L'Ombra della Leggenda (Spoiler Post HP 7)

1° Episodio di una Trilogia sulla Nuova Generazione

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  1. Malandrina Potter
     
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    Ciao a tutti, sono nuova del forum, ma ho già aperto una discussione nella sezione dei nuovi arrivati.
    Questo che sto per proporvi è il Primo Episodio di una Trilogia, dedicata alla nuova generazione.
    Scritta da me, ovviamente.
    Questa Fanfic è già pubblicata su altri siti (EFP e DiagonAlley) ed è arrivata al Secondo Episodio. Ma qui inizierò da capo e a mano mano che pubblico i capitoli, li correggerò anche. Quindi vi chiedo di non andare a leggerla sui altri siti per sapere come va avanti, ma di essere pazienti!

    [Autore: Malandrina Potter]
    [Rating: Verde/ G]
    [Genere: Generale, Drammatico, Mistero]
    [Personaggi Principali: James Sirius Potter, Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy, Dominique Weasley, Nuovo Personaggio (Justin Matt)]
    [Nota: Spoiler!, What if? (E se ...), Fuori Canon (Lily e Hugo, invece di essere nati nel 2008, sono nati nel 2010 e hanno sette anni)]
    [Intro:]
    Anche per Albus è arrivato il momento di andare ad Hogwarts.
    Le sue aspettative erano quelle di trascorrere un anno tranquillo. Ma presto, lui, James, Dominique, Scorpius e Justin, si renderanno conto che qualcosa o qualcuno minaccia la scuola e specialmente la piccola Lily, di soli sette anni.
    Chi è dietro alle terribili visioni che tormentano Albus? O meglio, cosa significano? Perchè Lily sembra predestinata a qualcosa di terribile? Cosa si nasconde nelle mura di Hogwarts? Perchè uno strano ragazzino dei Serpeverde, sembra collegato a tutto questo?
    Tra misteri, fughe notturne, pietre magiche, pergamene incantate e indovinelli, la Trilogia a inizio!

    Prologo

    Frammento del diario di Ted Remus Lupin:

    “ Oggi è la mia prima notte a Hogwarts.
    Quando questa mattina sono salito sull’espresso per la scuola, al binario 9 e trequarti e mi sono guardato in dietro un attimo impaurito, ho percepito che tutto sarebbe stato diverso, e ciò mi ha spaventato all’inizio, tanto che ho fatto a ritroso gli scalini dell’ingresso del vagone.
    Ma appena ho poggiato entrambi i piedi a terra sono stato precluso in una stretta affettuosa.
    Mi sono voltato e ho visto mia nonna sorridere, mentre mi stringeva forte a se e Harry Potter fare capolino da dietro le sue spalle, con un espressione sul viso che trasmetteva comprensione.
    Nonna Andromeda mi ha lasciato e mi detto queste parole ‘Non devi avere paura, perché Hogwarts è la più grande scuola di magia che sia mai esistita al mondo e in qualsiasi casa tu andrai a me andrà bene’.
    Nonostante le parole dolci di mia nonna ero ancora intimorito, allora Harry Potter, il mio padrino, si è avvicinato a me e mi ha detto ‘Anche io sono molto emozionato, Teddy. Forse non quanto te, ma quasi. Tu per me sei come un figlio e vederti partire ora per Hogwarts mi emoziona come sarebbe emozionato qualsiasi genitore. Ma ora non si parla di me, ma di te e io sono sicuro che saprai scrivere bene il tuo destino, perché noi non siamo vincolati dal fato, ma da ciò che scegliamo, nei momenti che ci viene richiesto di farlo’.
    In quel momento non capii bene cosa volesse dirmi, ma di certo mi sentii risollevato.
    Alla fine salii sul treno e mi convinsi a stare tranquillo, mentre riflettevo sulle parole di Harry.
    Ho fatto presto amicizia con una ragazzino di nome Nick, molto simpatico e interessato a quello che so fare con i capelli, eccetera.
    Così abbiamo passato tutto il viaggio a ridere e a conoscerci.
    Quando siamo arrivati alla stazione di Hogsmeade abbiamo seguito Hagrid che ci ha condotto con delle barche lungo il Lago Nero, fino all’enorme portone d’ingresso di Hogwarts.
    Di li in poi siamo stati guidati da un professore, il Vice Preside.
    Un uomo alto e magro, di mezza età e da glaciali e profondi occhi azzurri.
    Lui ci ha spiegato tutte le regole più importanti della scuola, ma io e Nick ci trovavamo infondo alla fila e abbiamo prestato poca attenzione … quando si ha fame non si pensa più ad altro, specialmente alle regole.
    Ma alla seconda parte del discorso, quella che riguardava le case, ho rivolto tutta il mio interesse.
    Alla fine abbiamo varcato il portone della Sala Grande.
    Quanto sono entrato non ho potuto fare a meno di spalancare gli occhi.
    Me l’avevano descritta molte volte ma mai mi sarei aspettato uno spettacolo del genere.
    La Sala era grande quanto una cattedrale, il soffitto sembrava non esserci, ma si apriva a un celo notturno, coperto di stelle, mentre molte candele si libravano in aria, illuminandola.
    Alla mia destra vi erano disposti due lunghi tavoli occupati da studenti che ci fissavano interessati e lo stesso discorso valeva per la mia sinistra. Mentre di fronte c’era il tavolo degli insegnati, dove al centro sedeva la preside e posto davanti ad essa, vicino agli scalini, c’era uno sgabello con sistemato sopra un vecchio cappello.
    Quello era niente poco di meno che il Cappello Parlante, colui che sceglieva in che casa lo studente dovesse andare.
    Dopo che esso ebbe cantato la canzone di Benvenuto il Vice Preside cominciò a leggere da una lunga pergamena che srotolava mano a mano che chiamava i ragazzi, in ordine alfabetico.
    Venne dopo un po’ il turno del mio amico Nick.
    Lui venne smistato nei Grifondoro.
    Dopo un’altra serie di ragazzini arrivò anche il mio momento.
    Mi misi seduto sullo sgabello e il vice preside mi adagiò il capello sulla testa.
    I miei capelli diventarono subito rossi, senza che potessi controllare la trasformazione e un coro di ‘Ohhh!’ risuonò nel silenzio della sala.
    Io li ignorai e chiusi gli occhi, aspettando la sentenza.
    ‘Ted Remus Lupin’ cominciò a sussurrarmi il Cappello ‘Unico figlio di Ninfadora Tonks e Remus Lupin. Assomigli molto ai tuoi genitori, ma decidere la casa in cui collocarti è difficile, sapendo che tua madre era una Tassorosso, ma tuo padre un Grifondoro’.
    Pensando al mio amico Nick comincia a pregare dentro di me di essere assegnato a Grifondoro.
    ‘Grifondoro?’ domandò il cappello, come se avesse sentito i miei pensieri ‘Se proprio lo desideri, così sia… Grifondoro!’.
    L’ultima parola venne udito da tutto il pubblico, perché i Grifondoro cominciarono a battere le mani, mentre il Vice Preside mi toglieva il Cappello dalla testa.
    Io ero al colmo della felicità.
    Mi sedetti vicino a Nick e strinsi la mano a molti studenti della casa.
    In quel momento ho capito cosa voleva dirmi Harry Potter; che il Capello oltre a scegliere per le nostre capacità sceglie anche per le scelte che facciamo, perché sono più esse a dire chi siamo veramente.
    Questo è stato un giorno bellissimo, che ricorderò per sempre, ma comincio già a sentire la mancanza dei miei cari.
    Più i giorni passano e più mi rendo conto di essere fortunato ad avere tante persone che mi vogliono bene:
    -Harry Potter
    -Nonna Andromeda
    -Ginny Weasley
    -Nonna Molly
    Eccetera, eccetera.
    Ma molto spesso sento la necessità dei miei veri genitori, che non ho mai conosciuto…
    La cosa che desidero più al mondo è poter parlare con loro… almeno una volta.

    Ted Remus Lupin
    01/09/2009 ”


    Era il 2 maggio 2010, ricorreva la festa della Liberazione e Hogwarts era nel pieno della celebrazione della memoria dei caduti nella grande battaglia di Hogwarts.
    Una grande folla era radunata intorno alla grande tomba bianca di Albus Silente, il più grande preside che Hogwarts abbia mai avuto.
    Vicino ad essa vi era stata posta una grossa statua che raffigurava un mago di granito bianco che costringeva un altro mago di granito nero a inginocchiarsi.
    Il simbolo della luce che aveva trionfato sull’oscurità.
    E nel piedistallo del monumento vi erano incisi i nomi di coloro che erano caduti durante la battaglia a Hogwarts.
    Tra loro c’erano anche i nomi di Ninfadora Tonks e Remus Lupin, i genitori di Teddy, ma lui non aveva avuto voglia di partecipare alla celebrazione, lo avrebbe solo mandato in depressione, quindi si stava dedicando a giocare a nascondino con i ragazzini della sua classe.
    -Cosa vuoi fare Teddy?- domandò Nick, nascosto dietro un cespuglio insieme a Ted.
    -Semplice …- rispose lui –Voglio fare il giro lungo a modo di prenderli alle spalle e fare Tana Libera tutti, così vinciamo. Se usciamo qui invece, ci prenderanno e addio a tutti gli sforzi che abbiamo fatto per non farci beccare.
    -Si hai ragione ma per prenderli alle spalle dovremmo tagliare per la Foresta Proibita!
    I capelli di Teddy diventarono di un blu acceso.
    -Si lo so ed è quello che voglio fare … sei con me o no?
    Nick si passò una mano sui capelli biondi, mentre rifletteva sulla risposta da dare.
    -Mi dispiace Teddy ma non ho intenzione di essere espulso o peggio, perdermi nella Foresta per un gioco, io esco.
    -Fa come vuoi … fifone!- lo canzonò il ragazzino.
    Nick, ignorandolo, si alzò in piedi e uscì allo scoperto.
    Ben presto Teddy riuscì ad udire le urla dei suoi compagni di classe che urlavano –Tana per Nick!
    Teddy sbuffò e si inoltrò nella Foresta, che si trovava proprio alle sue spalle.
    “Che sarà mai?” si disse mentre camminava “Devo solo camminare lungo e il confine e non mi perderò e poi è pieno giorno, di che c’è aver paura?”.
    Ma come volle il destino, il piccolo Teddy perse la strada.
    Vagò per un tempo indeterminato dentro la foresta buia mentre la paura di non riuscire più a ritrovare la strada per Hogwarts lo attanagliava.
    Ma all’improvviso, alla luce della sua bacchetta, qualcosa luccicò nel tronco cavo di un albero.
    Lui si avvicinò per vedere cos’era e trovò una piccola pietra che espandeva la luce se le se puntava contro una fonte luminosa.
    Stringendola con la mano sinistra si rese conto che era calda.
    “Che strano!”.
    Ad un certo punto un verso spaventoso di qualche animale lo spaventò e per sbaglio lasciò cadere la bacchetta, che si spense, lasciandolo al buio.
    Teddy spaventato strinse con entrambe le mani la pietra e desiderò con tutto il cuore che i suoi genitori fossero lì con lui.
    All’improvviso la pietra si illuminò di luce propria e divenne più calda.
    Accadde qualcosa di strano, ma Teddy aveva gli occhi chiusi.
    Quando li riaprì scoprì di non essere più avvolto dalle tenebre, ma una luce scaturiva da due persone adulte apparse all’improvviso, vicino a lui.


    Edited by Malandrina Potter - 10/9/2008, 13:58
     
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  2. °Molly°
     
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    cavolo...è davvero molto bella!!!!XD
    spero la continuerai presto!!!
     
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  3. Malandrina Potter
     
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    Grazie 1000
    Appena avrò tempo, posterò il prossimo capitolo ;)!
     
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  4. Luisina
     
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    è bellissimo brava continua presto
     
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  5. °Molly°
     
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    ok...allora mi fido!!!XD
     
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  6. Malandrina Potter
     
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    Tanto li ho già scritti i capitoli del primo episodio (Questo, cioè XD) e devo solo rileggerli prima di postarli !
    Comunque più tardi metto il nuovo pezzo.
     
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  7. -*Bia*-
     
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    davvero moooolto carino!!!!!XD
     
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  8. Malandrina Potter
     
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    Grazie a tutti per i commenti.
    ecco qui il prossimo pezzo!

    Capitolo 1:
    Black Out


    Poco più di 7 anni dopo.

    L’espresso per la scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts proseguiva il suo viaggio, lungo i binari, nell’oscurità della notte.
    Mancava mezz’ora all’arrivo alla stazione di Hogsmeade e molti studenti, soprattutto quelli che avrebbero affrontato il primo anno, erano eccitati.
    In uno dei tanti scompartimenti si chiacchierava animatamente.
    -Come mai ci mette così tanto?- domandò Rose Weasley agitata spostando lo sguardo dagli occhi color nocciola del cugino al vetro appannato del finestrino, per cercare di scorgere le alte torri del castello.
    Lei era una ragazzina di 11 anni abbastanza alta e snella, i capelli erano castani e lunghi, gli occhi di un celeste intenso e l’espressione del viso seria, troppo per una bambina della sua età.
    -Non lo so!- esclamò James Potter per l’ennesima volta –L’anno scorso alle otto in punto eravamo già arrivati a Hogsmeade, ora sono le otto e mezza …
    James Potter era un ragazzo di 12 anni, della casa dei Grifondoro.
    Era di statura media e magro, i capelli erano neri e sempre ribelli e i suoi occhi color nocciola traspiravano di curiosità e talento per i guai.
    -Forse sarà a causa della nebbia!- costatò Albus Potter, fratello minore di James.
    Albus assomigliava terribilmente a James, così tanto che avrebbero potuto scambiarli per gemelli, se non fosse stato per il colore degli occhi e l’età differenti
    Albus aveva 11 anni e gli occhi verdi come due smeraldi, gli stessi occhi del padre.
    -Ne dubito- lo contraddì Justin Matt, un ragazzo del secondo anno, amico del maggiore dei Potter, sempre della casa dei Grifondoro.
    –I giorni scorsi ci sono state molte frane a causa del vento troppo forte, penso che il macchinista abbia paura di non vedere degli eventuali massi che sono caduti sui binari, a causa della nebbia, per questo andiamo a 10 all’ora.
    Justin era alto e più robusto di James, i capelli leggermente corti erano di un biondo sporco mentre gli occhi erano di un bel verde acqua.
    Molti dei presenti annuirono soddisfatti della spiegazione di Justin.
    -Io ho fame! Ma non passa più quella dei dolci?- domandò Louis Weasley, cugino di Rose, Albus e James, e coetaneo dei primi due.
    Lui era poco più basso di Albus, molto magro e minuto.
    I suoi capelli ribelli erano rossicci e i suoi occhi marroni.
    -Smettila di lagnarti- si lamentò sua sorella Dominique Weasley, del secondo anno, nella stessa casa di Justin e James.
    -E’ da quando siamo partiti che non fai altro che mangiare!
    Lei non assomigliava a Louis, era alta e snella, i capelli rossi erano molto lunghi e lisci, e gli occhi azzurri.
    Louis la ignorò, mentre i presenti cominciarono a ridacchiare.
    Il ragazzino serrò i pugni e nel frattempo il suo stomaco gorgogliò.
    Gli altri risero ancora.
    -Basta!- si lamentò il ragazzino –Sono troppo giovane per morire così! Andrò a cercarla!
    Dopo di che si alzò in piedi e afferrò la maniglia della porta scorrevole dello scompartimento.
    -Auguri- lo canzonò Albus.
    -Vedi di non perderti!- rise James.
    Louis sorrise ironicamente e con tono di scherno rispose –Ovvio che non mi perdo!
    Ma poco prima che riuscisse a terminare la frase il treno frenò bruscamente e Louis finì a terra, seguito dai suoi cugini Albus e Rose visto che sedevano sul sedile posto nella direzione di marcia.
    Si ammassarono a terra, nello spazio ristretto dello stanzino, e per chiudere in bellezza, tutte le luci del treno si spensero.

    -Ahi!
    -Spostati!
    -Il mio piede!
    -Levati!
    -Il mio collo!
    -Peggio del giorno dell’apocalisse!
    -Mi fai male!
    -Lumos!
    Una tiepida luce azzurrina inondò il piccolo scompartimento dei nostri amici.
    -Così va meglio!- esclamò James Potter, brandendo la bacchetta, mentre cercava di salire in piedi sul proprio sedile.
    Albus fu il primo a riemergere dall’intreccio di corpi e gambe, e salì anche lui in piedi sul sedile, reggendosi alla tenda del finestrino.
    Rose fece per alzarsi in piedi ma un movimento di Louis la fece rifinire a terra.
    -Ahi Louis! Attento!- urlò la ragazzina massaggiandosi la schiena, con cui aveva urtato la scarpa di Justin.
    -Scusa-scusami- balbettò Louis, mentre cercava di alzarsi.
    Dominique lo afferrò per le ascelle lo issò in piedi.
    -Grazie sorellona!- sbuffò il ragazzino.
    Una volta che anche Rose fu in piedi Justin domandò –Cosa diavolo è successo? Ho rischiato di rompermi il collo con quella frenata!
    James scese dal sedile e Albus parlò per lui, lanciandogli uno sguardo d’intesa –Scopriamolo!
    Justin e Louis sorrisero e il primo dei due esclamò –Ora si che si ragiona!
    Ma Rose, cercò prima di sistemarsi i capelli castani che ormai erano quasi irrecuperabili poi fermò Albus che stava per scendere dal sedile.
    -Cosa?- domandò lui, ma lei non rispose e afferrò il braccio di James per impedirgli di uscire.
    -Secondo me dovremmo restare qui! Saremmo solo d’impiccio!
    -Dai Rose!- disse Dominique, che già aveva tirato fuori la bacchetta -E’ solo per scoprire cosa è successo!
    -Si cuginetta! Non fare la guasta feste!- sbuffò Albus mentre scendeva dal sedile, poi mise un braccio intorno alle spalle di Rose e sorrise –Qui non ci sono i nostri genitori, possiamo pure divertirci un po’, così almeno mettiamo anche da parte l’ansia per lo Smistamento!
    Rose cominciò a guardarsi attorno e nonostante la poca luce a disposizione capì di aver tutti gli sguardi dei presenti puntati su di lei.
    Sapeva che l’avrebbero fatta sentire in colpa per un sacco di tempo se lei non avesse accettato, ma Rose odiava infrangere le regole e quello che loro volevano fare era proprio come andare contro le regole.
    -Ma … io …- cominciò a balbettare.
    -Daiiiiii!- la supplicarono all’unisono Louis, Albus e Dominique.
    Rose sospirò e, con un tono di voce bassissimo, rispose –Va bene.
    Justin e Dominique esclamarono insieme –Lumos!- dopo di che, rivolgendosi agli altri quattro dissero –Andiamo!
    Il corridoio del treno era sovra affollato di studenti, che a lume di bacchetta, andavano di scompartimento a scompartimento, per chiedere cosa era successo.
    C’era chi diceva che il ponte era crollato per via di una frana, chi invece confermava di aver saputo da un professore che dei sassi o un grosso albero caduto avevano semplicemente bloccato la ferrovia e che ora i prefetti, i caposcuola, eccetera se ne stavano occupando per rimuoverli e proseguire il viaggio, mentre l’improvviso spegnimento delle luci del treno era stato dovuto a un guasto tecnico causato dall’improvvisa frenata.
    James e Justin erano davanti agli altri e cercavano di farsi largo tra la folla, ma era impossibile, se andavano avanti così avrebbero corso il rischio di separarsi, così tornarono indietro, ricongiungendosi ad Albus, Rose, Dominique e Louis.
    -E’ impossibile passare, c’è troppa folla!- esclamò James con tono dispiaciuto.
    Justin scosse la testa per confermare –Più si va avanti e più la folla aumenta, prima di arrivare fino alla cima del treno finiremmo schiacciati.
    Rose sorrise a quella notizia –Bene, allora non ci rimane altro che tornare nello scompartimento e aspettare che tutto si aggiusti.
    Nessuno dei cinque sembrò aver sentito quello che aveva appena detto la ragazzina, che indispettita, tornò dentro lo scompartimento.
    -Perché fa così?- domandò Albus.
    -Lascia perdere … donne, sono tutte così!- esclamò Justin.
    Dominique si voltò verso di lui e fulminandolo con lo sguardo disse –Vuoi ripetere?
    Justin portò le braccia verso l’alto in segno di resa e nel compiere il movimento urtò lo stomaco di Louis.
    -Ahi!- si lamentò il ragazzino.
    -Scusa a tutti e due!- si affrettò di dire Justin, leggermente rosso in viso, ma nessuno lo notò visto che era buio.
    All’improvviso delle urla oltrepassarono il chiasso della folla di ragazzini.
    -Tutti dentro! Tornate tutti dentro i vostri scompartimenti e in fretta! Chi sarà beccato fuori subirà una grossa punizione!
    La frase non poté essere più chiara di così, visto che tutti i ragazzini cominciarono a spingere, a correre e a strillare per riuscire ad infiltrarsi nei loro scompartimenti, senza essere trascinati troppo in fondo dalla folla.
    Justin, Dominique e Louis riuscirono ad entrare nel loro camerino, dove Rose li attendeva al buio, perché si trovavano vicino alla porta.
    Invece Albus inciampò e cadde a terra seguito da James, che si fece sfuggire la bacchetta dalle mani.
    James arrancò tra la folla in panico, che correva, per prendere la bacchetta, che non aveva smesso di emanare luce, grazie a Dio, sennò sarebbe stato impossibile ritrovarla.
    Fece per afferrarla ma qualcuno le diede un calcio accidentale e la bacchetta finì a qualche metro di distanza da lui.
    Albus nel frattempo cercò di alzarsi in piedi ma ricevette uno spintone violento che lo scaraventò di nuovo a terra, vicino a James, che nel frattempo gattonava disperato, verso la sua bacchetta che si era spenta!
    -James!- urlò Albus -Finiremo schiacciati!
    Il ragazzo afferrò la bacchetta e sussurrò –Lumos!
    Dopo di che si voltò verso il fratello e urlò –Prendimi la mano!
    Albus afferrò la mano del fratello, dopo di che insieme si rialzarono senza finire di nuovo a terra e cercarono di tornare verso il loro scompartimento che si trovava a qualche metro di distanza.
    Ma la folla li spingeva indietro.
    -Non ce la faremo mai, dobbiamo tornare indietro!- urlò Albus.
    James fece di si con la testa, e sempre tenendo stretta la mano del fratello e la bacchetta levata per farsi luce, disse –Seguimi!
    I due Potter cominciarono a correre nel senso di marcia della folla.
    Arrivarono fino alla fine del vagone ed entrarono nell’ultimo stanzino, che sembrava vuoto, ma era troppo buio per costatarlo.
    Chiusero la porta a vetri e ripresero fiato.
    Fu in quel momento che una voce sconosciuta li spaventò
    -Chi vi ha dato il permesso di entrare?
    James e Albus si voltarono in direzione della voce e il maggiore usò la bacchetta per illuminare la stanza.
    Un ragazzino biondo, dal viso appuntito e pallido, e gli occhi di ghiaccio li fissava indispettito.
    -Allora?- chiese ancora.
     
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  9. °Molly°
     
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    wow!!!mi piace tantissimo!!!!XD
    non vedo l'or del seguito!!!!
     
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  10. Luisina
     
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    anche a me, ma credo di aver capito chi è il ragazzino biondo qualcosa mi dice che si chiama malfoy
     
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  11. Malandrina Potter
     
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    Grazie mille x i commenti!! ^_^

    Capitolo 2:
    La decisione del Cappello Parlante


    -Scusaci- disse Albus –Dovevamo trovare un posto per nasconderci, appena il treno riparte ce ne andiamo.
    Il ragazzino biondo annuì, poi rivolse lo sguardo al finestrino, contemplando il paesaggio avvolto dalla nebbia e dalla notte.
    I due fratelli si sedettero uno di fronte all’altro, vicino alla porta dello scompartimento, e a debita distanza da quello strano ragazzino.
    La bacchetta di James continuava ad illuminare la stanza, mentre il chiasso dei ragazzini che si trovavano lungo il corridoio si attenuava sempre di più.
    -Tu-tu sei Scorpius? Vero?- domandò all’improvviso Albus, rompendo l’imbarazzante silenzio.
    James lanciò una strana occhiata al fratello che aveva il ben chiaro significato che doveva chiudere il becco, ma Albus lo ignorò.
    -Allora? Comunque piacere, io sono Albus Potter e questo è mio fratello James …
    Il ragazzino distolse l’attenzione dal finestrino e si girò verso i due fratelli.
    -Si- disse.
    James e Albus si guardarono un attimo senza capire l’esatto significato di quella affermazione.
    -Si … sono Scorpius Malfoy.- precisò, senza aggiungere altro, per poi tornare a guardare fuori dal finestrino.
    Albus e James si guardarono di nuovo, poco convinti.
    -Come mai sei qui da solo?- domandò di nuovo Albus.
    Scorpius, continuando a guardare fuori, rispose –Non sono una persona che ama stare in compagnia.
    “E si vede!” esclamò dentro di se James, divertito dall’atteggiamento strano, misto a snob del ragazzino.
    Alla fine non riuscì a trattenere una risatina che però si spense alla vista dell’occhiata minacciosa che il fratello gli aveva rivolto.
    -Come mai non ami stare in compagnia?- domandò James, ritornando serio.
    Scorpius si voltò di nuovo verso di loro e riducendo gli occhi a due fessure, rispose –Non sono affari tuoi, Potter!
    James scosse la testa sorridendo ironicamente –Scusa tanto!
    All’improvviso il treno si mosse e riprese la sua corsa mentre le luci cominciarono a lampeggiare per poi stabilizzarsi.
    James, felice che tutto fosse tornato apposto, si alzò in piedi e guardando verso Albus, disse –Bene, ora togliamo il disturbo, andiamo Al?
    Albus si alzò in piedi facendo di si con testa, mentre con le mani si sistemava il mantello nero della divisa nuova di zecca.
    Poi guardò verso Scorpius e aggiunse –Vuoi venire con noi?
    James sbiancò e con voce stridula sussurrò al fratello –Cosa?!
    -Non può stare qui da solo!- rispose sempre sotto voce Albus.
    -Ma … tu sei fuori di testa! E’ … è un Malfoy!
    Albus lo azzittì con un gesto della mano, dopo di che tutti e due tornarono a guardare verso Scorpius, che li fissava con espressione indecifrabile.
    I due ragazzini mostrarono un sorriso ebete cercando di rimediare alla figura appena fatta.
    -No grazie- annunciò Scorpius ignorandoli –Non voglio essere di disturbo!
    Albus fece per dire qualcosa ma James gli portò una mano alla bocca e disse rivolto a Scorpius –Bene … scusaci … e … ciao!
    Dopo di che uscì dallo stanzino, trascinandosi a presso Albus.
    Scorpius non riuscì a trattenere un sorriso alla vista di quella scenetta comica.
    Dopo pochi secondi riapparve Albus, con i capelli più in disordine del solito, probabilmente era riuscito a sfuggire alla morsa del fratello, che aprendo la porta dello stanzino annunciò –Se cambi idea siamo nello scompartimento numero 10!

    Il treno proseguiva a velocità moderata ma nonostante tutto si avvicinava alla stazione di Hogsmeade con costante andamento, presto sarebbe arrivato.
    Gli studenti, affamati e impazienti, andavano per lo stretto corridoio a trovare i loro amici che risiedevano negli alloggi per discutere del nuovo anno scolastico che stava per iniziare.
    Nell’alloggio numero 10 Albus Potter era troppo agitato per stare seduto.
    Se ne stava appoggiato al finestrino gelato e non riusciva a smettere di pensare al momento in cui si sarebbe trovato sotto il Cappello Parlante, il quale avrebbe dichiarato la casa adatta per lui.
    Albus voleva essere un Grifondoro, tutta la sua famiglia lo era stata e il ragazzino non se la sentiva di spezzare la tradizione.
    No, lui non avrebbe messo fine a una lunga consuetudine della sua famiglia.
    Rose invece, seduta vicino al finestrino, pensava tranquilla.
    In che casa sarebbe finita non le importava, voleva solamente che la sua famiglia l’accettasse, qualunque sarà la decisione del Cappello.
    Infine Louis.
    Anche se lo si guardava da lontano si poteva dedurre che era agitato.
    Non facevo altro che alzarsi per poi rimettersi seduto.
    Beh, infondo lo si poteva capire, era l’ultimo di tre fratelli.
    La maggiore, Victorie, era diventata Corvonero a suo tempo.
    Quella di mezzo, Dominique, Grifondoro.
    E ora rimaneva lui, che sperava di non rimanere solo, la scelta quindi era vincolata a Corvonero o a Grifondoro.
    All’improvviso qualcuno bussò alla porta del loro scompartimento.
    -Avanti!- tuonò Justin, svogliatamente.
    La porta a vetri si aprì lentamente, rivelando un visetto pallido e appuntito e una chioma biondo platino, che Albus riconobbe subito.
    -Su dai vieni!- lo incitò il ragazzino.
    Scorpius fece il suo ingresso, mentre i presenti lo fissavano, chiudendosi la porta alle spalle.
    Il ragazzino si guardò un po’ attorno e notando le occhiate ostili degli altri e che non rimaneva posto per lui, si sentì in imbarazzo e disse –Scusatemi, se non c’è posto me ne vado …
    Albus fece per ribattere ma James lo precedette –No, tranquillo, rimani, tanto non penso che Albus si metterà seduto!
    Scorpius mormorò un grazie poi si sedette vicino a Louis, che non poté evitare di scansarsi un po’ verso Rose.
    Nel frattempo Albus rivolse al fratello uno sguardo complice e che indicava che gli doveva un favore.
    -Allora ragazzi- annunciò Albus –Questo qui è il mio nuovo amico Scorpius Malfoy.
    Scorpius si voltò verso il ragazzino, meravigliato, quando udì la parola ‘amico’.
    -Mentre loro sono Louis, Rose e Dominique Weasley, i miei cugini- disse indicando i sottoscritti –Questo è mio fratello James Potter, ma già lo conosci e questo qui invece e Justin Matt, un amico di mio fratello e nostro.
    -Piacere- disse Scorpius, mentre stringeva la mano ai presenti.
    Calò un instabile silenzio, che cessò quando Justin domandò, rivolto a Scorpius –Poco prima che tu arrivassi, stavamo discutendo delle case in cui volevano andare Albus, Rose e Louis. Tu in che casa ti piacerebbe andare?
    Scorpius non rispose subito, fissò il pavimento per un po’, sembrava che stesse pensando.
    -Non lo so- annunciò alla fine –Mio padre sarebbe felice se diventassi un Serpeverde … mio padre, ma io non so cosa voglio.
    -Sai cosa mi ha detto mio padre?- domandò all’improvviso Albus.
    -Che sono le nostre scelte a dirci chi siamo, no le nostre capacità … sei libero di scegliere in che casa andare.

    Il treno raggiunse, emettendo il suo fischio stridulo, la stazione di Hogsmeade.
    Una volta all’aperto James si avvicinò al fratello e lo abbracciò forte sussurrando –Buona fortuna per lo Smistamento, Albus.
    -Grazie …- rispose il ragazzino, allontanandosi dalla stretta del fratello.
    James, Dominique e Justin augurarono la buona fortuna anche a Rose e a Louis, ma solo James salutò anche Scorpius, che se ne stava un po’ in disparte, dietro Albus.
    Dopo di che, sparino tra la folla di ragazzi diretti alle carrozze trainate da animali invisibili, che li avrebbero portati ad Hogwarts attraverso una via diversa da quelli del primo anno.
    -Andiamo- incitò Albus, rivolto a Rose, Louis e Scorpius.
    Poi tutti e quattro partirono, raggiungendo un omone grande e grosso, che teneva ben in vista con le sue possenti braccia, una lanterna e nel frattempo urlava –QUELLI DEL PRIMO ANNO! QUELLI DEL PRIMO ANNO, DA QUESTA PARTE!
    -Hagrid! Ciao!- urlò Rose, per sovrastare il chiasso prodotto dai suoi coetanei, che si stavano radunando.
    -Ciao Rose!- rispose il Mezzo-gigante –Ben arrivati Albus e Louis e … tu sei?- domandò poi, rivolto a Scorpius.
    Il biondino si affrettò a presentarsi -Ah scusi … io sono Scorpius Malfoy.
    Hagrid lo fissò un attimo prima di dire qualcosa.
    -Ah si, Malfoy … mi ricordi tuo padre ma devo dire che sei molto più educato di lui!- concluse ridacchiando e dando al ragazzino un buffetto sulla guancia.
    Dopo che tutti i ragazzini del primo anno si furono avvicinati a Hagrid, il Mezzo-gigante li guidò verso le barche alla riva del Lago Nero.
    Albus salì su una delle tante barche insieme a Rose, Scorpius e Louis, più altri due ragazzini identici, probabilmente gemelli.
    Una volta attraversato il Lago, Hagrid li salutò e ricordò ad Albus che il giorno dopo sarebbe dovuto passare nella sua Capanna, vicino alla Foresta, per bere una tazza di tè e se voleva poteva portare anche un po’ di amici, visto che ne aveva preparato talmente tanto da poter dissetare un esercito.
    Arrivò subito un uomo, la cui età passava di poco la sessantina.
    I capelli, probabilmente un tempo biondi, erano bianchi come la neve, gli occhi di un colore così azzurro da potersi specchiare e l’espressione del viso seria e sapiente.
    -Salve ragazzi- disse l’uomo –Io sono il Vice Preside Jhonson e mentre saliremo le scale che portano alla Sala Grande, vi spiegherò come funzionano le cose qui.
    Molti dei ragazzini annuirono, mentre Albus, a metà della colonna che i bambini del primo avevano creato, rifletteva.
    Il Vice Preside fece aprire il grosso portone d’ingresso con un gesto della mano, dopo di che lo varcò e i ragazzini lo seguirono.
    La Sala d’Ingresso non era molto grande ma si ampliava grazie alle lunghe scale che portavano a un portone più piccolo del precedente, ma sempre maestoso.
    Cominciarono a salire quelle scale, mentre il Vice Preside Jhonson spiegava le regole più importanti della scuola, come funzionavano le 4 case e come si potevano guadagnare punti o perderne.
    Una volta raggiunto il portone si voltò verso i ragazzi e disse –Saprete il resto a tempo debito, ora entro in Sala per controllare che tutto sia pronto, mentre voi resterete qui buoni e in silenzio, non voglio sentire chiasso!
    Dopo di che aprì un anta del portone ed entrò, poi l’anta si richiuse prima che alcuni studenti potessero anche solo dare un occhiata.
    -Bene … ci siamo.- mormorò Louis.
    -Puoi dirlo forte.- rispose Scorpius, agitato più che mai.
    Rose e Albus invece non parlavano, si limitavano a scrutare gli altri studenti, studiandosi le loro facce, una per una.
    Albus si fermò a guardare un ragazzino che lo fissava.
    Era alto e magro, i capelli neri brizzolati da delle linee castane e il colore dei suoi occhi era così scuro che le pupille quasi non si vedevano più.
    Nel suo sguardo c’era qualcosa di minaccioso, ma dopo un po’ Albus capì che non stava guardando lui, ma Scorpius.
    Il ragazzino si voltò verso l’amico, che stava parlando con Louis, per chiedergli se conosceva quel tipo, ma si bloccò quando vide ricomparire da dietro il portone, il Vice Preside.
    -Bene ragazzi, seguitemi!- ordinò mentre spalancava anche l’altra anta del portone.
    Quando entrarono nella Sala Grande molti di loro non riuscirono a trattenere dei gemiti dettati dallo stupore per lo spettacolo a loro presentato.
    La Sala era immensa, il soffitto infinito, visto che non c’era!
    Ma si apriva al cielo stellato, dove la nebbia di prima era sparita.
    Miliardi di candele costellavano le pareti a cui stavano accostate, mentre quattro lunghi tavoli erano messi lungo la sala, l’uno parallelo all’altro, e molti studenti più anziani, seduti su questi tavoli contrassegnati dai colori della quattro case, li guardavano, mentre con passo insicuro, si avvicinavano allo sgabello con posto sopra il Cappello Parlante.
    Dietro il Cappello c’era il tavolo degli insegnati che prendeva la forma di un ferro di cavallo squadrato ed era sposto orizzontalmente, rispetto alla vista dei ragazzini del primo anno.
    Il Vice Preside si posizionò vicino al Cappello, mentre reggeva in mano un rotolo di pergamena, apparso dal nulla.
    Il Cappello cominciò a cantare, come tutti gli anni, la canzone di benvenuto.
    -Carina la canzone- mormorò un dei gemelli che avevano preso la stessa barca di Albus.
    -Chissà però quanto tempo ci ha messo a scriverla … se capisci cosa intendo?- rispose l’altro gemello, ridacchiando sotto voce.
    Rose, che era lì vicino, fece cenno ai due ragazzini di fare silenzio, poi rivolse nuovamente la sua attenzione al Cappello.
    -Scorbutica- sussurrò uno dei due, ma Rose non rispose.
    -BENVENUTI A HOGWARTS, PICCOLE MATRICOLE DI QUESTO NUOVO MONDO CHE VI ASPETTA!
    Concluse con voce tuonante, il Cappello.
    Molti studenti e tutti i professori applaudirono, poi il Vice Preside srotolò la lunga pergamena che teneva in mano, dove erano incisi i nomi dei ragazzini del primo anno.
    -Ora vi chiamerò in ordine alfabetico, voi verrete qui e io vi metterò il Cappello sulla testa, lui vi Smisterà nella casa che riterrà più opportuna per voi.
    Dopo di che cominciò a chiamare i ragazzini, uno per uno, che venivano assegnati a una delle quattro case; Serpeverde, Grifondoro, Corvonero o Tassorosso e accolti con fragranti applausi dagli studenti più anziani.
    -Edmmund Goyle!
    Il ragazzino di prima, quello con lo sguardo cattivo, salì con sicurezza gli scalini e si mise seduto.
    Il Vice Preside non fece nemmeno in tempo a posizionargli il Cappello Parlante sulla testa che esso urlò –SERPEVERDE!
    Edmmund, sorridendo soddisfatto, raggiunse i suoi nuovi compagni di scuola, che lo accolsero con degli applausi.
    Venne poi il turno di altri ragazzini e in seguito quello di Scorpius.
    -Scorpius Malfoy!- chiamò il Vice Preside.
    Il ragazzino guardò un attimo spaventato i suoi nuovi amici, che gli fecero segno di andare.
    Scorpius salì i tre gradini che lo separavano dallo sgabello, poi si mise seduto, mentre il Vice Preside gli posizionava il Cappello in testa.
    -Malfoy?- sussurrò il Cappello a modo che sentisse solo lui –E’ da tempo che non vedo un membro di questa famiglia, temevo che fosse finita, ma no, ecco qui che mi ritrovo un altro discendete però … c’è qualcosa di diverso in te, sei differente dall’ultimo della tua famiglia che smistai, lui era un Serpeverde senza alcun dubbio ma tu no … sento nella tua mente insicurezza, desideri diversi dai tuoi avi … cosa desideri ragazzo?
    Scorpius, sorpreso da quella domanda, si morse le labbra, mentre spostava lo sguardo da Albus a Rose e Louis.
    Chiuse gli occhi e sussurrando alla fine rispose –Voglio avere degli amici.
    Il Cappello contrasse le ‘labbra’ in un sorriso e urlò –GRIFONDORO!
    Scorpius sbiancò e spalancò gli occhi, mentre si alzava traballante, dallo sgabello.
    Albus gli fece si con la testa, mentre si avvicinava al tavolo dei Grifondoro e prendeva posto vicino a Dominique.
    Fu il turno di altri ragazzi poi venne il momento di Albus.
    -Albus Potter!
    Albus salì gli scalini gustando quel momento, il momento di dimostrare che era figlio di suo padre.
    Si sedette sullo sgabello e il Vice Preside gli mise il Cappello sulla testa.
    -Potter! Bene- sussurrò il Cappello –So cosa fare con te ma non ne sono sicuro al cento per cento, per questo non ti dispiacerà se ti pongo una piccola domanda? Tanto per essere sicuri.
    Albus non rispose.
    -Dimmi ragazzino, cosa vuoi ottenere da questa scuola, qual è il tuo sogno nel cassetto? E tranquillo, non lo rivelerò a nessuno.
    Albus non ci pensò nemmeno due volte alla risposta da dare –Voglio diventare come mio padre!
    -Bene ragazzo, hai confermato ciò che volevo fare … GRIFONDORO!
    Albus, felicissimo, scese dallo sgabello e si unì a Scorpius e agli altri.
    Il Vice Preside riprese a chiamare altri studenti, tra cui i due gemelli di prima.
    -Lorcan Scamandro!
    Il ragazzino, identico al fratello, prese posto sotto il Cappello e venne assegnato a Grifondoro, mentre il fratello, di nome Lysander venne smistato nei Tassorosso.
    A quella notizia Lorcan non poté evitare di esclamare sotto voce –Cosa?! Ma siamo matti?
    -Capita- gli sussurrò Justin, che sedeva davanti a lui –Non preoccuparti.
    Arrivò presto il momento di Louis.
    Dopo un lungo colloquio tra lui e il Cappello alla fine venne smistato nella casa dei Corvonero.
    Felice, il ragazzino prese posto vicino alla sorella Victorie, che era all’ultimo anno.
    Subito dopo venne chiamata Rose.
    Come era successo con Edmmund, appena il Cappello sfiorò i capelli marroni della ragazza, esso urlò –CORVONERO!
    Rose, contenta, rivolse un saluto ai suoi parenti Grifondoro, poi si sedette vicino a Louis e a Victorie.
    Lo Smistamento era terminato.
     
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  12. °Molly°
     
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    belissimoooo!!!!XD
     
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  13. Luisina
     
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    troppo bello questo chappy!!!
     
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  14. Malandrina Potter
     
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    GrAzIeEeEeEeEeEeEeEeE!! ^_^

    Capitolo 3:
    Incognite dal passato e misteri di sangue


    Il Vice Preside Jhonson arrotolò velocemente la lunga pergamena con scritti i nomi degli studenti del primo anno, poi, prendendo nel frattempo in mano il Cappello Parlante, la fece sparire nel nulla.
    In seguito usò la mano nuovamente libera per afferrare il piccolo sgabello di legno su cui i ragazzini del primo anno si erano seduti durante lo Smistamento, per poi incamminarsi verso una porticina laterale, infondo alla Sala Grande, alla destra del tavolo degli insegnanti.
    Appoggiò lo sgabello, con sopra il Cappello Parlante, davanti a tale porticina, poi si accomodò al tavolo degli insegnanti, alla destra della preside.
    Ella era una donna distinta e dall’aspetto freddo e severo, i capelli grigi erano legati a coda di cavallo e lo sguardo puntato di fronte a lei, fiero e spavaldo, ma i suoi occhi azzurri tradivano un animo dolce e comprensivo.
    -Benvenuti cari ragazzi- annunciò lei, alzandosi in piedi, rivolta a tutti gli studenti –Siccome sono quasi le dieci di sera, per via dell’intoppo che avete incontrato lungo il viaggio, non mi dilungherò nell’elencarvi le novità che ci sono quest’anno.
    Si udirono molti sospiri di sollievo da parte dei ragazzi e da alcuni professori.
    La preside li ignorò completamente e continuò il suo discorso.
    -Voglio solo avvisarvi che nelle vostre stanze, oltre ai vostri affetti, troverete anche una pergamena posta sopra il vostro letto, con inciso l’elenco delle novità e le regole fondamentali della scuola. E’ di vitale importanza che prestiate attenzione a ciò che è scritto lì. In più nelle bacheche di ogni Sala Comune, sarà appesa una copia di tale elenco e gli orari provvisori per le lezioni.
    Finito il discorso la preside si mise seduta, accompagnata da un leggero applauso.
    -Per concludere- riprese lei –Buon appetito!
    Detto ciò tutti i piatti posti sulle lunghe tavole, prima vuoti, divennero pieni di pietanze prelibate e la Sala Grande si riempì di odori sfiziosi.
    Dopo cori di gioia e meraviglia, soprattutto da parte dei bambini del primo anno, tutti iniziarono a mangiare e a parlare.
    -Era ora- esclamò James rivoltò soprattutto a se stesso –Non ne potevo più!
    Dopo di che afferrò un croccante coscio di pollo dal piatto e lo addentò con avidità.
    -Blah!- gemette disgustata Dominique, rivolta a James –Un po’ di galateo non te l’hanno mai insegnato?
    Ma il ragazzo non rispose, perché era troppo impegnato a non strozzarsi, visto che aveva messo in bocca un pezzo di carne troppo grosso.
    -La mamma lo sgrida sempre- spiegò Albus –Ma lui non ascolta mai, come al solito …
    -Parpa id santarelipo- borbottò James con la bocca piena.
    -Cosa?!- domandò Justin, seguito da Dominique e Albus.
    -Ho detto; parla il santarellino!- ripeté James, dopo aver mandato giù il cibo.
    Albus gli diede una gomitata nelle costole e James non poté rispondere al colpo, visto che il professor di Erbologia, Neville Paciock e caro amico di famiglia, li stava guardando.
    -Smettila, ci sta guardando Neville! Dopo lui va raccontare tutto a mamma e papà!- sussurrò James. rivolto al fratello.
    -Chi se ne frega!- rispose l’altro –Sei stato tu a cominciare, così almeno ti becchi una Strillettera da mamma … o peggio, dalla nonna!
    James sbiancò.
    -Ti ricordi cosa ci ha detto zio Ron? Che cosa è successo quando faceva il secondo anno a Hogwarts?
    Il fratello non rispose, guardava verso Neville, che aveva ripreso a mangiare, distogliendo lo sguardo da loro, ma non era in grado di dedurre se fosse un buon segno, oppure no.
    -Nonna Molly gli ha mandato un Strillettera che si è messa a urlare davanti a tutti in Sala Grande, facendolo sotterrare dalla vergogna! Pensa che divertente se capitasse a te!- concluse Albus con un risatina.
    -Ahah- lo canzonò James –Divertente Al! Cosa succede invece se ti strozzo e butto il tuo corpo nel Lago Nero?
    Ad Albus andò di traverso una foglia d’insalata.
    Tossì più volte prima di rispondere.
    -Tu sei un …
    -Ma perché non la fate finita di litigare?- domandò esasperato Scorpius, seduto di fronte ad Albus –Già a casa mi tocca sopportare i miei che litigano ogni giorno … vorrei che a scuola invece si possa evitare cose del genere.
    Albus e James smisero di bisticciare ma si lanciarono un’ultima occhiata in cagnesco.
    -Mi dispiace Scorpius … è soltanto che avere un fratello cretino non è il massimo …- sussurrò Albus, ma James lo sentì.
    Quest’ultimo fece per mollare un cazzotto nello stomaco ma si bloccò quando vide che il professor Neville Paciock li stava fissando di nuovo, sorridendo.
    “Mannaggia!” borbottò James, mentre mollava la tunica del fratello, che aveva afferrato durante l’attacco d’ira, e tornava a concentrarsi sul suo coscio di pollo.
    -Meno male che sono figlio unico.- dedusse Scorpius, parlando a se stesso, mentre scuoteva la testa divertito.

    -Grifondoro!- urlò un ragazzo sui sedici anni, mentre si alzava in piedi, dal tavolo dei Grifondoro –Quelli del primo, della casa dei Grifondoro mi seguano!
    Albus e Scorpius si lanciarono una rapida occhiata poi si alzarono, seguiti da Lorcan Scamandro.
    Salutarono James, Dominique e Justin, poi seguirono il Prefetto di Grifondoro, perché quello era sicuramente un Prefetto, fuori dalla Sala Grande.
    Costui si chiamava Kevin Jhosef, era un ragazzo non tanto alto e robusto, e aveva un aria antipatica.
    Era il Prefetto dei Grifondoro insieme a Roxanne Weasley, un’altra cugina di Albus, sempre di sedici anni, che però, al contrario di Kevin, che sfortunatamente era il suo ragazzo, era simpatica e cordiale.
    Entrambi mostrarono ai novelli Grifondoro la via da intraprendere per raggiungere il quadro della Signora Grassa, l’ingresso della Sala Comune della loro casa.
    Albus e Scorpius erano gli ultimi della fila, e salivano le scale chiacchierando sotto voce.
    -Senti Scorpius, tu conosci Edmmund Goyle? Il ragazzino che è finito a Serpeverde, quello con i capelli neri?- domandò Albus, ricordandosi delle occhiate minacciose che quel ragazzino aveva rivolto al suo amico.
    Scorpius lo guardò un attimo, poi riprese a fissare i gradini per vedere dove metteva i piedi e evitare di calpestare i tradizionali scalini evanescenti che ricoprivano le scale della scuola.
    -N-no- rispose infine, insicuro e sempre sottovoce –Non l’ho mai visto prima.
    -Ah, okay- proferì Albus con un sussurro –E’ solo che mi è sembrato che ti conoscesse … l’ho sorpreso guardarti diverse volte, stasera.
    Scorpius stava per dire che si sarà sbagliato quel Edmmund e che non lo conosce ma fu interrotto da Roxanne, che si era avvicinata a loro.
    -Muovetevi voi due!- annunciò sorridendo.
    Albus e Scorpius annuirono, poi affrettarono il passo, raggiungendo gli altri.

    I due Prefetti li fecero radunare in un corridoio spazioso, decorato regolarmente da pilastri di pietra alla cui sommità ardeva un fuoco magico che illuminava il luogo, e dotato di molte finestre sfarzose che aprivano la visuale all’orizzonte, macchiato dalla nebbia.
    -Ecco a voi il quadro della Signora Grassa- spiegò Kevin, indicando una tela dotata di cornice dorata e che ritraeva una donna paffuta e vestita in un modo un tantino appariscente.
    -Buona sera Kevin e Roxanne- salutò la Signora Grassa, con un bel sorriso stampato sulle labbra –E sera piccoli Grifondoro- concluse guardando verso la marmaglia di ragazzini.
    Il prefetto cominciò a spiegare alcune regole noiose sul Coprifuoco, eccetera ma Albus, come al solito, non prestava attenzione, ma osservava il paesaggio da una delle finestre.
    Essa si affacciava sul confine della Foresta Proibita, dove si trovava la Capanna di Hagrid, dal cui comignolo usciva una sottile linea di fumo, segno che il Mezzo-Gigante si stava preparando una delle sue minestre, ma la nebbia non permetteva di distinguere altri dettagli.
    Ma all’improvviso accadde qualcosa di strano sotto gli occhi meravigliati del ragazzino.
    La nebbia si radunò in un punto diventando più densa.
    Dopo pochi attimi assunse la forma di un serpente dalle zanne aguzze e gli occhi rossi.
    Il rettile rimase fermo un attimo ad osservare Albus, che teneva gli occhi verdi puntati in quel mare rosso, rosso come il sangue.
    Nell’arco di un secondo il serpente si avventò contro la finestra con uno scatto poderoso mentre spalancava le fauci.
    Albus, spaventato, arretrò e quando il serpente raggiunse il vetro della finestra, urlò, ma il serpente scomparve nel nulla, ritornando ad essere nebbia.
    -Cosa ti prende Al?- domandò Scorpius, notando l’espressione di terrore dipinta sul viso del suo amico.
    Anche tutti gli altri presenti avevano rivolto la loro attenzione verso Albus Potter, che nel frattempo respirava affannosamente ma non diceva nulla, mentre fissava con orrore la finestra e la nebbia innocua.
    -Nie-niente- rispose alla fine, riuscendo a mettere insieme le lettere –Mi è sembrato di vedere qualcosa nella nebbia ma … mi sono sbagliato.
    Ben presto i Prefetti ripresero a spiegare le ultime cose e gli studenti del primo anno rivolsero di nuovo la loro attenzione ad essi, dimenticando quel fatto bizzarro.
    -Al … cosa hai visto?- domandò nuovamente Scorpius, sotto voce.
    Albus scosse la testa e si asciugò la goccia di sudore che gli era colata dalla fronte.
    -Niente … dico davvero … niente …

    Albus e Scorpius scoprirono di essere di stanza insieme, più Lorcan Scamandro e un altro ragazzino di nome Mattew Thir.
    Quando entrarono nella camera trovarono quattro letti a baldacchino, posti lungo la parete circolare della stanza, alternati da delle alte e strette finestre con le tende tirate, tutto contrassegnato dal colore rosso fuoco e oro della casa dei Grifondoro, più tutti i loro bagagli erano stati posti vicino ai loro letti.
    Albus si avvicinò al suo letto e prese il foglio di pergamena adagiato sul cuscino.
    Cominciò a leggerlo mentre la sua piccola civetta marrone Magi cominciava ad agitarsi da dentro la propria gabbia, posta sul baule di Albus, adagiato infondo al letto, pretendendo di essere liberata.
    Il ragazzino la ignorò, preferiva lasciarla lì dopo ciò che aveva visto quella sera, tanto aveva mangiato abbastanza prima della partenza per Hogwarts.
    Nella pergamena vi erano incise le regole già dette dai Prefetti, i vari orari per i corsi di recupero e i provini di Quidditch per entrare a far parte della squadra dei Grifondoro.
    “Bene” pensò Albus “ Di certo non posso mancare! Proverò a fare il provino.” pensò, cercando di distrarsi dagli occhi rossi di quel serpente, che ancora vedeva nella sua testa.

    Parlarono poco tra loro i quattro ragazzini, troppo assonnati per restare svegli.
    Così aprirono i loro bauli solo per tirare fuori il pigiama e andare a letto.
    Albus si trovava disteso sul proprio letto, e fissava la tenda rossa della finestra accanto a lui mentre pensava a ciò che era successo e a quello che sarebbe accaduto in seguito.
    Lui era il figlio di Harry Potter, il più grande mago del ventesimo secolo, colui che aveva sconfitto il grande mago oscuro, Lord Voldemort.
    Era ovvio che qualcuno ce l’avesse con lui, che lo volesse magari, morto!
    Ma non si aspettava di dover battersi con un serpente fatto di nebbia, di cui l’unica cosa davvero concreta erano i suoi occhi di sangue.
    Solo in quel momento si rendeva conto di quanto sapeva poco del mondo magico e delle imprese e i segreti che ruotavano intorno alle incognite passate della sua famiglia.
    Gli era dispiaciuto di non aver detto la verità a Scorpius, ma anche lui dall’altronde gli aveva mentito, era certo che conoscesse quel ragazzo, Edmmund, e non riusciva a capire perché Scorpius gli aveva negato l’evidenza.
     
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  15. °Molly°
     
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    è bellissimo anche uesto capitolo....e più vai avanti e più mi piace!!xd
     
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43 replies since 9/9/2008, 08:57   619 views
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