levò il cappuccio lentamente ma non appena lo fece James si svegliò di scatto urlando come non mai e cadendo dal letto in un groviglio di coperte. “James!” urlò Remus sedendosi in terra accanto a lui e afferrandolo per le spalle. James si sentiva imprigionato, mentre quelle coperte gli stringevano le gambe si sentiva dannatamente preso, braccato come una lepre ferita. “James calmati” ma James non ci riusciva a calmarsi, la faccia che aveva visto… la cosa più orribile che avesse mai visto… urlò di nuovo mentre Remus lo abbracciava stretto e lo liberava dalle coperte- “James calmati ora… o sveglierai i nonni, si preoccuperanno da morire, per non parlare del resto della casa. Potremmo stare ore a parlare di un semplice incubo. Jay, tuo padre si preoccuperebbe e sono le quattro di notte.” Questo parve calmare James. Respirava affannosamente quando appoggiò il volto sulla spalla di Remus e scalciava finalmente le coperte lontano. Sentì Andy girarsi nel letto “Che succede?” chiese con la bocca impastata. Remus scosse la testa e Andy si voltò dall’altra parte per riaddormentarsi e ci riuscì all’istante perché un attimo dopo lo sentirono russare. James non aveva smesso per un attimo di spingere il viso sulla spalla di Remus e di stringere sempre più forte il suo pigiama. “Meglio?” James strinse più forte il suo pigiama per fargli capire che non doveva andarsene da quella posizione e Remus sembrò afferrare al volo. Quel viso… quegli occhi… non li avrebbe mai scordati finché sarebbe vissuto. “Vuoi dirmi cos’hai visto di tanto terribile? Piton che ti costringeva a passare il Natale con lui, solo voi due?” James alzò la testa per la prima volta e con gli occhi umidi guardò a fondo in quelli di Remus che capì all’istante che non era il momento di scherzare. “Scusami, hai ragione.” Disse, anche se James non aveva aperto bocca. “Ti prego James, raccontami cos’hai visto.” E James lo fece, ancora accecato dalla paura non per le minacce, ma per il volto di quell’uomo, se si poteva definire così; quel volto serpentino, simile a un pitone, con due fessure al posto delle narici, due occhi incavati e iniettati di sangue, pronti a distruggere, a colpire, a uccidere. Quando ebbe finito di parlare, quando ebbe raccontato di quel volto e di quella donna a Remus, lo vide per la prima volta preoccupato. “Hai visto… un uomo con, con quel volto nel sogno e una donna con il viso incavato e gli occhi scuri?” James annuì sempre stringendo il pigiama di lui. “Che… che significa?” balbettò incapace di dire altro. Remus scosse la testa “Non lo so James, davvero. Ne parliamo domattina quando c’è anche tuo padre. È tardi e abbiamo entrambi bisogno di dormire. Ce la fai o vuoi che resto con te?” James scosse la testa: non era un bambino. “No io… riesco a dormire, credo. Buonanotte, grazie Remus.” Lui annuì e lo osservò rimettersi sotto le coperte che aveva sparso per tutta la camera e si diresse verso il suo letto (che era subito accanto a quello di James) e lo osservò per un po’ prima di chiudere gli occhi. James non contò le ore che impiegò per riaddormentarsi ma qualcosa gli disse che ci volle parecchio tempo. Il mattino dopo fu svegliato da qualcosa che lo colpiva sulla testa. Alzò lo sguardo appannato e vide Andy che scartava dei regali in fondo al suo letto. A quando pareva gli aveva lanciato un pacco “Quello è tuo. Da parte mia.” Sorrise con in bocca una manciata di caramelle Tuttigusti +1. James sorrise e si guardò intorno. C’erano un numero considerevole di pacchi ai piedi del suo letto e nessuna traccia di Remus. Si doveva essere svegliato presto. Forse per raccontare a suo padre del sogno. Si sfilò le coperte di dosso e senza pensare all’incubo della notte precedente prese a scartare i suoi regali. Quello di Andy conteneva un berretto di lana rosso con la scritta Grifondoro in oro. Lo ringraziò e prese il pacco di Ron e Hermione, conteneva un libro dal titolo Incantesimi per stregare gli amici e maledire i nemici e un pacco di Cioccorane. Quello dei nonni conteneva un maglione alla Weasley lavorato a mano nero con un boccino color oro ricamato in cima e un sacchetto di zuccotti di zucca. I gemelli gli avevano regalato un sacchetto di prodotti del loro negozio e Remus una bussola e un paio di guanti di pelle senza dita per la scopa. La scopa che non ho e che mio padre non mi da, pensò furioso James ma poi lesse qualcosa a fianco dei guanti e della bussola. Firebolt 260. Quelli erano accessori per la nuova Firebolt, la scopa più potente del mondo. A che cosa servivano se… a meno che… James lanciò in aria la carta e trovò il pacco di suo padre e di sua madre, lungo e sottile, avvolto in una leggera carta blu notte. Sentì l’adrenalina salire al massimo e strappò la carta da quel pacco perfetto. La Firebolt 260 rotolò sul pavimento in tutta la sua maestosità. Bella e lucente, senza nulla fuori posto, esattamente come l’aveva vista al negozio. Non riusciva a credere ai suoi occhi. Sembrava quasi emanare un’aura di positività perché in un attimo James si era completamente dimenticato del sogno. Fu Andy a richiamarlo alla realtà mentre stava disteso sul letto a baciare la sua scopa perfetta. “Jay! Guarda, c’è qualcos’altro.” James posò delicatamente il suo tesoro sul letto e scese accanto all’amico “Cosa?” chiese incuriosito. Andy gli porse una lettera dove era stampato il suo nome con una grafia spigolosa e spettrale. “Io non la aprirei…” sussurrò Andy fingendo un attacco di panico “Piantala!” sbottò James che non aveva nessuna voglia di scherzare. Aprì lentamente la lettera e prese un sottile foglio di pergamena.

    La vendetta del Signore Oscuro si compirà e si abbatterà su di te, James Sirius Potter.

    James rilesse quel messaggio svariate volte come se faticasse a capirlo. Le mani gli tremavano dalla paura e anche Andy non aveva più molta voglia di scherzare. “Credo che dovresti andare da tuo padre.” Sussurrò osservando la lettera con apprensione. Il biglietto non era firmato, nessun nome a parte il suo. Scritto sempre con quella calligrafia spettrale, come una sentenza. James si alzò e lasciò la stanza con un velocità impressionante. Scese le scale ma si fermò per sentire Remus che parlava con suo padre. “Harry è un problema secondo me. James questa notte ha sognato Voldemort e Bellatrix Lanstrange senza averli mai visti in vita sua, nemmeno in fotografia. Senza aver nemmeno sentito parlare di Bellatrix… senza che gliel’avessero anche solo accennato. Non voglio essere il guastafeste proprio il giorno di Natale ma è una cosa seria. Dopotutto è tuo figlio, potrebbe avere anche lui un contatto con Vold…”
    “Voldemort è morto Remus! Non può avere contatti con un morto e quando Bellatrix ha lasciato il campo di battaglia, dodici anni fa era peggio che morta. Non possono aver comunicato con mio figlio in nessun modo, lo sai.” Ma visto che Remus non rispondeva decise di entrare nella conversazione. Scese le scale di botto e planò di fronte a loro. Harry sorrise allegro “Sirius buongiorno! Hai visto la sco…”
    “Guarda!” urlò James tremando da capo a piedi. Sentì il braccio di Remus stringergli il polso mentre suo padre prendeva la lettera e la leggeva velocemente più volte. Poi la passò a Remus. “Sarà uno scherzo di cattivo –”
    “No non è uno scherzo e lo sai!” urlò James sempre più agitato “Era Voldemort quello che ho sognato questa notte? E chi è questa… questa Bellatrix Lanstrange?” Harry scosse la testa “Nessuno che ti possa…”
    “Smettila di trattarmi come un bambino” urlò James sempre più forte mentre perdeva il controllo. Non era rabbia quella che provava, ma paura. “C’è il mio nome su quella lettera dannazione! Dimmi cosa succede! Ho paura papà!” urlò cercando di ricacciare indietro le lacrime e, per sua fortuna, ci riuscì. “Sirius, calmati…”
    “No che non mi calmo!” gridò prima di correre su per le scale come un fulmine. Quando attraversò il corridoio per entrare in camera incrociò Andy che aprì bocca per parlare. Senza degnarlo di uno sguardo entrò in camera e sbatté la porta dietro di se.
     
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  14. Koala3
     
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    Sei troppo brava!!!E' stupnedo questo cap.....
    Povero James......Poverino......!!!

    Continuaaaaaaaaaaaaaaa è troppo bellaaaaaaaaaaaaa!!!!Per favoreeeee!!!
     
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  15. lex_ti amo
     
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    Grazie!! laugh.gif
    Ecco la prima parte del capitolo quinto.

    CAPITOLO 5 [parte prima]

    James rimase immobile, cercando di sentire ogni rumore possibile. Era nel letto, che stringeva la sua scopa nuova come se lei sola potesse proteggerlo e aspettava. D’un tratto sentì la porta aprirsi con uno scatto ma decise di non voltarsi. Sentì lo sconosciuto sedersi sulla sedia e sussurrare “Sirius…” suo padre. James rimase immobile senza muoversi. “Ascoltami ora. Io sto cercando di proteggerti…”
    “Come?” chiese James voltandosi all’improvviso e lasciando la scopa “Tenendomi all’oscuro di quello che succede? Hai idea di come ci si sente a non sapere nulla, quando la situazione riguarda soprattutto te? Riesci ad immaginare come mi sento se mi tieni all’oscuro riguardo a questa cosa?..”
    “Si!” disse suo padre all’improvviso guardandolo negli occhi “Si, ci sono passato.”
    “E allora perché vuoi…”
    “Perché ora capisco quello che volevano fare con me tacendomi le cose che mi riguardavano in prima persona, capisco quello che voleva fare Silente. Io voglio proteggerti Sirius, non sai quanto sei importante per me. E per questo voglio tenerti fuori dai guai, ma ora mi ricordo di com’ero io alla tua età e capisco che non posso non dirti nulla…” James si mise a sedere sul letto e aspettò che suo padre parlasse. “Tu sai chi è Voldemort.” James annuì “Io l’ho distrutto dodici anni fa e un anno dopo sei nato tu. Bellatrix Lanstrange è …l’assassina di Sirius.”
    “Cosa?” urlò James quasi cadendo dal letto. Suo padre annuì gravemente “Si esatto, ma dodici anni fa era peggio che morta, fu baciata dai Dissennatori. Finiti entrambi Sirius, non possono essere tornati, non è assolutamente possibile. Bellatrix è ancora viva ma lo sai cosa fanno i Dissennatori. È vuota, senz’anima, incapace di parlare o di riconoscere anima viva. E Voldemort è morto! Di questo ne sono sicurissimo. È un vecchio Mangiamorte che ti deve aver mandato quel messaggio e deve aver fatto in modo che tu questa notte sognassi quello che voleva lui, ma credevo di averli presi tutti, i Mangiamorte. Comunque io non mi preoccuperei molto, ci sono io che ti proteggo. E un misero Mangiamorte non può farti niente quando io sono riuscito a distruggere Lord Voldemort.” James annuì, molto più rincuorato. Guardò il padre, dicevano che era il più grande mago del mondo e lui ci credeva. Sorrise e lanciò uno sguardo alla sua scopa. “Dio papà ma hai visto quanto è bella?” Harry rise e si alzò per prenderla “Si è fatta bene. Ma con la mia ti posso battere.” James gli lanciò un’occhiata esasperata “Tu non hai idea di come sono migliorato a scuola. Chi prende per primo il boccino?” Harry ripose la scopa sul letto lentamente e all’improvviso scattò verso il piano di sotto. James imprecò e, dopo aver afferrato la Firebolt 260, inseguì il padre più forte che poteva.

    James stava finendo i compiti di Piton insieme a Andy quando sentì la porta della camera bussare. Mormorò un tiepido “Avanti” senza staccare lo sguardo dal tema. “Possibile che Piton non abbia nient’altro da fare che darci tempi così squallidi? Intendiamoci, lo farò talmente bene che dovrà farsi una doccia prima di decidere di darmi un brutto voto ma questo non gli impedisce di essere orribile, il tema.” Si voltò verso il nuovo arrivato con un sorriso, immaginando di trovare Remus o suo padre, magari Ron o i gemelli. Ma non si sarebbe mai aspettato di veder entrare Piton seguito da Lupin che stentava a trattenersi dal non ridere. James spalancò la bocca e Andy sghignazzò.
    “Non credere che io sia felice di vederti Potter, perché non è così.” James deglutì e posò la penna sul tavolo. “Remus cosa…”
    “Non ti preoccupare James, è qui per un buon motivo.” James stentava a credere che se Piton fosse li per vedere lui sarebbe stato per un buon motivo ma si sforzò di essere educato considerando che l’aveva appena offeso apertamente. “Ehm… Buon Natale… professore.” Piton gli scoccò uno sguardo gelido e disse: “Dunque Potter. Lupin mi ha parlato della lettera…” James lanciò a Remus uno sguardo di rimprovero e lui abbassò lo sguardo con un mezzo sorriso. “E tuo padre mi ha delegato il gradevolissimo compito di tenerti d’occhio.”
    “Hmpf, bene.” Sussurrò James irato. Suo padre che si comportava così, come se lui non sapesse badare a se stesso. E poi perché non l’avevo chiesto a Remus o al preside… o alla McGranitt? Perché aveva dovuto chiedere proprio a Piton, sapendo quanto lui e quest’ultimo si odiavano? James sospirò tornando a guardare il suo tema. “Non è finita Potter, quindi voltati e ascoltami!” sbottò Piton con fare maligno. James si voltò lentamente quando sentì una voce “Severus, hai una cosa da dire a James e questo va bene. Ma qui non puoi dargli ordini, mi spiace.” Remus aveva parlato con una calma incredibile ma il suo tono era comunque fermo e deciso. James vide con piacere un leggero rossore apparire sulle guance di Piton. James si alzò e si sedette sul letto a gambe incrociate. “Allora, qual è il problema?” chiese con fare spiccio. Sapeva che quando si comportava in quel modo così sfacciato e arrogante lo faceva infuriare e non perdeva occasione per vedere Piton che contorceva le mani con fare diabolico, come se gliele volesse stringere attorno al collo. Piton lo guardò per un istante, come per valutarlo, come se stesse per sentirsi male a fur di guardarlo. Fissava gli occhi color nocciola di James che non avevano bisogno di occhiali come quelle del padre come se non desiderasse altro che distogliere lo sguardo ma fosse incapace di farlo. Fletteva le mani come se si sentisse male, come se non volesse guardarlo mai più, come se James gli avesse fatto un male che non riusciva, che non sarebbe mai riuscito a guarire. James mosse distrattamente una mano tra i capelli e Piton scattò. La mano si diresse verso l’interno del suo mantello ma si bloccò a metà strada. James lo fissava con occhi stupiti, ancora con un mano tra i capelli, mentre Piton cercava di riprendere il controllo. Le mani gli tremavano “Severus…” era Remus e aveva fatto un passo verso Piton posando una mano sul suo mantello. Piton strattonò il braccio dalla presa di Remus e guardò James irato “Prenderai lezioni private da me sull’autodifesa, Potter. Così, in caso qualcuno voglia toccare il tuo bel faccino da star, saprai cosa fare. Due sere la settimana, il lunedì e il giovedì.” E, senza guardare nessun altro, uscì dalla stanza. A James ci volle un po’ per immagazzinare quella affermazione, dato lo strano comportamento di Piton. Poi gridò: “Cosa?” scese dal letto e si rivolse a Remus. “Lezioni private con Piton? Lezioni di autodifesa? Ma che cosa stupida è questa? Mio padre sta dando i numeri per caso? Insomma, Piton che mi segue dappertutto per ficcare il naso nei miei affari e poi sempre Piton che passa due sere alla settimana con me? No! Non esiste! Mio padre sa che ci odiamo, sa che lui non cerca altro che un’occasione per farmi fuori. Remus!” urlò alla fine mentre lui era rimasto immobile per tutto il tempo con il sorriso tra le labbra. “James…” cominciò guardandolo a fondo. “Tuo padre ha preso sul serio questa cosa della lettera e non vuole che tu corra rischi. Severus è un mago molto potente e…”
    “Potente come mio padre?” sbottò James seccato. Remus inarcò le sopracciglia. “No, non è forte come tuo padre, ovviamente.”
    “E allora perché non mi insegna…”
    “Tu sarai a Hogwarts per la maggior parte dell’anno, tuo padre non può certo essere con te. E nemmeno io.” Aggiunse quando vide James che apriva di nuovo la bocca. E, come aveva immaginato, James la richiuse subito. “James, devi prendere sul serio questa cosa. Noi lo facciamo e vorrei che per ora tu non ne parlassi con nessuno. Io te, tuo padre e Andy lo sappiamo ma il resto della famiglia ne sarebbe molto preoccupata. Capito?” James annuì prima di lasciarsi cadere di nuovo sul letto. Sentì la porta chiudersi a fianco a lui cosa che significava che Remus era uscito.
    “Però devo ammettere che la tua situazione non è delle migliori.” Sussurrò Andy un po’ distante da lui. James fece una smorfia disgustata. “Sai cosa ti dico?” mormorò alzandosi a sedere per guardare in faccia l’amico “Preferisco morire che passare due sere la settimana con Piton. Molto meglio la vendetta di Voldemort a questo strazio.”


    Ecco.. happy.gif scusate se ho inserito Piton in modo che sia una figura costante ma è il mio personaggio preferito.. ma queste lezioni con il professore di Pozioni potrebbero rivelarsi interessanti.. smile.gif

    Edited by lex_ti amo - 10/2/2006, 15:27
     
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1839 replies since 21/1/2006, 16:45   24584 views
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