Please, forgive me!

Ron/Hermione

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  1. M@SSi
     
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    CAPITOLO 1

    Harry si sentiva contaminato, infetto: era così che i Mangiamorte l'avevano individuato?
    «Se io non posso usare la magia senza rivelare la nostra posizione, e voi nemmeno finché siete vicino a me...» esordì.
    «Non ci separeremo!» esclamò Hermione, decisa.
    «Ci serve un posto sicuro dove nasconderci» disse Ron. «Per avere il tempo di riflettere».
    «Grimmauld Place» propose Harry.

    Arrivati, decisero di comune accordo di accamparsi nel maestoso salone dell’appartamento. Dopotutto sarebbero dovuti restare soltanto quella notte, non c’era motivo di preparare tre stanze con letti ricoperti di polvere e teli.
    O meglio, quella era il razionale ed ovvio ragionamento venuto fuori. Nessuno dei tre sarebbe voluto restare solo, raggomitolato in un letto in preda all’ansia e alla paura di ciò che dal giorno successivo, la ricerca degli horcrux, avrebbe portato.
    La paura dell’ignoto, di ciò che sarebbe stato, l’attesa della battaglia finale.

    Harry e Ron srotolarono i loro sacchi a pelo al centro del salone, accanto al divano che per scontato e di comune accordo, avevano deciso di lasciare ad un Hermione, che dopo iniziali proteste sul fatto di non voler essere trattata con benefici soltanto perché fosse l’unica ragazza, aveva accettato con riserve.

    Il tempo scorreva, questo era normale. Ma Ron non sapeva dire se ciò accadeva in modo accelerato o terribilmente lento. L’unica cosa certa è che non riusciva a prendere sonno, pur essendo totalmente e completamente distrutto dalla moltitudine di avvenimenti delle ore precedenti.
    La sua mente ritornò al ricevimento di suo fratello, all’attacco, alla lancinante paura che ebbe in quell’istante, non riuscendo a trovare Hermione tra la folla urlante e terrorizzata. I suoi occhi saettavano da un punto all’altro, in modo del tutto disordinato e senza una scia precisa.
    Nel momento in cui la vide, non poté che sentire un forte sollievo partirgli da dentro, ed espandersi pian piano in tutto il resto del suo corpo.
    Vedendola, si accorse che per quanto la sua espressione fosse sperduta e impaurita a sua volta, notò un moto di sollievo anche nei suoi occhi dal momento in cui i loro sguardi si incrociarono. Che anche lei… lo stesse cercando disperatamente? Che anche lei… No, non era ne il momento ne il luogo per pensare a certe cose. Non poteva, lui non poteva… Hermione era la sua migliore amica, e lui non poteva riempirsi la testa di certi pensieri, e tanto meno illudersi che nei suoi gesti, nei suoi sguardi, ci fossero segni che anche lei… Dovevano essere uniti, lui, Hermione ed Harry. Non poteva rovinare un’amicizia così lunga sulla base di… di nulla.
    L’unico pensiero che aveva il permesso di avere, era di concentrarsi sui loro compiti, sul ritrovamento degli horcrux e combattere al loro fianco… e di proteggerla ad ogni costo.

    Capendo che fosse impossibile riuscire ad addormentarsi, decise che era il caso di alzarsi e fare qualcosa che gli tenesse la mente occupata. Si sollevò lentamente cercando di ridurre al minimo il fruscio del sacco a pelo che sfilava dal suo corpo.
    Alzandosi in piedi vide alla sua destra l’amico che dormiva della grossa. Ma come diavolo faceva… anche se non poté non notare una sorta di angoscia nella sua espressione. Come dargli torto.
    Ripromettendosi di non guardarla, tenne il volto rigorosamente girato dal lato opposto a quello del divano, fece qualche passo in direzione della porta quando una flebile voce richiamò la sua attenzione, facendolo arrestare, pur senza girarsi dal punto in cui proveniva, perché sapeva bene dove fosse.

    «Dove stai andando?» sussurrò quasi, per non svegliare l’altro amico.

    Il ragazzo senza voltarsi ancora, rispose con un secco ‘bagno’ riprendendo il suo cammino senza dare modo al suo interlocutore di fargli ulteriori domande.

    Arrivando in bagno, entrò di corsa accostando la porta e poggiando i palmi sul lavandino.
    Cosa avrebbe dato per saperla da qualche parte al sicuro… era proprio questo il problema. Nessun posto era sicuro in quel momento, e se avendola accanto poteva sapere che stesse bene, poteva proteggerla lui stesso… beh allora andava bene così.
    Peccato che il suo “averla accanto” non gli bastava più. A Hogwarts poteva distrarsi in mille e più modi per non pensare a lei in quel modo. Ma lì… in quella situazione non ci riusciva, non poteva scacciare dei pensieri insediati così in profondo nella sua mente, e nel suo cuore. Sarebbero potuti morire e lui era costretto a tenersi comunque tutto dentro.

    Uno scricchiolio lo ridestò, sollevando il volto vide dallo specchio che lo fronteggiava il riflesso della porta socchiusa e del profilo di Hermione che si affacciava cauta all’interno.

    «Scusa io… ho visto che la porta non era chiusa. Non ho bussato per paura di far spaventare Harry. Ormai ogni piccolo rumore può mandarlo in agitazione. Va… va tutto bene?»

    Il ragazzo abbassò gli occhi dallo specchio, fissando il fondo del lavandino senza proferir parola.

    «Ron…?» aggiunse con lieve preoccupazione la ragazza.

    Di rimando ottenne l’attenzione di lui, che si voltò poggiandosi contro il lavandino.

    «Cosa c’è Hermione? Perché continui a starmi continuamente addosso? Se tuo essere una so-tutto-io comprende il voler necessariamente sapere tutto ciò che passa nella testa di chi ti sta intorno, beh non calcolarmi nel pacchetto.» disse seccato, avvicinandosi alla porta, senza però guardarla negli occhi.

    Le aveva scaraventato addosso tutta la sua frustrazione, la sua rabbia, e non osava incrociare il suo sguardo. Probabilmente aveva sbagliato, ma l’unica cosa di cui ora non aveva bisogno era di ricevere una stupida ramanzina sul rispetto e l’educazione e tanto meno avere un litigio con lei, era stanco, non ne aveva voglia, non ne aveva le forze.

    «Torno a letto.» aggiunse, arrivando a pochi passi dall’uscio.
    E rendendosi conto che la figura di lei non si spostava, permettendogli il passaggio, fu costretto ad alzare lo sguardo.
    Ma ciò che vide non era un Hermione su tutte le furie, pronta a riempirlo di insulti e rimproveri.
    Ciò che vide gli spezzò il cuore in mille pezzi, provocandogli un dolore insopportabile alla vista di lei, con lo sguardo fisso su di lui e gli occhi inondati di lacrime, seppur trattenute a stento.

    Di istinto ciò che spontaneamente gli venne da fare, fu sollevare il braccio, quasi per andare a sfiorarla. Cosa che ovviamente non fece, pur continuando a guardarla con gli occhi sbarrati e una terribile sensazione di colpa.

    «Herm… io non-non intendevo-» ma le sue scuse furono bruscamente interrotte dalla flebile e incupita voce di lei.

    «Cosa non intendevi fare? Ferirmi? Farmi sentire come fossi un ingombrante e scomodo peso per te? Un fastidio?» disse tutto in un fiato «Perché se era questo che non intendevi fare, mi dispiace. Ma non ci sei riuscito affatto.» concluse fronteggiandolo con lo sguardo, sicura in volto seppur non riuscendo a celare gli occhi ancora inondati di lacrime.

    Il rosso non sapeva minimante cosa dire. Odiava quando gli veniva parlato in quel modo. Ma di certo stavolta era pienamente nel torto.
    Non voleva di certo ferirla. O meglio voleva allontanarla. Ma non ferendola, o forse si. Purtroppo per lui, le due cose erano una la conseguenza dell’altra. Non poteva ottenere l’ultima senza prima ferirla. Però l’aveva comunque fatto.

    «Hermione sono soltanto stanco. Mi dispiace, non penso ciò che ho detto. Ora è meglio che andiamo a dormire.» Taglio corto lui, cercando di uscire finalmente dal bagno ma trovando di nuovo l’imposizione del corpo di lei, che non si era mosso di un millimetro.

    «Pensi che un ‘mi dispiace’ basti a non farmi chiedere se ciò che hai detto lo pensi realmente o meno? C’erano degli equilibri Ron, delle consapevolezze che avevamo io, te ed Harry. Ed una di queste era che la compagnia dell’altro ci metteva a nostro agio, ci faceva piacere. Ma ora mi hai soltanto dimostrato che per te non è così nei miei confronti.»

    «Ti ho detto che non sono cose che pensavo. Cosa vuoi che ti dica in più?» chiese seccato il ragazzo.

    «E quale delle due volte dovrei crederti? Quando mi dici che non sopporti più la mia presenza o quando trenta secondi dopo ti rimangi tutto?» ribatté con un filo di nervosismo sempre crescente nella voce. «Dovrei fidarmi e dare peso a ciò che dici solo quando lo stabilisci tu, Ronald?»

    «Senti, fai come ti pare. Tanto è inutile quando ti metti in testa qualcosa neanche la parola del primo Ministro può servire a farti cambiare idea! Io me ne torno a dormire, se tu vuoi rimanere in bagno fa pure, ma almeno lasciami passare.»

    La ragazza si spostò lasciando libero il passaggio del rosso. «Non resterò di certo qui. Me ne vado, buonanotte Ron.» concluse spostandosi verso la sala da pranzo, dove avevano lasciato gli zaini.

    Wesley strabuzzò gli occhi confuso «Che significa che te ne vai?!» chiese in direzione della ragazza. Ma non trovando risposta la seguì nell’altra stanza, trovandola intenta a raggruppare le sue cose.
    Non ricevendo la minima attenzione, le si avvicinò prendendola per un braccio, facendo sì che fosse costretta a guardarlo.

    «Ti ho chiesto che diavolo significa che te ne vai!» esclamò alzando di molto la voce.

    «Abbassa il tono! Vuoi anche svegliare Harry adesso?» aggiunse stizzita lei.

    Lo sguardo del rosso divenne serio e grave. La fissava scuro in volto continuando a tenergli l’avambraccio a mezz’aria stringendo ancora più saldamente la presa.

    Non essendoci nessuna risposta, fu lei a riprendere il dialogo. «Cos’è, non mi sopporti al punto da volermi picchiare? Forza Ron, tocca il fondo. Prova ad alzarmi le mani contro. Ti farebbe sentire meglio picchiare una ragazza? Picchiare il ‘peso’? Cosa aspet-»

    Un rumore secco rimbombò nelle antiche mura della stanza.
    Lui, con gli occhi sbarrati e la mano tremante verso l’alto.
    Lei, con le lacrime che finalmente le erano fuoriuscite dagli occhi, e le rigavano il volto si teneva il dorso della mano contro il viso.

    Meccanicamente il ragazzo prese la bacchetta dalla tasca posteriore dei suoi jeans ‘Reinnerva’ pronunciò.

    Il rossore dalla guancia di Hermione scomparve, lasciandole però le lacrime ancora fuoriuscire, e l’espressione addolorata in volto.
    Ci furono alcuni lunghi istanti di silenzio, spezzati dalla voce risoluta del ragazzo.

    «Non ti dirò che mi dispiace. Perché hai superato il limite. E non ti permetterò di dirmi che risanare ciò che ho fatto con una magia è inutile, perché ciò che è successo resta comunque, questo lo so. Lo so bene.» puntualizzò lui con una voce totalmente piatta. «Penso che se prima avessi potuto farti cambiare idea in qualche modo sul fatto di non andartene, ora non c’è nulla che io possa dirti o fare per cambiare le cose.»

    Finalmente fu la volta di lei a parlare «Perché dovrebbe interessarti farmi restare?» sussurrò ormai completamente bagnata in volto.

    «Perché credo che sia il posto più sicuro. Il meno peggio, dove io ed Harry possiamo fare in modo che non ti accada nulla. Perché anche se ora ne sei convinta, non è vero che sei un peso. Noi tre siamo una famiglia, non dovremmo separarci, dovremmo prenderci cura di noi l’un l’altro.» sospirò mestamente «Se ora mi odi e non vuoi restare per me lo capisco, ma fallo almeno per Harry.»

    «Vorresti che restassi per Harry?» chiese avanzando di un passo verso di lui «Ti andrebbe bene se restassi solo ed esclusivamente per lui?»

    «Se non c’è altro modo, si. Va bene così, Hermione.»

    «Ti interessa veramente che io resti? Tanto da far qualcosa per convincermi a rimanere?»

    «Se sapessi che non è una battaglia persa lo farei. Ma come ti ho detto ti conosco, e so che quando ti fissi su qualc-»

    «Allora baciami.» lo interruppe lei. Lasciandolo sbigottito ad addentare l’aria.

    «Co-cosa?» chiese sperdutamente lui.

    «Hai capito benissimo. Se vuoi che resti, e se come hai detto faresti di tutto per farmi cambiare idea, allora baciami. Baciami e non me ne andrò.»

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    «Ti interessa veramente che io resti? Tanto da far qualcosa per convincermi a rimanere?»

    «Se sapessi che non è una battaglia persa lo farei. Ma come ti ho detto ti conosco, e so che quando ti fissi su qualc-»

    «Allora baciami.» lo interruppe lei. Lasciandolo sbigottito ad addentare l’aria.

    «Co-cosa?» chiese sperdutamente lui.

    «Hai capito benissimo. Se vuoi che resti, e se come hai detto faresti di tutto per farmi cambiare idea, allora baciami. Baciami e non me ne andrò.»


    Dire che il ragazzo rimase basito era un eufemismo, l’unica cosa che gli riusciva alla grande in quel momento, era di fissarla con gli occhi sbarrati e l’espressione di chi ha appena ricevuto un bolide in pieno volto.

    Dopo non troppo tempo, prese il coraggio e la forza di mettere delle parole di senso compiuto in fila e parlò.

    «Mi-mi spieghi qual è il collegamento tra il convincerti a farti restare e… e ‘questo’? Sarò uno stupido forse, ma come al solito proprio non ci arrivo.» chiese ancora incredulo agli occhi di lei.

    Di rimando, la ragazza non fece una piega, rispondendogli a tono senza far sfuggire nessun tipo di emozione dalla sua voce. «Perché in questo modo mi dimostreresti sul serio che sei disposto a tutto pur di non farmi andare via. E quale gesto migliore di un qualcosa che non ti sogneresti mai di fare?»

    Avrebbe voluto dirle che non c’era notte, o attimo perso nelle sue riflessioni in cui non aveva immaginato di farlo, e che più una sorta di obbligo al gioco della bottiglia quello non sarebbe stato altro che la coronazione di tutto ciò che aveva sempre sperato di fare. Ma ovviamente non furono queste le parole che vennero dette ad alta voce, in quella piccola stanza che ormai era diventata un concentrato di sensazioni.

    «Mmm ok, beh si ha un senso.» dichiarò con spavalderia nella voce. «Dunque, ti bacio e resti, giusto? Di certo è uno sforzo che posso fare al confronto di ore di interminabili ramanzine da parte di Harry sul fatto di averti fatto andar via. Quindi, vogliamo mmm procedere?» concluse, avvicinandosi a lei nel modo più disinvolto e freddo che riusciva a mostrare.

    Hermione dal canto suo rimase immobile, la sua espressione non tradì l’infinito dolore che provava dentro. Le cose che aveva sentito prima, sul fatto di essere un ingombrante e fastidioso peso erano vere. Non pensava certo di… piacere a lui nel modo in cui Ron piaceva a lei. Ma di certo non arrivava a pensare a tutto questo.

    Si limitava a guardarlo mentre si avvicinava, le mise una mano sulla spalla, continuando la lenta avanzata.
    Ron non sperava altro che tutto quel prolungare la ‘cosa’, avrebbe fatto cambiare idea alla ragazza. Farle capire che un bacio come quello… non era di certo ciò che avrebbero voluto.
    Ma un cenno da parte di lei non arrivò, fu così che si vide costretto a terminare quella dolorosa avanzata scontrandosi con le sue labbra.

    Non ci fu una minima reazione da parte di Hermione, ciò portò il rosso a scostarsi bruscamente. Quello che si era rivelato era stato solamente un freddo e insignificante incontro di labbra, nulla di più.
    E a parte il cuore a mille per una vicinanza come quella, non aveva sentito altro.

    «Beh? Non sei contenta ora? Ti ho dimostrato che voglio che resti.»

    «No» disse flebilmente lei, ancora immobile. «Mi hai dimostrato solamente che pur di non avere problemi con Harry sei disposto a fare qualcosa che ti fa schifo. Se hai dimostrato qualcosa a qualcuno è a lui, di certo non a me.» dichiarò, non riuscendo a celare gli occhi, che man mano diventavano sempre più lucidi. «Non ce la faccio, mi dispiace. Non riesco neanche a guardarti ora.» e senza dargli il tempo di replicare, si voltò, e toccando il proprio zaino, sparì smaterializzandosi.

    Quello che accadde in quella piccola stanza, ormai orfana di una persona, fu un secco e ridondante tonfo, causato dal pugno del ragazzo contro lo stipite della porta, mentre calde lacrime gli rigavano il viso.
     
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  2. blower
     
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    E carina ma non riesco a capire se è un'One Shot o se ci saranno altri capitoli..comunque è ben scritta e si legge scorrevolmente..spero che continuerà o che comunque ne scriverai altre.. :)
     
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1 replies since 4/3/2011, 13:16   54 views
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