Harry Potter e...

il titolo lo scelgo alla fine del libro

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  1. sophie_85
     
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    Ciao a tutti! Sono qui per regalarvi questo capitolo molto divertente, scritto da DEMIX, un ragazzo a cui, leggendo la mia storia, e' venuto in mente questo simpatico intermezzo che si inserisce all'interno del capitolo 19: Vendette pericolose. Mi ha fatto cosi' piacere il gesto e sopratutto mi ha divertito, cosi' gli ho chiesto ce potevo pubblicarlo come capitolo extra nella mia storia. Spero piacera' anche a voi,

    Buona lettura ;)


    *.*.*.*.*.*.*

    […]“Ho saputo che la lezione con Patterson ti aveva un po’ turbato, così sono salita a vedere come stavi.” Ritrasse piano la mano mentre Harry si tirava su poggiando la schiena contro l’alzata del letto.
    “Ora va molto meglio, le pozioni di Madama Chips sono un vero portento.” Ma qualcosa nel suo sguardo stava turbando la ragazza, la osservava ossessivamente, come se si stesse accertando che stesse bene. Quando Hermione fece per parlare, Harry l’anticipò dicendole “Ho bisogno di sciacquarmi un po’ il viso, ti dispiace…?”
    “No, fai pure.” Hermione era incuriosita dallo strano comportamento dell’amico. Curiosità che cessò non appena lo vide scendere dal letto.

    …Oh mio Dio…

    Aveva visto che il suo amico era diventato più prestante fisicamente rispetto a prima, ma intuirlo da sopra i vestiti e vederlo così c'era un abisso. Hermione era diventata di tutti i colori, grata che l'amico non avesse notato la sua reazione, visto che le dava le spalle per raggiungere i bagni.
    Nello stesso istante in cui la porta si chiuse, si udì un piccolo ‘PUF’ provenire dalla spalla sinistra di Hermione. E dallo strano fumo rossastro che si era appena creato uscì una specie di folletto alto più o meno 30 cm.
    Era esattamente la copia di Hermione, ma con alcuni errori intenzionali: dalla folta chioma del esserino si intravedevano un minuscolo paio di corna rosse, e dalle scapole spuntavano due ali da pipistrello del color del sangue, grandi quanto le mani di un neonato. Indossava un top completamente rosso e dei pantaloni a zampa neri.
    Si chiamava Lucia ed era la parte “malvagia” del subconscio di Hermione.
    LUCIA: WOW! Hermione, ma hai visto che spalle che c’ha?! Per non parlare degli addominali!!
    Hermione era piuttosto imbarazzata.
    HERMIONE: Bé ecco…
    Ci fu un secondo sbuffo di fumo ma questa volta bianco, dalla quale uscì, Angie, la parte buona del subconscio di Hermione.
    Come Lucia era identica a Hermione, ma al posto delle corna aveva un’aureola sulla testa, grande come una fede e delle ali bianchissime della stessa grandezza di quelle di Lucia. Indossava un top di un azzurro intensissimo e dei jeans bianchi.
    ANGIE: Bé si bisogna ammettere che, Harry, in quanto a prestazione fisica è un po’ migliorato.
    LUCIA: Un po’!? Angie, praticamente è diventato Mr. Muscolo con gli occhiali!
    ANGIE: Tu esageri sempre troppo.
    LUCIA: E tu non esageri mai abbastanza.
    HERMIONE: Ragazze… vi prego!
    ANGIE: Si, scusa Hermione, ci siamo lasciate trasportare!
    LUCIA: Uff!
    ANGIE: Su Hermione, datti un contegno; cosa dirà Harry se ti troverà a sbavare su i suoi bicipiti?
    HERMIONE: Hai ragione, Angie, devo calmarmi.
    LUCIA: Io dico, al diavolo le formalità, e appena esce gli salti addosso.
    Hermione diventò dello stesso colore del top di Lucia. Ma allo stesso tempo il suo strano consiglio gli diede da pensare, si disse che Harry era pur sempre un… bè, un ragazzo, e di certo non avrebbe rifiutato un bel corpo femminile da accarezzare, stringere e baciare. E dato che lei voleva farlo e sicuramente anche lui, allora… perché no?
    Mentre si concentrava su questi pensieri notò che Lucia aveva un’aria soddisfatta, mentre Angie si mordeva il labbro inferiore e aveva un’aria preoccupata.
    ANGIE: Hermione, so cosa stai pensando, voi una risposta? NO! Così manderesti tutto alle ortiche.
    LUCIA: E invece e proprio così che si conquistano gli uomini. Hermione, ascolta, se segui i consigli della signorina santarellina stai pur certa che Harry lo avrai solo nei sogni.
    ANGIE: Questo non è l’approccio giusto, sorellina.
    LUCIA: Mia cara, questo è sempre l’approccio giusto.
    ANGIE: Forse con quei maschi disgustosi assetati di un bel corpo tutto curve. Ma con Harry la situazione è diversa. Se non siamo sicure che Harry sia davvero innamorato di Hermione per colpa dei tuoi consigli, lui per l’imbarazzo potrebbe non riuscire neanche più a guardarla!
    Poi rivolta a Hermione
    ANGIE: E questo che vuoi? Che non ti guardi più neanche in faccia?
    HERMIONE: Certo che no!
    LUCIA: Ma si vede che Harry e già innamorato!
    ANGIE: Non ne siamo ancora sicure.
    LUCIA: Ma se non rischiamo, come facciamo a scoprire se è innamorato?
    ANGIE: Ho un piano, ma te ne parlerò più tardi.
    Sentirono i passi di Harry vicino alla porta e Angie e Lucia sparirono nelle nuvolette di fumo con cui erano comparse.
    Quando Harry tornò, lui era più tranquillo e Hermione si era data un contegno, anche se un lieve rossore aleggiava ancora sulle sue gote.
    HARRY: Ti vedo accaldata, vuoi che apro la finestra?
    HERMIONE: No, Harry, tranquillo. Va bene così.
    HARRY: Ehi, che fai, niente bacio della buonanotte?
    Hermione sorrise, si avvicinò a Harry, e gli diede un bacio sulla fronte e lascio la stanza.
    Più tardi, Angie e Lucia erano rintanate nella mente di Hermione.
    LUCIA: Allora, Qual era il piano di qui mi parlavi?
    ANGIE: Ho intenzione di provare ad entrare nella mente di Harry per chiedere informazioni alla controparte buona del suo subconscio.
    LUCIA: Cosa? Ma sei matta? Lo sai che i subconsci dei maghi si possono collegare solo in situazioni di emergenza!
    ANGIE: Perché, tu questa situazione come la chiami? Se non lo faccio, non potrò aiutare Hermione nel modo giusto, e quindi senza il mio aiuto quei due potrebbero rimanere divisi. E poi, non è la prima volta che entro nella mente di Harry.
    LUCIA: Si, ma le altre volte lo hai fatto per aiutarlo in situazioni pericolose.
    ANGIE: Questa é una situazione pericolosa, la sola idea che Harry ed Hermione possano rimanere divisi, per me, è spaventosa.
    Harry era profondamente addormentato, ed ora che abbiamo lasciato il subconscio di Hermione andiamo a vedere quello del bambino sopravvissuto.
    Era una stanza spoglia, nella quale si vedevano una porta rossa e una bianca e due ragazzi che giocavano a scacchi.
    Entrambi erano copie esatte di Harry, e con le stesse particolarità di Angie e Lucia (ali, corna, aureola).
    Uno dei due indossava una maglia bianca a maniche corte e un jeans azzurro, l’altro invece aveva una maglia nera aderente e dei pantaloni di pelle neri striati di rosso.
    Il primo era Angel la parte buona del subconscio di Harry, invece l’altro era Bliz, la parte malvagia.
    Bliz fissava la scacchiera come se volesse sbranarla da un momento all’altro, al contrario Angel la fissava quasi annoiato.
    BLIZ: AHA!
    Muove un alfiere.
    BLIZ: Scacco!! Vediamo come te la cavi, adesso.
    Angel muove la regina.
    ANGEL: (con voce annoiata) Scacco matto.
    BLIZ: MAPPORCA DI QUELLA BRUTTA &%$£ç*§ !!!
    ANGEL: Sai cosa mi piace di te, Bliz? Il fatto che sai perdere.
    Bussano alla porta
    ANGEL: Chi cavolo può essere!?
    BLIZ: E poi sarei io la parte malvagia, ti incavoli, anche se bussano alla porta.
    ANGEL: Bliz, siamo in una stanza, nella mente di un diciassettenne, che sta dormendo. Chi vuoi che bussi alla nostra porta?
    BLIZ: Bò? La coscienza?
    ANGEL: Se qui ci fosse un’arma, tu saresti già morto.
    Apre la porta.
    ANGEL: Oh, ciao Angie.
    ANGIE: Ciao Angel, ti posso parlare un attimo?
    ANGEL: Anche due, accomodati.
    Angie entrò nella stanza, e notò subito la scacchiera e la disposizione delle pedine, poi si rivolse a Bliz.
    ANGIE. A quanto pare Angel ti ha battuto un'altra volta, eh Bliz?
    BLIZ: Evita di mettere il dito nella piaga, Angie. Sbaglio, o dovevi parlare con mister santità?
    ANGIE: Infatti, ma preferirei farlo lontano da…ehm…orecchie indiscrete.
    Blitz assunse un’espressione sprezzante.
    ANGEL: possiamo andare in camera mia (indica la porta bianca).
    ANGIE: Si, buona idea.
    Bliz assunse un’arietta maliziosa.
    BLIZ: ehi, fratello, non esagerare eh?
    ANGEL: (sussurrando) idiota!
    Entrati nella stanza si chiusero la porta alle spalle.
    BLIZ: Uff!
    TOC TOC
    BLIZ: e due…
    Bliz andò ad aprire la porta con aria seccata, che si addolcì subito, quando scoprì chi aveva bussato.
    BLIZ: Ciao, Lucia, che ci fai qui?
    Lucia aveva una voce sensuale solo quanto la sua espressione.
    LUCIA: Ero venuta a cercare mia sorella, so che veniva qua.
    BLIZ: E con Angel, stanno parlando in camera sua.
    LUCIA: Peccato, avevo intenzione di andarmene insieme a lei, quindi mi sa che dovremmo aspettarli.
    Bliz aveva assunto un’espressione simile a quella di Lucia.
    BLIZ: Bè… io conosco un modo per far volare il tempo molto velocemente.
    Lucia gli mise una mano sul petto.
    LUCIA: Credo di aver capito cosa intendi…
    Intanto dall’altra parte della porta bianca…
    ANGEL: Frena un secondo, mi sa di aver frainteso, puoi ripetere?
    ANGIE: Ti ho chiesto se Harry prova qualcosa per Hermione.
    Angel assunse un tono difensivo
    ANGEL: No, non ho frainteso. Comunque, che vuoi che ne sappia, io?
    ANGIE: Tu fai parte del suo subconscio, ciò che pensa lui, lo pensi anche tu. Si può sapere perchè sei così riluttante a darmi informazioni?
    ANGEL: Angie, lo sai che tra i guardiani del subconscio non ci si può scambiare certe informazioni.
    ANGIE: andiamo, Angel, è una regola vecchissima, non siamo più nel medioevo.
    Angie cercò di ammorbidire Angel con lo sguardo.
    ANGEL: E va bene, te lo dirò, ma ad una condizione.
    La ragazza ormai aveva un’aria raggiante.
    ANGIE: Spara!
    ANGEL: Né Lucia, né Hermione dovranno sapere ciò che ti dirò.
    Angie aveva alzato la mano destra come per giurare.
    ANGIE: Prometto.
    ANGEL: Dunque, la faccenda è un po’ complicata. È come un fiore appena spuntato dal terreno, ma non ancora sbocciato. Affinché Harry si innamori completamente bisogna dare qualche “ritoccata” e poi si vedrà.
    ANGIE: D’accordo, cercherò di comportarmi di conseguenza.
    Angie si diresse verso l’uscita, mentre Angel la seguiva a ruota.
    Aperta la porta, i due rimasero a bocca aperta.
    Lucia e Bliz si stavano scambiando effusioni su una sedia e si baciavano appassionatamente.
    ANGEL: BLIZ!!
    ANGIE: LUCIA!!
    BLIZ & LUCIA: Cosa? (con aria tipo “ma che vogliono questi due”)
    Angie stava cercando di staccare Lucia da Bliz e Angel faceva altrettanto.
    ANGIE: Filiamo a casa, che poi facciamo i conti.
    LUCIA: e va bene, va bene; e poi dovrei essere io quella che minaccia.
    Uscite Angie e Lucia Angel guardo in cagnesco Bliz.
    ANGEL: comincia a spiegare.
    BLIZ: Andiamo, fratellone, cercavamo solo un modo per ammazzare il tempo.
    ANGEL: Se qualcuno qui finirà ammazzato, quello sei tu.
    BLIZ: Scusa, Angel, ma sai come sono fatto, non ho potuto resistere. E poi Lucia ha un così bel visino, dei fianchi fantastici, e soprattutto un bel paio di…
    ANGEL: Okay, okay, okay, ci siamo capiti, ti prego di non andare a fondo nei particolari.
    BLIZ: Bè… ora che facciamo? Non dire scacchi altrimenti mi incavolo.
    ANGEL: Che ne dici di andare a vedere, se, e cosa, sta sognando Harry?
    BLIZ: No grazie, i sogni di Harry sono sempre noiosissimi; Bè… a parte quel periodo dell’anno scorso, in cui Harry faceva alcuni sogni su Ginny. Eh!eh!eh!
    ANGEL: Ti ho già detto che sei disgustoso?
    BLIZ: Oggi ancora No.
    ANGEL: Bene; ora te l’ho detto
    Angel usci premurandosi di chiudere forte la porta.


    Allora? che ve ne pare? ^___^
     
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  2. XxDarkLadyxX
     
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    :happy: fantasticoooo
     
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  3. sophie_85
     
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    Riferirò all'autore ^_^
     
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  4. XxDarkLadyxX
     
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    sophie ma quando aggiorni l'altra??:muzik:

    *me freme dalla curiosità
     
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  5. sophie_85
     
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    Ancora un po' di pazienza ;)
     
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  6. XxDarkLadyxX
     
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    :gnooo: uffaaa e vabbè ma solo xkè adoro la tua fan :muzik:
     
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  7. sophie_85
     
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    Ciao a tutti! Lo so, ormai è una vita che non scrivo più! Ma visto che alla fine ho scritto un epilogo per questa fanfiction (che giustamente avrete dimenticato, visto che è stata scritta 4 anni fa ^_^'') ho pensato che fosse giusto postarlo anche qui, oltre che sull'altro sito dove pubblico le mie fanfic! Spero che vi piaccia :)
    Un bacio a tutti e buona lettura!
    :hi:


    *




    Ormai erano passati dieci anni da quando Voldemort era stato sconfitto per mano di Harry, e la gente ormai conduceva una vita relativamente tranquilla. Alcune frange estremiste dei seguaci del Mago Oscuro erano ancora in fuga e cercavano sempre nuovi modi per riunirsi e non gettare la spugna, ma da quando il Ministero era stato ripulito e quindi era tornato a funzionare a pieno regime, non avevano vita facile. Senza contare la promozione di Harry a capo della sessione Auror, avvenuta pochi anni dopo che fu entrato al Ministero, che fece salire alle stelle le catture dei mangiamorte e i successi contro l’applicazione delle Arti Oscure.
    Oltre a lavorare per il Ministro, Harry di recente aveva anche iniziato a frequentare di tanto in tanto le lezioni di Difesa Contro le Arti Oscure ad Hogwarts, come assistente saltuario.

    “Anche oggi gli studenti mi sono sembrati entusiasti. Lei cosa ne pensa, professor Piton?”
    Il professore guardò dall’alto in basso l’uomo di fronte a lui, soffermandosi chiaramente infastidito sulla chioma spettinata. “Sa perfettamente che la sua collaborazione è stata una richiesta effettuata dalla preside e non da me… ma devo ammettere che preferisco fare lezioni più pratiche, sicuramente gli studenti possono imparare di più che leggendo vecchi manuali obsoleti. E poi vuole mettere con quale attenzione mi seguono ora che hanno in aula ogni tanto il capo della sessione Auror…” l’ultima parte della frase era stata detta con voluta ironia.
    Durante i primissimi tempi in cui Harry entrò a far parte del reparto speciale del Ministero, la collaborazione di Severus Piton fu fondamentale; nel corso del suo lungo e spinoso processo, procurò alla giustizia un consistente numero di nomi insospettabili che per anni avevano sostenuto Voldemort in vari modi, tra i quali lo spionaggio e il sabotaggio del Ministero. Il giudizio finale contro Piton non fu semplice, ne privo di difficoltà e polemiche, soprattutto in luce di quanto testimoniato dallo stesso Harry a suo favore. Alla fine fu condannato a vent’anni di reclusione ad Azkaban.

    “Lo so che il mio ‘essere famoso’ l’ha sempre infastidita professore, ma deve ammettere che almeno in questa occasione l’ho saputo sfruttarlo al meglio. Se non altro le ha risparmiato qualche anno di Dissennatori, non le pare?”

    Infatti, Piton era stato scarcerato anticipatamente. Nonostante l’ammissione di aver ucciso uno dei più grandi maghi del secolo, Albus Silente, la comunità magica rimase scandalizzata da quella condanna: tramite l’aiuto prezioso di Ginny, che aveva iniziato a lavorare per la Gazzetta del Profeta, e le numerose interviste rilasciate da Harry, tutti avevano appreso come l’uomo si fosse sacrificato durante quegli anni sotto richiesta dello stesso Silente, e come fosse stato fondamentale nella sconfitta di Voldemort. Alla fine, a furor di popolo, Piton fu scarcerato dopo soli sei anni di reclusione, e tornò a presidiare la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure, sotto invito della McGranitt, preside di Hogwarts.

    Piton lanciò ad Harry un’occhiata di traverso. “Se si aspetta dei ringraziamenti da parte mia, signor Potter, può anche levarsi dalla faccia quel ghigno beffardo, perché tanto non li avrà.” E gli diede le spalle. Harry fece un mezzo sorriso. Nonostante mantenesse sempre un comportamento terribilmente freddo nei suoi confronti, non lo sentiva più così ostile come un tempo. Sembrava si comportasse così più per coerenza e abitudine, che altro. Prima di andarsene domandò “Professore, sa per caso se Malfoy è andato via?”
    “Il professsor Malfoy aveva la sua ultima lezione nel primo pomeriggio, quindi suppongo che sia già andato via. Ora se non le dispiace avrei dei compiti da correggere. E la prossima volta, Mangiamorte a cui dare la caccia o meno, veda di presentarsi puntuale alla lezione, altrimenti non la farò entrare. Arrivederci.”
    Scuotendo la testa, Harry seguì il gentile invito a lasciare l’ufficio del suo ex professore, e si accinse a tornare a casa.

    *



    Come a Piton, anche a Draco Malfoy fu offerta una cattedra, quella di Pozioni, per sostituire il professor Lumacorno, deciso ad andare in pensione e godersi gli agi e le comodità che le sue conoscenze gli procuravano.
    Proprio dopo una lunga giornata ad Hogwarts, Draco Malfoy si apprestò a percorrere la strada di un grazioso quartiere residenziale poco fuori Londra. Dopo aver raggiunto la porta della casa con le aiuole di tulipani, che ormai gli erano familiari, suonò il campanello con aria infastidita, come tutte le volte che passava per casa Potter.

    Maledetta Granger! Non si potrebbe viaggiare come le persone normali, tramite la Smaterializzazione o la Metropolvere?! Nooooooo… che sei matto! Metti che ci sono i vicini babbani, o un’amichetta di Scarlet?! Ma chi me l’ha fatto fare a diventare ‘conoscente’ di questi qui…

    Tutte le volte gli stessi pensieri gli attraversavano la mente, ma la verità era che ormai si era abituato a quella combriccola di matti filobabbani, e anche se non l’avrebbe ammesso neanche sotto tortura, gli faceva piacere la loro compagnia. Quella sera in particolare erano stati invitati tutti a cena per festeggiare la promozione di Ron a portiere titolare nella quadra di Quidditch del Chudley Cannons.
    Sbuffò perché nessuno ancora si degnava di aprirgli, ma quando la porta si aprì, la sua espressione si tramutò da infastidita a piacevolmente sorpresa.
    “Ehi, non sei ancora un po’ piccola per aprire la porta da sola?” disse scompigliando i folti capelli castani della bambina che lo aveva lasciato entrare.
    “Uffa, zio Draco! Quante volte ti devo dire che non sono più piccola! Ho quasi quattro anni e mezzo!” rispose indignata. “E comunque c’è zio Ronnye di là, solo che sta in bagno e non poteva venire.” Con una strana luce negl’occhi poi aggiunse. “Ti perdono solo se mi prometti che mi risponderai a qualche domanda.” E lo prese per mano trascinandolo nella sua stanza. Draco sorrise. Si ostinava a chiamarli ‘zii’ anche se aveva cercato di spiegarle che in realtà non erano parenti; in quella occasione però lei gli aveva risposto “E perché non dovrei chiamarvi così? Tutte le mie amiche hanno degli zii. Voi siete gli adulti a cui voglio più bene dopo mamma e papà, quindi voi siete i miei zii!” e così, non aveva più protestato.
    “Allora, Scarlet. Che vuoi sapere questa volta?” le chiese prendendo posto sul suo letto. La bambina gli si arrampicò affianco con un vecchio volume tra le mani, stranamente familiare, e iniziò a sfogliarlo frenetica.
    “La mamma ieri sera mi ha dato il permesso di vedere le vostre vecchie foto di scuola, e mentre le guardavo ad un certo punto ho scoperto una cosa strana…”

    Ora capisco perché era familiare! E’ quel maledetto annuario…

    Le si illuminarono gli occhi quando trovò la pagina che cercava e nello stesso tempo, Draco si porto una mano al viso, disperato. “Ecco! E’ questa che cercavo!! Chi è questa ragazza così bella che sta con la mamma? Lei mi ha detto che si chiama Penelope, ma non ha aggiunto altro. Ha ridacchiato e ha detto di chiedere a te.”

    Maledetta Granger…

    Malfoy guardò la foto della Granger che rideva di gusto, vicino ad una ragazza bionda. “Non lo so, non la conosco.” Cerco di inventare lui, ma la bambina non volle crederci.
    “Non dire bugie, zio Draco… ti assomiglia troppo! E’ una tua cugina?” il suo sguardo curioso ricordava quello della madre, con la differenza che gli occhi erano di un intenso verde smeraldo.
    “Sei troppo sveglia, ragazzina. Sono contento che almeno non hai preso il cervello di quell’idiota di tuo padre.” Gli arrivò un forte pizzicotto: Scarlet adorava suo padre. “Ahio! E va bene… ti ricordi che tanto tempo fa c’era un mago molto cattivo in giro? Bene, zio Draco per un po’ a causa sua ha dovuto nascondersi…”
    Mentre raccontava tutta la storia alla bambina, Draco rivisse la scena nei minimi dettagli, non con poco fastidio.



    ***Flashback – dieci anni prima***

    Stava ancora dormendo in una saletta vicino all’infermeria quando la Granger gli portò la pozione che gli avrebbe reso le due settimane successive un inferno. Dopo averla maltrattata un po’ per averlo svegliato, si placò quando seppe il perché della sua visita.
    “E quindi con questa dovei assumere le sembianze di una specie di mio alter ego, giusto?”
    Draco teneva tra le dita una fialetta, guardandone il contenuto dal colore leggermente aranciato in controluce con fare sospetto, sempre stando nel letto. “Granger, sei sicura che hai seguito alla lettera le istruzioni del professor Piton e non stai semplicemente tentando di avvelenarmi?”
    “Smettila di fare tante storie, Malfoy! Ti assicuro che è perfetta, ma se preferisci rimanere rinchiuso qui a tempo indeterminato per noi non è un problema, ti assicuro. Anzi…”
    Ormai era quasi una settimana che non usciva da quelle quattro mura, dato il mandato di cattura che era stato diffuso contro lui e contro Piton dal Ministero. Piton aveva suggerito questa soluzione alla McGranitt per permettere almeno al ragazzo di girare libero per Hogwarts, e nonostante le resistenze di Moody, che non si fidava affatto dell’ex-profesore di Pozioni, alla fine la preside aveva accettato il consiglio e dato ad Hermione il compito di preparare il tutto.
    Malfoy rimase per qualche altro secondo a guardare la pozione e alla fine con un’alzata di spalle disse “E sia!” buttò giù la fiala, storcendo la bocca alla fine “Bleah. Che retrogusto smielato!”aggiunse poggiando la fiala sul comodino.
    “Dovrebbe fare effetto in un paio di minuti. Chissà se avrà effetto anche sul tuo carattere. Sicuramente potrebbe solo migliorare!”
    “Non ci sperare, Granger! Sono curioso di sapere come diventerò, piuttosto… Visto come sono ora, potrei ipotizzare capelli marroni, occhi marroni… decisamente più comune e meno attraente. Ma che ci vogliamo fare, per la libertà un po’ bisogna soffrire.”
    Hermione gli fece il verso dietro, scimmiottandolo senza farsi vedere, ma gli si avvicinò preoccupata quando lo vide accasciarsi su se stesso. “Malfoy, tutto bene?!”
    Il ragazzo non rispose. Si teneva il viso tra le mani per il dolore, mentre la fisionomia del suo corpo stava lentamente cambiando, rendendosi più sottile, e i capelli si allungavano a vista d’occhio. Dopo qualche secondo il dolore sembro smettere, e il ragazzo tornò a respirare di nuovo in maniera normale, sempre tenendosi la testa tra le mani. Improvvisamente la porta si aprì e Ron fece il suo ingresso nella stanza.
    “Hermione, sei qui! Hai già finito la pozione per Malfoy?” sia Hermione che Draco si girarono verso di lui e videro Ron diventare tutto rosso e girarsi di colpo. “Sc-scusate… ”
    I due ragazzi si girarono uno verso l’altro guardandosi interrogativamente, quando improvvisamente anche Hermione cambiò espressione, passando da un sorpreso ad un palesemente divertito; di fronte a lei, c’era sì l’alter ego di Draco Malfoy, ma al femminile: dei lunghi e sottili capelli biondi le incorniciavano il viso dai lineamenti delicati, e la canottiera con cui prima stava dormendo era scivolata da un lato scoprendo una palla bianchissima e un‘abbondante porzione di pelle poco sopra il seno che spiegava l’improvviso rossore di Ron. Hermione non riuscì a trattenersi oltre e le scappò una risatina.
    “Che diavolo hai da ridere, Granger!” ma appena finito di parlare si portò preoccupato una mano alla gola, visto che invece della sua solita voce, aveva parlato con un tono più alto, leggermente rauco ma decisamente femminile.
    Hermione non trattenne più le risate e rispose “Beh, sicuramente non hai perso il tuo fascino, Malfoy, anche se penso che è meglio che ti vada a cercare qualche vestito… adatto!”
    E con un abile colpo di bacchetta, gli fece apparire uno specchio enorme davanti. Corse verso la porta trascinandosi dietro Ron, che nel frattempo era rimasto di spalle, come tramortito dalla bellezza della sconosciuta, e chiuse la porta, sigillandola.
    “Ma quella… era Malfoy?!?!”
    Da dentro la stanza intanto si sentirono rumori di vetri rotti, e una voce femminile che urlava a squarciagola. “Granger!! Maledetta! Che diavolo hai combinato, se ti prendo ti disintegro!”
    Quando nel pomeriggio, Hermione e la McGranitt gli portarono una divisa femminile con relativa biancheria, per poco non sveniva e quando poi quella sera fu presentato di fronte a tutti come “Penelope”, ormai il ragazzo, o meglio la ragazza, aveva assunto un colore verdastro, ma sembrava piuttosto rassegnato. Alla fine della presentazione, raggiunse il tavolo dei Grifondoro, mettendosi seduto tra Ron e Hermione, sperando di poter evitare di scambiare una parola con chiunque.
    “Allora, come ci si sente a portare una gonna, Penelope?”
    Malfoy inforchettò una patata con violenza ma non rispose alla provocazione di Ron, che continuò imperterrito. “Dovevi vedere come ti guardavano tutti i ragazzi… penso che potrai avere tranquillamente chi vuoi, pendevano tutti dalle tue labbra.”
    “Chiudi quella fogna, Weasley! Se non sbaglio tu sei stato il primo a sbavarmi dietro…”
    Ron rispose pronto “Ma per forza, sei troppo bella! E poi cerca di parlare in maniera più femminile, certe parole non si addicono a una ragazza come te!”
    A fine cena, mentre si stavano dirigendo verso i dormitori di Grifondoro, un gruppo di Serpeverde gli sbarrò il cammino.
    “Ciao Penelope. Io sono Theodore Nott.” E gli lanciò uno sguardo lascivo, percorrendo tutto il suo corpo. A Draco vennero i brividi dal ribrezzo.
    “E io sono Blaise Zabini.” Il Serpeverde si avvicinò ancora di più mettendogli una mano sulla vita e sussurrandogli all’orecchio. “Ehi, ma lo sai che sei veramente carina.”
    Malfoy non resistette più: al colmo della rabbia repressa e del disgusto tirò fuori la bacchetta, schiantò Zabini facendogli fare un volo di quasi cinque metri e poi puntò di nuovo la bacchetta contro Nott sibilando “Provate a toccarmi di nuovo con quelle luride mani, o anche solo guardarmi, e giuro che neanche vostra madre sarà in grado di riconoscervi quando avrò finito con voi!”
    Roteò la testa per scansarsi i capelli dal viso e se ne andò camminando a passo di marcia, lasciando Ron che si reggeva la pancia dalle risate, Nott che la guardava con aria sognante e Hermione che le corse dietro gridando “Aspetta, Mal… emh Penelope! Non sai la parola d’ordine!”
    Qualche tempo dopo Potter si riprese dallo scontro con Voldemort e andarono a trovarlo in infermeria per aggiornarlo sui recenti sviluppi. Fu proprio dopo la visita, dove anche lui non mancò di deriderlo, che incontrarono quel maledetto Canon con la sua maledetta macchinetta fotografica. Aveva insistito così tanto a fare la foto alle due ragazze per l’annuario, che alla fine Malfoy aveva ceduto.
    Hermione le si era avvicinato mettendosi in posa abbracciandolo per la vita per potergli sussurrare all’orecchio “E dai, non fare quel broncio! Pensa che aneddoto divertente sarà da raccontare ai tuoi nipotini…” con un sorriso tirato il biondo rispose “Fottiti, Granger!” La ragazza rise di cuore.

    ***Fine flashback***


    La bambina aveva ascoltato il suo racconto senza fare una piega. “Scommetto che deve essere stato molto divertente, no?! Certo che eri davvero bella, lo sai, zio Draco? Quasi quanto la mamma.”
    “Ma che dici, ero decisamente più bella io!”
    In quel momento, Hermione entrò nella stanza della bambina. “Oh, ciao Draco. Scusami, sono appena tornata dal Ministero. Vuoi qualcosa da bere? Anche Harry è appena arrivato, sta parlando di là in soggiorno con Ron.”
    “Sto bene così, grazie. Adesso vi raggiungo.”
    Hermione si abbassò per dare un bacio a sua figlia, e si rialzò adagio, portando una mano alla pancia, che ormai lasciava ben pochi dubbi sulla sua gravidanza. “Ciao piccola peste, non tormentare Draco come al solito, ok?” Poi lo sguardo le cadde sull’album di foto e un scintilla le illuminò lo sguardo, mentre a stento nascondeva un sorriso “Allora ti aspettiamo di là.” E se ne andò.
    Scarlet, come se niente fosse, si girò verso lo zio e disse “Mi dispiace, ma è più bella la mamma.”
    Draco ripenso alla donna che era appena andata via. Gli anni le avevano donato una dolcezza particolare nello sguardo e nel sorriso e la maternità aveva reso le sue curve più generose rendendola più donna.
    “Ok, forse posso darti ragione, ma non lo dire alla mamma, altrimenti si monta la testa e non la finisce più.” Poi improvvisamente un’idea gli passò per la testa. “Che ne dici, Scarlet, ti va di giocare alle pozioni?”
    “Sììììì!!!”

    *



    Circa un’ora più tardi, Harry e Ron si godevano la pace del soggiorno finendo l’ennesima partita agli scacchi dei maghi.
    “Allora, come va con Luna? Ho sentito che state uscendo insieme. Di nuovo.”
    Infatti subito dopo Hogwarts i due ragazzi,pieni di impegni da entrambe le parti, avevano allentato un po’ i contatti.
    Ron diventò rosso in zona orecchio. “E a te chi te l’avrebbe detto, scusa?”
    Harry ridacchiò. “Lo sai che le voci corrono tra le donne!”
    Ron evitò volutamente di rispondere e disse “Perché invece non assaggiamo il tea che ci ha preparato Scarlet? Ci ha messo tanto impegno poverina!” mentre versava due abbondanti bicchieri chiese “Com’è andata la lezione con Piton oggi? E come mai non sei tornato con Malfoy?”
    “Malfoy era già andato via quando io ho finito, infatti è strano, dovrebbe essere già qui da tempo…” si portò il bicchiere alla bocca, ma appena sentì l’odore del liquido si blocco. Lo fece roteare sovrappensiero, poi con un mezzo sorriso lo riposò sul tavolo, senza toccarlo.
    “Vedrai che starà arrivando. E con Piton invece?” Ron buttò giù un bel sorso di tea e storse il naso. “Forse la prossima volta dobbiamo dire a Scarlet di dosare meglio lo zucchero.”
    “Con Piton la solita storia. Prima della lezione mi dice di andarci piano nella dimostrazione perché sono solo studenti, e poi mi rifila sempre qualche incantesimo non verbale a tradimento. Ovviamente subito dopo si scusa sostenendo che voleva solo provare ai suoi studenti quanto sia competente il capo della sessione Auror. Ehi, Ron, ma ti senti bene?” il tono però non sembrava molto preoccupato. Con la coda dell’occhio intanto notò un movimento e aggiunse “ Vieni qui, mio piccolo terremoto! Non ti stai spaventando vero? Che avete combinato questa volta tu e zio Draco?”
    Scarlet corse via dal nascondiglio buttandosi tra le braccia del padre, ridendo. “No, papà. Zio Draco mi aveva spiegato che avrebbe avuto un pochino di mal di testa, ma ero troppo curiosa… dici che zio Ronnye si arrabbierà con me?”disse improvvisamente preoccupata.
    “No, con te no, amore…” lanciando un’occhiata divertita verso Draco, uscito anche lui dal nascondiglio. Ron intanto sembrava essersi ripreso, ma ancora non parlava e si continuava a tenere la testa.
    “Dannazione, eppure ero convinto che non te ne saresti accorto! Ma perché non hai avvertito anche Ron?”
    Harry fece un sorrisone a Scarlet. “Non potevo mica rovinare il divertimento alla mia bambina, non ti pare?”
    “Certe volte ho l’impressione che il Cappello Parlante abbia sbagliato a smistarti…”
    Ron intanto si alzò con la mano sui fianchi guardando storto Harry. “Perché vuoi dirmi che tu ti eri accorto che c’era qualcosa di strano nel tea?!” esattamente come Draco dieci anni prima, anche lui si portò una mano alla gola, data la voce acuta con cui aveva parlato.
    Scarlet, tutta felice, battè le mani “Lo sapevo! Sei bellissima, zio Ronnye! Vado a chiamare la mamma!” e scese dalle braccia del padre, correndo verso la cucina e gridando “Mamma, mamma! Vieni a vedere quanto è bella lo zio Ronnye!”
    Ron guardava spaesato, prima Harry, palesemente divertito, e poi Draco, che per la prima volta in vita sua vedeva ridere a crepapelle, senza il suo usuale contegno un po’ snob.
    “Come sarebbe a dire ‘sei bellissima’?! Non mi dire che…” disse con voce femminile, e portandosi una mano tra i lunghi e rossi capelli, che scendevano in morbide onde. Abbassò di scatto la testa, e si trovò a fissare un seno prosperoso, che faceva appena capolino dalla piccola scollatura creatasi dai primi due bottoni della camicia che aveva lasciato aperti. A quel punto sbiancò, portandosi anche entrambe le mani sul sedere, più voluminoso del solito.
    Draco, che non riusciva a smettere di ridere, gli disse “Ehi, Wealsey! Smettila di toccarti come un maniaco, se vuoi capire quanto sei bella, ti aiuto io!” e con la bacchetta fece apparire uno specchio.
    Dopo aver fissato attonito la sua immagine allo specchio, cercò la sua bacchetta, per scagliarsi contro Draco, che si mise a ridere ancora di più, ma il ritorno di Hermione e Scarlet lo costrinse a bloccarsi.
    “Avevi ragione, amore! E’ proprio bella!” disse ridendo Hermione “Se vuoi, ti presto uno dei miei vestiti, ti va?”
    Ron non fece in tempo a replicare, che i campanello suonò, Scarlet corse ad aprire, e tutti gli altri invitati alla cena fecero il loro ingresso in salotto. Una volta che la nuova ragazza fu prontamente presentata da uno stranamente ospitale Draco Malfoy, tutti quanti scoppiarono a ridere di cuore, sua sorella Ginny in particolare gli scattò una foto, con la sua inseparabile macchinetta che portava sempre dietro in caso di scoop.
    A Ron non rimase altro che nascondersi in un angolino del salotto, facendo scivolare i capelli sul viso, paonazzo, aspettando che tutti la piantassero di ridere di lui.
    “Oh, miseriaccia!”




    Fine.


    __________________________________

    Allora, che ve ne pare? :)


    Edited by sophie_85 - 8/2/2010, 13:25
     
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